Con questo libro, Sean Carroll, fisico teorico e tra gli scrittori di scienza più famosi al mondo, riscrive la storia della fisica del XX secolo. "Qualcosa di nascosto a fondo" dimostra che affrontare il principale enigma della meccanica quantistica significa trasformare completamente il modo in cui pensiamo allo spazio e al tempo. Carroll riconcilia la meccanica quantistica con la teoria della relatività di Einstein, e questo cambia davvero tutto. La maggior parte dei fisici non ha mai ammesso la spiacevole verità: la fisica è in crisi dal 1927. La meccanica quantistica ha sempre mostrato lacune evidenti, che semplicemente si è preferito ignorare. I divulgatori sottolineano quanto vi sia di misterioso e impossibile da capire. I professori scoraggiano gli studenti dall'inoltrarsi nel «vicolo cieco» delle basi della teoria quantistica. Carroll invece, con questo libro audace quanto plausibile, afferma che la crisi può trovare una sua fine. Dobbiamo solo accettare che ci sia piú di uno di noi nell'universo. Ci sono molti e molti Sean Carroll. Molti di ognuno di noi. Copie di ognuno di noi vengono generate migliaia di volte al secondo. In accordo con la teoria dei comportamenti quantistici dei molti mondi, ogni volta che si verifica un evento quantistico, un mondo si divide insieme a tutto ciò che contiene, a eccezione di quell'altro mondo in cui l'evento non si è verificato. Passo dopo passo e con lucidità, Carroll affronta le principali obiezioni a questa sorta di rivelazione ultraterrena, fino a quando la sua tesi non risulterà inesorabilmente dimostrata.
Indomabile, bellissima, determinata e, a suo modo, inconsapevole: Mina Settembre è un altro personaggio femminile creato da Maurizio de Giovanni. Cacciarsi nei guai, poi, quando tutto sembra perduto, risolvere la situazione con un colpo di genio e una buona dose di follia: non fa altro Gelsomina Settembre, detta Mina, tanto coscienziosa quanto incantevole - e suo malgrado provocante - assistente sociale presso il Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest (per inciso, del Consultorio Est non c'è traccia). Sempre per una buona causa, però, per correre in aiuto di chi è stato meno fortunato di lei, cresciuta fra gli agi dell'alta borghesia, senza problemi a parte una madre e un fisico «ingombranti». Poco importa se, come accade in questo freddo gennaio, ciò significa mettersi contro una famiglia dal nome pesante, di quelle che nei vicoli della città vecchia decidono ogni cosa. Mina non si tira indietro, anzi, trascina con sé - in una missione di soccorso che corre parallela alle indagini della magistratura, condotte da una sua vecchia conoscenza - le amiche più care. E due uomini resi temerari solo dall'adorazione che hanno per lei.
Ottobre e suo padre vivono nella foresta, e gli alberi, le rocce, lo stagno e le stelle sono i loro migliori amici. Sono selvaggi e sono contenti così. Un pomeriggio d'inizio autunno, la ragazza salva un piccolo barbagianni e inizia a prendersene cura. Le sembra di aver raggiunto il culmine della felicità quando improvvisamente, proprio il giorno in cui compie undici anni, tutto cambia. Suo padre cade da un albero e rimane sospeso tra la vita e la morte. E la donna che si definisce sua madre la porta via con sé, lontano dalla foresta, nel grigio della città... Un libro di narrativa illustrato per ragazzi e ragazze dagli 11 anni, un romanzo ricco di suggestioni poetiche sulla forza e la bellezza della natura selvaggia, e sullo struggente desiderio di spiegare le ali per seguire i propri sogni. Un racconto appassionante e ricco di avventura, perfetto per lettori che vogliano immergersi in una storia dal sapore classico e insieme moderno. Età di lettura: da 11 anni.
Paul Temple è un giovane scrittore americano in visita a Venezia. Riservato e ambizioso, è in cerca dell'ispirazione per una nuova opera. Venezia è una meraviglia per gli spiriti affamati di bellezza: la laguna, le botteghe degli antiquari, le vetrine con i liuti rinascimentali, le passeggiate nel mercato, tra oche infuriate e tinozze che brulicano di anguille. In uno dei salotti cosmopoliti e artistici della città Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, occhi azzurri e una spolverata di efelidi sulle guance, pare la musa di un preraffaellita. La loro liaison amorosa si dispiega tra canali, dissertazioni sull'arte e persino una seduta spiritica. Ma Annelien ha un segreto, un mistero dal passato che rende lei infelice e il loro un amore impossibile.
"È il momento di farsi un viaggio. Scegliete il vostro oceano". Così diceva Reuben Applewood ai suoi cugini ogni volta che le cose si mettevano male e bisognava mantenere la calma. Gli abitanti di questo romanzo, di viaggi ne hanno fatti parecchi: dagli anni Cinquanta del Novecento al primo decennio del ventunesimo secolo, da una Georgia ancora segregata alla New York della prima presidenza Obama, attraverso un'America in radicale mutamento. Sono individui indimenticabili, i Vincent e gli Applewood, i Camphor e i Christie. Famiglie importanti o poveri diavoli, semianalfabeti ed eruditi, bianchi e neri, che affrontano con resilienza e tridimensionale umanità il viaggio della vita. E ci mancano irrimediabilmente, appena escono dalla pagina. È una notte del 1966 nella Buckner County, in Georgia, quando Agnes Miller, l'esuberante figlia diciannovenne del diacono locale, con lunghe gambe da majorette e grandi speranze, svolta in Damascus Road assieme al suo fidanzato. È lì, in quella via buia e isolata, che la brutale polizia bianca del posto intima ai due ragazzi di accostare l'auto. Dopo, nulla è più come prima. Non lo è per Claude Johnson, che andrà incontro al suo solitario destino. Non lo è per Eloise Delaney, l'amica intima di Agnes, che, guidata dalla forza del suo amore giovanile, passerà il resto della vita a superare barriere: quella che impedisce a una donna nera di volare, come la sua eroina Bessie Coleman, e quella che le vieta di amare chi e come vuole. E naturalmente nulla sarà più come prima per Agnes, che abbandonerà il Sud della sua giovinezza per trasferirsi nel South Bronx e sposare Eddie Christie, un veterano della Marina rientrato dal Vietnam con qualche rotella fuori posto e un solo amuleto a cui aggrapparsi: una copia consunta, sgraffignata d'impulso a un ufficiale, di "Rosencrantz e Guildenstern sono morti" di Tom Stoppard, da quel momento reliquia e guida spirituale per la sua vita a venire. Regina Porter segue le loro vicende comiche e struggenti, e segue quelle delle loro figlie diversissime, l'infermiera Beverly, squinternata e generosa, e la studiosa Claudia, esperta di Shakespeare e sposata con Rufus Vincent, unico figlio (legittimo) dell'affascinante James Vincent, e fratellastro (ignaro) del bruno Hank Camphor. E quindi ci racconta dei Camphor, e poi dei loro vicini di casa Applewood, e dei legami di questi con i Miller e con i Delaney. E a ogni nuova entrata e uscita di scena il cammeo si fa affresco, e il monologo coro. Dall'individuo alla famiglia, dalla famiglia alla società, fino all'America intera, raccontata attraverso le sue tensioni razziali, le contrapposizioni di classe, le tematiche di genere, le guerre, le migrazioni dal Sud dell'Unione al Nord. Ogni voce cattura la scena e il nostro cuore per un tratto di strada, prima di lasciare il testimone alla successiva. Proprio come nel viaggio della vita, dove «siamo contemporaneamente gli eroi della nostra storia e le comparse di quella degli altri».
Per duemila anni, fino a metà del secolo scorso, le comunità di una vasta regione montuosa del Sud-est asiatico hanno tenacemente resistito all'idea di integrarsi in una qualche forma di dominio da parte dello Stato. Zomia è il nome di quest'area d'insubordinazione che non appare su alcuna carta (una zona montagnosa grande come l'Europa, che attraversa cinque nazioni del Sud-est asiatico e quattro province della Cina), ed è il vasto altopiano dove trovarono rifugio circa cento milioni di persone unite dalla volontà di sfuggire al controllo dei governi delle pianure. Trattati come «barbari», questi popoli nomadi misero in atto strategie di resistenza a volte sorprendenti per evitare lo Stato, sinonimo di lavoro forzato, tasse, epidemie e leva militare obbligatoria. Favorirono pratiche agricole che incentivavano la mobilità residenziale, insieme a forme sociali egualitarie, fondate sull'eclettismo religioso e l'accoglienza. Alcuni popoli decisero persino di abbandonare la scrittura per evitare l'appropriazione della loro memoria e della loro identità, mentre l'oralità consentiva di riformulare continuamente la negoziazione degli accordi tra gruppi. Zomia ci rammenta che «civiltà» può essere sinonimo di oppressione e che il significato della storia non è così univoco come pensiamo.
Nel mondo occidentale lo zucchero ha conosciuto per secoli usi marginali o fortemente caratterizzati - farmaco, conservante, spezia, condimento, decorazione -, e soltanto a partire dall'Ottocento ha avuto una crescente, straordinaria fortuna, divenendo uno dei principali prodotti dell'industria alimentare. In questo classico di cultura antropologica e di storia dell'alimentazione, Sidney Mintz indaga le ragioni che hanno portato questa sostanza a divenire da cibo esclusivo dei re ingrediente ricercato e costoso sulla tavola degli aristocratici, e quindi a componente essenziale della dieta del nuovo proletariato industriale. L'antropologo americano traccia un'ampia storia della produzione, della diffusione e del consumo dello zucchero in Occidente e analizza le trasformazioni più evidenti che esso ha indotto nella storia dello schiavismo, del colonialismo e dell'industrializzazione; ma si sofferma anche su quegli aspetti più reconditi che hanno portato lo zucchero a «penetrare i comportamenti sociali», aprendo prospettive inesplorate nel campo dell'antropologia delle società occidentali. Lo zucchero, secondo Mintz, ha contribuito largamente alla trasformazione del modo di vita e delle abitudini alimentari, conferendo all'idea di dolcezza un nuovo significato culturale.
Che cosa intendiamo con la parola politica? Perché certe istituzioni o certe modalità di azione vengono definite politiche? Quali tratti le caratterizzano, distinguendole da altri tipi di azioni o istituzioni sociali? Questo volume intende proporsi come un'introduzione complessiva alla filosofia politica, con particolare attenzione ai problemi del tempo presente. La prima parte presenta al lettore i grandi temi che stanno alla base della riflessione sulla politica: da un lato il rapporto tra politica ed etica, dall'altro la centralità, sottolineata dai teorici del realismo politico, della lotta per il potere, del conflitto e della violenza. La seconda parte delinea le coordinate fondamentali delle grandi teorie politiche, liberalismo, socialismo e democrazia, e le loro molteplici intersezioni e declinazioni, che hanno concorso a formare gli assetti dei moderni Stati costituzionali, con le loro grandi acquisizioni ma anche con i loro limiti. La terza parte si confronta con le questioni, sempre più pressanti nella politica contemporanea, che valicano i confini degli Stati: dal mutamento climatico ai rischi planetari, dalle politiche migratorie alla difesa dei diritti umani, dalla giustizia economica globale alla prospettiva di un nuovo cosmopolitismo. Sono queste le nuove poste in gioco e le inedite frontiere con le quali la filosofia politica si deve oggi misurare.
L'Italia è sempre stata meta prediletta del turismo internazionale. Poi è arrivata Airbnb. E ha cambiato tutto. La nazione dove 8 cittadini su 10 vivono in una casa di proprietà e dove 4 giovani su 10 non hanno lavoro, ha fiutato l'affare. Così chi ha ereditato l'appartamento ma non il posto fisso ha cominciato a ricavare dalle quattro mura il proprio sostentamento. Oppure ha trovato spazio nel vasto indotto dell'ospitalità. Quest'attivismo si scontra con una militanza di segno opposto. I comitati anti-movida, gli urbanisti preoccupati dallo snaturamento delle città d'arte e la disneyficazione dei nostri borghi. A cui si aggiungono le accuse di elusione fiscale e di concorrenza sleale agli albergatori; e la guerra è servita. Entrambe le fazioni hanno le loro ragioni. L'unica maniera sensata di uscire dal conflitto è governare il fenomeno. Come hanno fatto in varie città europee. E non solo.
Il gesto di Caino è senza pietà: uccide il fratello spargendo il suo sangue sulla terra. Non lascia speranza, non consente il dialogo, non ritarda la violenza efferata dell’odio. È da questo gesto che la storia dell’uomo ha inizio. Sappiamo che l’amore per il prossimo è l’ultima parola e la piú fondamentale a cui approda il logos biblico. Ma non è stata la sua prima parola. Essa viene dopo il gesto di Caino. Potremmo pensare che l’amore per il prossimo sia una risposta a questo gesto tremendo? Potremmo pensare che l’amore per il prossimo si possa raggiungere solo passando necessariamente attraverso il gesto distruttivo di Caino? Quello che è certo è che nella narrazione biblica l’amore per il prossimo viene dopo l’esperienza originaria dell’odio.
I Romani sapevano di discendere da un advena, uno che viene da fuori, accompagnato da fuggiaschi che avevano attraversato il mare rischiando mille volte di morire e scomparire nelle acque. «L'impero romano, - scrisse Seneca, - ha come fondatore un esule, un profugo che aveva perso la patria e si portava dietro un pugno di superstiti alla ricerca di una terra lontana... Farai fatica a trovare ancora una terra abitata dagli indigeni: tutto è il risultato di commistioni e di innesti». I Greci al contrario pensavano di essere nati dalla terra, come un albero. Gli Ateniesi si vantavano di essere autoctoni: il loro primo re, Cecrope, era sbucato dal suolo come un serpente e per questo aveva la parte inferiore del corpo coperta di scaglie. «Noi siamo stati sempre qui, - dicevano, - la nostra gente è nata da questa terra; possiamo accogliere i supplici e gli stranieri, anzi è la nostra legge a imporlo, ma i veri Ateniesi saremo sempre noi, i figli del serpente». I Romani non pensavano cosí. Il loro eroe fondatore veniva da una terra lontana, ma arrivando non trovò il deserto: solo uomini selvatici e primitivi. Eppure non li volle come schiavi ma come compagni.
Analizzando i fenomeni culturali, politici, economici e pop più significativi dei nostri tempi - dalle comunità dei super-utenti di Lego alla nuova Chiesa di papa Francesco - "New Power" ci mostra come il potere, negli ultimi anni, sia radicalmente cambiato. E come, in un presente in continua evoluzione, riuscire a interpretarlo. Offrendoci, inoltre, una serie di consigli pratici per comprendere al meglio il nostro ruolo in questo scenario e provare ad avere successo nel liquido amniotico in cui galleggiamo.