La vicenda poetica di Alda Merini comincia nel 1953 con una silloge intitolata "La presenza di Orfeo": un riferimento, quello al cantore che scese nell'Ade per strappare alla morte la moglie Euridice, che ha in sé la spiegazione della missione del poeta: lanciarsi nell'abisso per cercare gli dèi fuggiti dal mondo, o almeno per riportarne in superficie le tracce, la musica. I versi di Alda Merini sono, appunto, una discesa nella notte dell'uomo. Ma è una notte illuminata da lampi, popolata di anime e di contrasti, altamente vitale.
Dall'esperienza di giudice e dalla passione per la letteratura, nasce questo libro di Giancarlo De Cataldo: storie di giovani assassini, natural born killer cresciuti nell'ostentazione dei simboli di lusso e allevati da famiglie "normali" che si nutrono di surgelati e di tv e sognano di "svoltare" con il jackpot.
"Ciò di cui son certo è che questi duemiladuecentocinquanta titoli rappresentano il catalogo sostanziale della storia della lettaratura italiana attraverso i tempi, davvero, in un certo senso, la sua più autentica "storia", concretamente espressa nell'elenco delle opere che ne costituiscono il prodotto, cioè il "corpo". Ciò è tanto più vero in quanto le voci, così come noi le abbiamo richieste e i loro estensori le hanno elaborate, costituiscono un miracoloso punto di equilibrio tra esigenze documentarie, visione storica e giudizio storico-critico, per giunta il più delle volte sobriamente espresso. Posso ben dirlo, non avendone stesa personalmente neanche una." (Alberto Asor Rosa)
L'unicità di Pascoli sta forse, e soprattutto, nella sua capacità di essere antichissimo e modernissimo al contempo: la sua poesia è sia gioco formale, sia ricettacolo dell'oscurità esistenziale e del non detto. Quest'ambiguità diviene tanto più forte nei versi di argomento famigliare, quelli in cui Pascoli esprime la sua autobiografia, anche interiore. Eppure, queste poesie non sono organizzate in un ciclo tematico, come invece succede a gran parte della produzione pascoliana. L'antologia di Garboli costruisce, appunto, questo ciclo: riunendo trenta poesie Garboli ha dato unità e autonomia a uno dei settori più rappresentati della creatività pascoliana.
Milioni di italiani vivono il ruolo di "utenti della città", disinformati e assenti, firmando una delega in bianco a architetti, ingegneri, geometri, amministratori comunali. Questo libro vuole avvicinare all'architettura e all'urbanistica gli "utenti" che considerano tali argomenti materie da iniziati, documentando attraverso vaste indagini un dato di fatto innegabile: negli ultimi decenni, l'architettura è riuscita raramente a comunicare sensazioni di gioia e di appartenenza. La scissione tra architettura di massa e architettura d'autore ha accentuato il distacco dalle esigenze umane e dal contesto storico e naturale.
In questo studio di un ambito fondamentale del dibattito scientifico odierno, l'autore analizza e discute le opposte affermazioni di tre teorie (tutte contestabili e contestate) del cambiamento sociale, culturale ed economico contemporaneo: l'idea di società dell'informazione, la teoria del post-fordismo e quella della post-modernità. Spiegando come queste teorie si siano formate e illustrando le ragioni per cui hanno esercitato un enorme influsso sugli studiosi negli ultimi anni, l'autore non solo offre un misurato resoconto di tre paradigmi del pensiero sociale contemporaneo, ma dà ragione di come essi, pur essendo profondamente diversi, finiscano spesso per sovrapprosi e intrecciarsi.
Una storia del realismo letterario che abbraccia più epoche, dagli antichi tempi biblici e omerici sino al Medioevo cristiano, al Rinascimento, al Sei e Settecento e, passando attraverso il realismo ottocentesco, fino agli scrittori del Novecento. Un capolavoro della critica letteraria in cui Auerbach si rivela ancora una volta uno scrittore impegnato sugli autori più famosi e sulle opere principali della civiltà europea.