Per molto tempo la storiografia, sia ottocentesca sia contemporanea, non si è occupata di come sia nato il concetto di identità nazionale nell'Italia del Risorgimento, concetto che è stato considerato un dato di fatto. Solo negli ultimi anni gli eventi internazionali e interni hanno costretto tutti, collettività e specialisti, a esaminare la questione: ciò nonostante, gli studi si sono concentrati soprattutto sulla fase postunitaria, sul bisogno del neo-Stato italiano di diffondere una vera e propria pedagogia della nazione, mentre continua a mancare un esame dei significati che, durante il Risorgimento, si attribuivano all'idea di nazione. Il saggio di Banti intende colmare questa lacuna.
Il Medioevo ha un'importanza capitale nello sviluppo dell'Occidente: esso si pone infatti come il raccordo fondamentale tra il mondo greco-romano e la modernità, tra classicità e dinamismo contemporaneo. In questo ampio raccordo l'alto Medioevo, compreso tra il V e il X secolo, si presenta come un periodo particolarmente travagliato, in cui l'eredità antica deve confrontarsi e amalgamarsi con la cultura delle popolazioni seminomadi che dall'Europa centrale si sono allargate nell'area mediterranea. Il basso Medioevo, dall'XI al XV secolo, va considerato come il prologo del mondo moderno, un prologo caratterizzato da una pluralità di elementi e trasformazioni anche violente.
Riecheggiando la lauda medievale e le rime di Jacopone da Todi, il poeta narra la sua ricerca del Creatore, dell'unione perfetta con l'universo: una ricerca che è quella dell'Amore, un'unione che significa annullamento di sé. La fusione di creatura e Creatore non può avvenire che con una rinuncia totale alle cose del mondo e a se stessi; il che, per Viviani, vuol dire disfarsi non solo dei beni materiali o delle pulsioni terrene, ma anche dell'intelligenza, del raziocinio, perfino dei valori e della tensione al Bene.
Poeta della canzone. Hanno sempre detto così di Fabrizio De André. Per questi testi così diversi da tutti gli altri. Testi che non parlavano solo di amori perduti e disperati, ma anche di diseredati, uomini persi, emarginati, prostitute e personaggi che appartenevano a un mondo di cui nessuno sapeva occuparsi. In questo senso De André è stato un poeta: nel senso più vero del termine. E' dunque giusto ripercorrerli, questi versi in musica, in ordine cronologico, trovando nessi e corrispondenze, influenze letterarie e musicali. E cercando di capire perché un uomo che ha fatto della musica il suo mestiere è riuscito a lasciare dei versi che reggono il tempo anche da soli. In allegato un video con alcune interviste e le sue canzoni più famose.
Chaucer è poco conosciuto in Italia, e lo è quasi esclusivamente per i "Racconti di Canterbury". Questa edizione si presenta dunque come un'opportunità per apprezzare quasi tutti gli scritti. Il primo è il capolavoro chauceriano, i "Racconti di Canterbury", appunto, composti fra il 1388 e il 1400, simili per struttura al "Decameron". Seguono "Il libro della Duchessa", "La casa della fama", "Il Parlamento degli uccelli" e "Troilo e Criseida".
Il volume contiene gli scritti che, nelle intenzioni dell'autore, avrebbero dovuto costituire due libri distinti. Nel rispetto più scrupoloso delle strutture che Pareyson intendeva conferire a ciascuno, essi confluiscono ora in questa "Ontologia della libertà", una sorta di 'opus maius' dei suoi ultimi anni di lavoro. Nel grande solco della filosofia moderna, emerge la matrice esistenzialistica del pensiero di Pareyson, "che potrebbe anche essere interpretato come la versione italiana di quella filosofia dell'esistenza che egli fissava nelle quattro grandi figure di Jaspers, Heidegger, Marcel e Berdjiaev, o anche come uno sviluppo veramente originale di essa".
"La gatta Cenerentola" è forse il capolavoro di Roberto De Simone ed è perfetta oggi come al suo debutto, al Festival di Spoleto del 1976. Allora fu un evento e una trasgressione: grazie all'"eretica" commistione con il linguaggio folk e il patrimonio della cultura musicale popolare, la tradizione dell'opera buffa italiana e del melodramma si rivitalizzava. Opera, musical, commedia, summa di teatro colto e popolare, incontro della musica di Pergolesi e Mozart con la più scatenata tradizione musicale partenopea, "La gatta Cenerentola" è uno spettacolo totale in cui si sposano mito, fiaba e invenzione. Il libro e il video di 150 minuti fanno parte di un unico cofanetto.
"Secondo un'antichissima tradizione, l'autore del terzo Vangelo era un pittore e bene hanno fatto i pittori a considerarlo sempre il loro patrono... perché sta di fatto che il suo libro ("il più bel libro che esista, a giudizio del Renan) è già esso stesso un seguito di stupende figurazioni pittoriche". Dall'Introduzione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
"Il Cantico dei Cantici è un grido di desiderio erotico e una descrizione di erotica beatitudine. E' un dramma lirico in cui oratori e fatti s'incalzano reciprocamente come in un sogno o in una visione... E' un testo biblico canonico, eppure non vi si fa menzione di Dio o della religione". Dall'introduzione di Antonia S. Byatt.