In questo studio di un ambito fondamentale del dibattito scientifico odierno, l'autore analizza e discute le opposte affermazioni di tre teorie (tutte contestabili e contestate) del cambiamento sociale, culturale ed economico contemporaneo: l'idea di società dell'informazione, la teoria del post-fordismo e quella della post-modernità. Spiegando come queste teorie si siano formate e illustrando le ragioni per cui hanno esercitato un enorme influsso sugli studiosi negli ultimi anni, l'autore non solo offre un misurato resoconto di tre paradigmi del pensiero sociale contemporaneo, ma dà ragione di come essi, pur essendo profondamente diversi, finiscano spesso per sovrapprosi e intrecciarsi.
Una storia del realismo letterario che abbraccia più epoche, dagli antichi tempi biblici e omerici sino al Medioevo cristiano, al Rinascimento, al Sei e Settecento e, passando attraverso il realismo ottocentesco, fino agli scrittori del Novecento. Un capolavoro della critica letteraria in cui Auerbach si rivela ancora una volta uno scrittore impegnato sugli autori più famosi e sulle opere principali della civiltà europea.
Per molto tempo la storiografia, sia ottocentesca sia contemporanea, non si è occupata di come sia nato il concetto di identità nazionale nell'Italia del Risorgimento, concetto che è stato considerato un dato di fatto. Solo negli ultimi anni gli eventi internazionali e interni hanno costretto tutti, collettività e specialisti, a esaminare la questione: ciò nonostante, gli studi si sono concentrati soprattutto sulla fase postunitaria, sul bisogno del neo-Stato italiano di diffondere una vera e propria pedagogia della nazione, mentre continua a mancare un esame dei significati che, durante il Risorgimento, si attribuivano all'idea di nazione. Il saggio di Banti intende colmare questa lacuna.
Il Medioevo ha un'importanza capitale nello sviluppo dell'Occidente: esso si pone infatti come il raccordo fondamentale tra il mondo greco-romano e la modernità, tra classicità e dinamismo contemporaneo. In questo ampio raccordo l'alto Medioevo, compreso tra il V e il X secolo, si presenta come un periodo particolarmente travagliato, in cui l'eredità antica deve confrontarsi e amalgamarsi con la cultura delle popolazioni seminomadi che dall'Europa centrale si sono allargate nell'area mediterranea. Il basso Medioevo, dall'XI al XV secolo, va considerato come il prologo del mondo moderno, un prologo caratterizzato da una pluralità di elementi e trasformazioni anche violente.
Riecheggiando la lauda medievale e le rime di Jacopone da Todi, il poeta narra la sua ricerca del Creatore, dell'unione perfetta con l'universo: una ricerca che è quella dell'Amore, un'unione che significa annullamento di sé. La fusione di creatura e Creatore non può avvenire che con una rinuncia totale alle cose del mondo e a se stessi; il che, per Viviani, vuol dire disfarsi non solo dei beni materiali o delle pulsioni terrene, ma anche dell'intelligenza, del raziocinio, perfino dei valori e della tensione al Bene.
Poeta della canzone. Hanno sempre detto così di Fabrizio De André. Per questi testi così diversi da tutti gli altri. Testi che non parlavano solo di amori perduti e disperati, ma anche di diseredati, uomini persi, emarginati, prostitute e personaggi che appartenevano a un mondo di cui nessuno sapeva occuparsi. In questo senso De André è stato un poeta: nel senso più vero del termine. E' dunque giusto ripercorrerli, questi versi in musica, in ordine cronologico, trovando nessi e corrispondenze, influenze letterarie e musicali. E cercando di capire perché un uomo che ha fatto della musica il suo mestiere è riuscito a lasciare dei versi che reggono il tempo anche da soli. In allegato un video con alcune interviste e le sue canzoni più famose.
Chaucer è poco conosciuto in Italia, e lo è quasi esclusivamente per i "Racconti di Canterbury". Questa edizione si presenta dunque come un'opportunità per apprezzare quasi tutti gli scritti. Il primo è il capolavoro chauceriano, i "Racconti di Canterbury", appunto, composti fra il 1388 e il 1400, simili per struttura al "Decameron". Seguono "Il libro della Duchessa", "La casa della fama", "Il Parlamento degli uccelli" e "Troilo e Criseida".
Il volume contiene gli scritti che, nelle intenzioni dell'autore, avrebbero dovuto costituire due libri distinti. Nel rispetto più scrupoloso delle strutture che Pareyson intendeva conferire a ciascuno, essi confluiscono ora in questa "Ontologia della libertà", una sorta di 'opus maius' dei suoi ultimi anni di lavoro. Nel grande solco della filosofia moderna, emerge la matrice esistenzialistica del pensiero di Pareyson, "che potrebbe anche essere interpretato come la versione italiana di quella filosofia dell'esistenza che egli fissava nelle quattro grandi figure di Jaspers, Heidegger, Marcel e Berdjiaev, o anche come uno sviluppo veramente originale di essa".