Il paradigma di "immunizzazione" consiste nell'esigenza sempre più pressante di salvaguardare la vita nel suo nudo significato biologico. Come il corpo individuale, così anche quello sociale può essere immunizzato dal male che lo minaccia soltanto attraverso la sua immissione preventiva. Per sfuggire alla presa della morte, la vita è costretta a incorporarne il principio. Alla fine dell'epoca moderna, tuttavia, questo meccanismo immunitario sembra giunto al limite. E oltre questo limite si dischiude la drammatica scelta fra un esito autodistruttivo e il suo rovesciamento in una possibilità ancora inedita. "Immunitas" intreccia il linguaggio giuridico a quello teologico e antropologico, la prospettiva politica a quella biologica.
Con la sua ricca documentazione e le sue analisi che combinano costantemente i fattori religioso-culturali e quelli politico-sociali, la ricerca di Dimitri Gutas costituisce uno strumento indispensabile per conoscere l'epoca nella quale l'Islam si aprì alla filosofia e alla scienza greca e per valutare la grande portata storica di questo evento.
Perché istintivamente quando pensiamo alla filosofia, ci riferiamo alla filosofia classica, quella sviluppatasi nella "polis" ateniese dimenticandoci la successiva, lunga e prolifica stagione della filosofia ellenistica? Forse una spiegazione sta nell'esiguità degli scritti che di questi autori si sono conservati. Eppure lo scetticismo, l'epicureismo e lo stoicismo hanno conosciuto una decisiva rivalutazione e l'immagine complessiva della filosofia ellenistica si è andata rinnovando. Il testo di Lévy analizza che cosa s'intende per filosofia ellenistica ed esplora le sue espressioni più note e rilevanti (scetticismo, epicureismo e stoicismo).
L'Islam non è solo una religione, ma anche e soprattutto il referente storico e sociale di realtà etniche, culturali, politiche, statuali, esistenti da quasi millecinquecento anni ed estese su un territorio che va dal Marocco all'Indonesia. Queste realtà, spesso diversissime le une dalle altre, sono accomunate non solo dalla fede in Allah, ma anche da un insieme di "istituzioni musulmane". Ciò avviene sia ad un livello direttamente collegato alla fede, sia in forme più "secolari" come il rapporto uomo/donna, l'amministrazione della giustizia, la gestione del potere, l'organizzazione urbana. Questo testo discute le istituzioni che nel corso dei secoli hanno regolato, influenzato, condizionato il mondo musulmano.
Con questa edizione si propone al pubblico la videocassetta integrale dello spettacolo "Il racconto del Vajont", e insieme un libro in cui Marco Paolini racconta a Oliviero Ponte Di Pino, spettacolo per spettacolo, il suo teatro, in un andirivieni tra memoria e racconto, che forma un ritratto profondo del Nordest italiano, grazie a una esperienza di teatro totale, dove oralità, drammaturgia, passione civile, scrittura e musica prendono forza e senso l'una dall'altra, e niente rimane mai identico a se stesso.
Finalmente una storia dei Longobardi che non patisce la distorsione di un’ottica tutta italiana. Di questo popolo interessantissimo, adatto a un’analisi antropologica e non solo storica, Jarnut segue in alcuni capitoli caratteri e mobilità (forse in Scandinavia, certamente nella Germania settentrionale e nelle odierne Boemia e Ungheria) precedenti la famosa invasione italiana del VI secolo. È un popolo fortemente caratterizzato da un atteggiamento di migrazione totale: non si espande in Italia (come faranno poi i Franchi nell’VIII secolo), ma vi si trasferisce integralmente, lasciando ben poco di sé nelle regioni di provenienza. Il nuovo insediamento italiano fu poi definitivo, e i Longobardi interpretarono in modo «germanico» modelli bizantini (di Bisanzio erano stati alleati militari), tradizioni circoscrizionali romane e schemi culturali dell’antichità, costituendo per l’Italia la più importante cinghia di trasmissione fra il tardo impero romano e il pieno Medioevo. L’Italia divise in due le vocazioni e i destini dei Longobardi, perché a nord, nella «Langobardia», posero le premesse per il «Regnum Italicum» e per i contatti con altri popoli germanici; a sud, dove dominarono più a lungo, ebbero contatti stretti con i popoli mediterranei. Il loro cammino verso una vera integrazione latino-germanica fu interrotto dall’invasione di Carlomagno. Di questi aspetti Jarnut dà conto in pagine che non rinunciano alla narrazione e che contengono, utilmente, tutte le informazioni di base.
Riproducendo i materiali che avevano segnato ascesa e caduta del regime, De Felice ha inteso fornire la visione diretta di una traiettoria storica: in altri termini il fascismo non è sempre stato la stessa cosa e nell'arco dei suoi vent'anni - dai fasci di combattimento alla presa del potere, dalla costruzione del regime alla guerra, fino all'esperienza della Repubblica Sociale - ha cambiato più volte la propria fisionomia e, con essa, il suo rapporto con gli italiani. Non esiste cioè "il fascismo", ma uno sviluppo storico del fascismo. Al volume è allegata l'edizione multimediale di "Mussolini", in 4 cd rom.
A conclusione e coronamento del lavoro di Brunetta sulle epoche e sugli spazi della cinematografia mondiale, un volume dedicato alla teoria del cinema, per analizzare i generi e gli orientamenti critici, le tecniche di doppiaggio e quelle degli effetti speciali, le nuove tecnologie di ripresa e di visione che stanno rivoluzionando la settima arte.
Quest'antologia ripercorre le tappe principali del genere epigrammatico in Italia, dagli umanisti del Quattrocento al Novecento. Genere considerato minore, l'epigramma è stato tuttavia coltivato da molti scrittori e poeti: Machiavelli e Ariosto; Alfieri, Foscolo e Leopardi; Saba, Montale, Bassani, Fortini e Pasolini. Racchiuso in poche righe condite di grande ironia, e talvolta di qualche veleno, l'epigramma ride non solo dell'uomo ma anche della cosiddetta grande poesia, spesso troppo pomposa e complicata.