"La gatta Cenerentola" è forse il capolavoro di Roberto De Simone ed è perfetta oggi come al suo debutto, al Festival di Spoleto del 1976. Allora fu un evento e una trasgressione: grazie all'"eretica" commistione con il linguaggio folk e il patrimonio della cultura musicale popolare, la tradizione dell'opera buffa italiana e del melodramma si rivitalizzava. Opera, musical, commedia, summa di teatro colto e popolare, incontro della musica di Pergolesi e Mozart con la più scatenata tradizione musicale partenopea, "La gatta Cenerentola" è uno spettacolo totale in cui si sposano mito, fiaba e invenzione. Il libro e il video di 150 minuti fanno parte di un unico cofanetto.
"Secondo un'antichissima tradizione, l'autore del terzo Vangelo era un pittore e bene hanno fatto i pittori a considerarlo sempre il loro patrono... perché sta di fatto che il suo libro ("il più bel libro che esista, a giudizio del Renan) è già esso stesso un seguito di stupende figurazioni pittoriche". Dall'Introduzione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
"Il Cantico dei Cantici è un grido di desiderio erotico e una descrizione di erotica beatitudine. E' un dramma lirico in cui oratori e fatti s'incalzano reciprocamente come in un sogno o in una visione... E' un testo biblico canonico, eppure non vi si fa menzione di Dio o della religione". Dall'introduzione di Antonia S. Byatt.
"Penso ai miei avi, i figli di Israele, nei giorni immediatamente successivi al vortice che li aveva strappati all'Egitto... se ne avevano ancora la forza, avranno compreso che gli era accaduto un miracolo, che gli era stata concessa la possibilità di reinventarsi, di redimersi". Dall'Introduzione di David Grossman.
Un cofanetto contenente un cd di 70 minuti con le canzoni di "Canti di scena" e il libro con la versione completa dei testi, dei monologhi e delle gag. Uno scritto di Cerami "dietro le quinte" e di Piovani sulla storia del canto di scena e della canzone da palcoscenico completano il volume. "Più che un racconto organico di fatti ordinati, Canti di scena è una drammaturgia orizzontale, giocata su contrasti emotivi e anticlimax... Aforismi e divertimenti; toni epici, satirici, lirici, infantili; calchi e spiazzamenti linguistici convivono contaminandosi fino al punto che si può ridere col dramma e commuoversi con la comicità". Vincenzo Cerami
La tradizione popolare è ancora una volta il perno del lavoro di elaborazione di Dario Fo: attraverso storie, miti e leggende popolari, Francesco appare nella sua debolezza umana, nella sua indisponibilità al compromesso, ma allo stesso tempo nella sua profonda comprensione dell'animo umano e dell'idea di un Dio aperto al dialogo con l'uomo peccatore. Grazie a lu santo jullaré Francesco, lo spettatore-lettore potrà quindi conoscere in un'ottica nuova, non agiografica, San Francesco e gli episodi celebri della sua vita, tutti affabulati da uno dei grandissimi del teatro italiano.
Attraverso memoriali, editoriali e articoli relativi al periodo che va dalla caduta di Mussolini alla scelta repubblicana, un protagonista della politica italiana analizza, con rigore e obiettività, gli anni in cui è nata l'Italia contemporanea. Il libro raccoglie articoli, soprattutto clandestini, redatti da Foa tra il 1943 e il 1946, all'indomani di eventi importanti sul piano sia storico che privato. Negli articoli relativi agli anni dell'immediato dopoguerra Foa compie una disanima che non risparmia critiche nemmeno ai vincitori, nemmeno agli oppositori delle dittature, e l'intera opera si offre come la testimonianza di una voce indipendente su un periodo chiave della nostra storia.
Il volume analizza i vari aspetti, le cronologie, gli indici e la teoria del cinema nordamericano, il più discusso e il più amato, con saggi di Gunning, Gomery, Mottet, Uricchio, Robinson, Muscio, Gundle, Simon e altri.
Incredibile ma vero: nonostante la si misuri, studi e citi in continuazione, l'intelligenza non ha ancora una definizione scientifica soddisfacente; o meglio: ogni ricercatore, ogni scuola sembra averne in mente una propria visione. Richardson vuole mettere un po' di ordine in materia, e lo fa con la sobrietà e la "verve" divulgativa della grande tradizione anglosassone. Parte dall'esame di come in passato sia stata quantificata questa caratteristica evanescente della natura umana, per poi raccontare quali sono i test attualmente usati e i loro limiti. Passa poi a esaminare le due concezioni che ancora oggi si contendono il campo: quella genetica e quella ambientale.