"Questo è il senso profondo de Le strade di polvere, un libro che anche nel titolo sembra richiamare il senso del viaggio nello spazio (e quindi nel tempo) e del raccontare senza fine, affidando alla immagine della polvere la suggesione della labilità del vivere e la sua asprezza in campagne avare" (Claudio Marabito, "Nuova Antologia"). Premio Viareggio e Premio Supercampiello 1988.
Con questo libro Ceram si è proposto "di mettere in luce il carattere appassionante, drammatico, profondamente umano" delle ricerche archeologicha. In sua compagnia si assiste ai favolosi trionfi registrati nelle scoperte di civiltà scomparse, si viene trasportati in compagnia di archeologi, scavatori, ostinati studiosi come Schliemann o Thompson, di quanti hanno cercato e trovato i tesori nascosti del passato e hanno rivelato civiltà dimenticate di cinquemila anni orsono.
Ombre di una troupe cinematografica aprono visivamente questo libro dietro il quale vi è, costante, l'ombra del cinema. In questi trentatre racconti nati da spunti per film non realizzati, da nuclei narrativi rimasti aprti, le immagini e le emozioni del mondo di Antonioni vengono espresse con tutta la loro intensità. Dai racconti "La ragazza , il delitto", "Cronaca di un amore mai esistito", "Questo corpo di fango", "Non mi cercare" è stato tratto il film "Al di là delle nuvole" di Antonioni-Wenders. Il volume è completato da un testo di Wenders e dalla filmografia completa dei due registi.
Che cos'è stata la Torino culturale tra le due guerre? La tradizione positivistica e la razionalità che si ispira all'illuminismo, scontri e incontri nell'accademia, la cultura produttivistica e la civiltà della fabbrica, il razionalismo e il futurismo, il mecenatismo e i dibattiti fra artisti e critici, la battaglia tra innovatori e tradizionalisti. Sfilano in queste pagine non soltanto i grandi nomi, ma anche personaggi meno noti, e altrettanto affascinanti, compresi anche quanti per necessità, per opportunismo o convinzione hanno pagato pegni di varia entità al regime mussoliniano, magari veleggiando tra indipendenza e adesione. Una storia ricca davvero quella della Torino fra le due guerre.
Dal 1950 al 1962 Pasolini collabora a diversi quotidiani e periodici con racconti che disegnano il profilo della "sua" Roma, periferica, devastata e umana. Questi raccontini delineano una passeggiata romana che è anche un mondo interiore, un po' come se Pasolini si trovasse a raccontare la città intorno a lui attraverso le forme diverse del narrare: la letteratura, il cinema, la fotografia, il reportage. L'autore sembra continuamente sottoporre a verifica sia la realtà che il modo di raccontarla, in un diario interno dell'arte che è cronaca del suo tempo.
In una Edimburgo notturna e piena di voci, un uomo insegue il filo di una musica ascoltata per caso, e mai più ritrovata. Quella musica porta alla coscienza l'azione che deve compiere, e che lo attrae e atterrisce al tempo stesso. Il protagonista deve uccidere, questa è la sua azione: dovrà individuare il luogo e la vittima, come fossero una necessità, una chiamata... Questa è la trama dell'"Orecchio assoluto", il primo dei sei racconti che compongono il nuovo libro di Del Giudice, esempio di quel tipo di affabulazione fatta di conoscenza e mistero, passione e intuizione.
Leprotti è un uomo distratto e solitario. Osserva la vita nelle strade, la misteriosa organizzazione dei marocchini che puliscono i vetri ai semafori, e ripensa la propria vita. Ma soprattutto Leprotti vive con una madre anziana e altrettanto distrattamente surreale. Insieme architettano grandi progetti che non si realizzeranno mai e si dedicano a sproporzionate nefandezze.
Giovinezza inventata nell'accezione di incantata, vissuta con la fantasia: dolorosa nell'impatto col compromesso imposto dall'esistenza al quale l'essere autentico si ribella. La verità, chiara nella limpidezza della terza età, traspare lungo il ritratto da giovane della scrittrice, soprattutto nelle interpolazioni: lettere, appunti, confessioni, addirittura un abbozzo di romanzo. La vita della giovane borghese tra gli studi, la malinconia, l'amore, i disagi e le difficoltà legate alla condizione femminile, si definisce qui come il risultato di un'elaborazione mentale.
Il modo di dipingere del Tiepolo è così facile, in apparenza, da risultare quasi frivolo. Questo volume intende dimostrare invece come la sua "intelligenza figurativa" sia costruita non in termini letterari o narrativi, ma puramente visuali. L'artista pensa, ragiona, elabora sulla base di un sapere pittorico che ha le sue regole, la sua grammatica, i suoi trucchi. Rivelatori in questo senso sono i disegni, gli schizzi e i modelli, spia di una grande perizia tecnica, ma anche di una consapevole abilità nello sfruttare i valori più autentici del patrimonio artistico.