Articolo. UNA CHIESA CHE PUÒ E NON PUÒ CAMBIARE. Le dinamiche della tradizione -
Articolo. UN POSSIBILE PERCORSO DI PERDONO -
Articolo. L'EUCARISTIA: PREMIO PER I SANI O MEDICINA PER I MALATI? NUOVI ORIZZONTI DI TEOLOGIA A PARTIRE DALLE ANAFORE D'ORIENTE E D'OCCIDENTE -
Intervista. MATRIMONIO E CONVERSIONE PASTORALE. Intervista al cardinale Christoph Schönborn -
Focus. IL VENEZUELA, UN PAESE INDEBOLITO E DIVISO -
Note e Commenti. L'INFORMAZIONE, LA CHIESA, IL REGNO DI DIO -
Rivista della Stampa. IL CINEMA TRA STORIA E RELIGIONE -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Articolo
UNA CHIESA CHE PUÒ E NON PUÒ CAMBIARE. LE DINAMICHE DELLA TRADIZIONE
Howland T. Sanks S.I.
L’articolo considera come possiamo avere sia continuità sia discontinuità nella tradizione, esaminando innanzitutto i contributi alla discussione dati da Vincenzo di Lerino, Yves Congar e John Henry Newman; poi offre un nuovo modo di riflettere sul problema basato sul concetto di habitus teorizzato da Pierre Bourdieu. L’autore sostiene che noi dovremmo concentrarci più sul processo di «tramandare» che sui testi o formulazioni verbali, perché è la prassi di tutto il Popolo di Dio che costituisce la «tradizione».
Articolo. I SANTI EVANGELIZZATORI DI POPOLI -
Articolo. SACRAMENTALITÀ DEL MATRIMONIO: SOSTEGNO, DISPIEGAMENTO E TRIONFO ESCATOLOGICO -
Articolo. IL DISCERNIMENTO MANAGERIALE -
Focus. LA RIFORMA DELLA SCUOLA -
Focus. L'ECUADOR, ALLA RICERCA DI UN NUOVO MODELLO -
Vita della Chiesa. «NON AVERE PAURA DELLA FRESCHEZZA DELLA CHIESA». Papa Francesco in Ecuador, Bolivia e Paraguay -
Rivista della Stampa. UNO SGUARDO INTERDISCIPLINARE ALLA REALTÀ DELLA FAMIGLIA NELLA CHIESA -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Articolo
I SANTI EVANGELIZZATORI DI POPOLI
Diego Javier Fares S.I.
La spiritualità e la teologia dell’Evangelii gaudium e della Laudato si’ trovano ispirazione in santi e sante come quelli che Papa Francesco ha canonizzato con la procedura — prevista nel diritto della Chiesa — della «canonizzazione equipollente». Essa si usa quando da tanto tempo un uomo o una donna è beato/a ed è oggetto di venerazione da parte del popolo di Dio; di fatto è venerato/a come santo/a, e non si fa il processo del miracolo. Questi santi sono stati evangelizzatori di popoli, con un Vangelo testimoniato con la loro stessa vita. Nell’articolo viene presentata, a mo’ di icona, un’unica immagine di ogni santo/a: quella in cui si può sentire come questi santi si sono conquistati l’affetto dei popoli in cui si sono inculturati e di cui hanno evangelizzato la cultura.
Articolo. «LAUDATO SI'». Guida alla lettura dell'enciclica di Papa Francesco -
Articolo. LE SFIDE APERTE SULLA «CASA COMUNE» L'ENCICLICA OLTRE LE CRITICHE IDEOLOGICHE -
Articolo. POVERTÀ E FRAGILITÀ DEL PIANETA -
Articolo. APPROCCIO POETICO ALL'ECOLOGIA. Da Shakespeare A Eliot -
Articolo. CANZONE ITALIANA E DIFESA DELL'AMBIENTE -
Focus. LA SANTA SEDE E LO STATO DI PALESTINA -
Focus. SVOLTA POLITICA IN SPAGNA? -
Arte Musica Spettacolo. «MIA MADRE», UN FILM DI NANNI MORETTI -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Articolo
«LAUDATO SI'». GUIDA ALLA LETTURA DELL'ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO
Antonio Spadaro S.I.
«Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». Questa è la domanda che vive al cuore della Lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si’. Sulla cura della casa comune, pubblicata il 18 giugno scorso. Non una domanda ideologica, né «tecnica», ma un interrogativo forte che pone la questione ecologica come centrale per la nostra umanità. L’enciclica mostra come la preoccupazione per l’ecologia umana e ambientale sia una dimensione fondamentale della fede per la salvezza dell’uomo e per la costruzione del vivere sociale. Essa è dunque parte della dottrina sociale della Chiesa. L’articolo offre una guida ragionata alla lettura, proponendone anche una sintesi.
«CUSTODIRE L'INTERA CREAZIONE». Un servizio del Vescovo di Roma
Tra poco sarà pubblicata l'Enciclica di Papa Francesco sull'ecologia. Il Magistero della Chiesa porterà così la tematica ambientale al cuore della sua dottrina sociale. L'Editoriale espone in sintesi il percorso ecologico che i Pontefici hanno indicato negli ultimi 50 anni fino a Francesco, il quale, all'inizio del suo Pontificato, ha detto che «custodire l'intera creazione» è «un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere». Papa Francesco ha sempre puntato all'armonia fra tutti gli esseri viventi: ha una visione antropologica, ma non antropocentrica. Il suo impegno ci spinge verso una spiritualità ecologica, cioè a una vita spirituale e sacramentale che non sia avulsa dal fatto che abitiamo il creato come una «casa».
Articolo. LA FIGURA DEL VESCOVO IN PAPA FRANCESCO -
Articolo. LUCI E OMBRE NELLA POESIA DI EUGENIO MONTALE -
Focus. LA DEONTOLOGIA DEI GIORNALISTI -
Focus. ISRAELE: IL IV GOVERNO NETANYAHU -
Vita della Chiesa. VERSO IL CONVEGNO ECCLESIALE DI FIRENZE -
Intervista. «CHIESA DI PURI» O «NASSA COMPOSITA»? Intervista a Jean-Miguel Garrigues O.P. -
Note e Commenti. SPIRITUALITÀ PER LA QUARTA ETÀ -
Arte Musica Spettacolo. «L'AMORE NON PERDONA», UN FILM DI STEFANO CONSIGLIO -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Articolo
LA FIGURA DEL VESCOVO IN PAPA FRANCESCO
Diego Javier Fares S.I.
Aprendo i lavori della 68a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana il 18 maggio scorso, Papa Francesco ha chiesto ai vescovi di essere non «piloti», ma veri «pastori». Più volte il Pontefice ha fatto appello ad essere «vescovi pastori, non prìncipi». Con due semplici movimenti da pastore e non da principe, Francesco, appena eletto Papa, si è collocato nella grande tradizione della Chiesa e del Vaticano II, e ha generato un nuovo dinamismo spirituale nel Popolo fedele di Dio. È possibile concentrare in un’immagine pienamente pastorale la figura del vescovo secondo Papa Francesco: è l’immagine del «pastore con l’odore delle pecore». È un’immagine capace di unificare in sé le altre figure che il Papa ci va proponendo: quella del pastore vicino a tutti, che cammina con il suo popolo ed è uomo di comunione.
Articolo. MISERICORDIA E VERITÀ -
Articolo. L'ITALIA ENTRA NELLA «GRANDE GUERRA» -
Articolo. QOÈLET, NICODEMO E LA VITA ETERNA -
Focus. IL DIVORZIO BREVE -
Focus. LA FRANCIA E LA TENTAZIONE DELLA PAURA -
Profilo. IL MARTIRIO DI RUTILIO GRANDE -
Rivista della Stampa. «ITALICI» PER UN FUTURO GLOCAL -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Articolo
MISERICORDIA E VERITÀ
Gian Luigi Brena S.I.
Uno dei temi chiave emersi nel recente Sinodo Straordinario sulla famiglia è stata la domanda: come conciliare dottrina e misericordia? L’articolo propone qualche riflessione sul tema, esprimendo la convinzione che occorre non considerarle divergenti: la misericordia è, infatti, essa stessa dottrina. La misericordia consente di tener salda la fedeltà alla verità. La missione pastorale richiede che si accettino e si accolgano anzitutto le persone in carne e ossa. Questo può e deve essere fatto senza rinunciare alla verità cristiana, ma anzi aiutando le persone a conoscere meglio tale verità, ad assimilarla e a realizzarla nella vita. La priorità data alle persone è in sintonia con l’atteggiamento della misericordia, perché consente di accogliere tutti senza condizioni previe e valorizzando anzitutto il desiderio delle persone di avvicinarsi al Signore.
Nell’ultima pubblicazione - n° 3957 del 02/05/2015
Editoriale. MORTE CERTA, MORTE PROBABILE. La tragedia dei migranti -
Intervista. INTERVISTA AL CARD. ROBERTO TUCCI S.I. SUL CONCILIO VATICANO II -
Articolo. LA COMUNIONE SPIRITUALE -
Articolo. RELIGIONE E POLITICA ESTERA: IL CASO ITALIA -
Articolo. LETTERA APERTA A ERMANNO OLMI. A proposito del film «Torneranno i prati» -
Focus. LA GUERRA CIVILE IN SUD SUDAN -
Vita della Chiesa. LA TERRA E IL CIBO. Una riflessione nell'anno dell'Expo 2015 -
Documento. «MISERICORDIAE VULTUS». Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia -
Necrologio. IN RICORDO DEL CARDINALE ROBERTO TUCCI S.I. -
Rivista della Stampa. «ANCHE SE TUTTI, IO NO». Un'esperienza ecclesiale di impegno per la giustizia -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Editoriale
MORTE CERTA, MORTE PROBABILE. LA TRAGEDIA DEI MIGRANTI
Un ennesimo naufragio nel Mediterraneo che ha provocato più di 700 vittime. Il Papa ha rivolto un accorato appello alla comunità internazionale perché agisca con prontezza: «Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore». Ci si chiede: perché tanti affrontano un viaggio così rischioso e così costoso? Un sopravvissuto risponde: «Noi non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati. Restare vuol dire “morte certa”, partire vuol dire “morte probabile”. Tu che cosa sceglieresti?». Non si può rimanere sordi. È necessaria una politica europea delle immigrazioni.
Quaderno N° 3956 del 18/04/2015 - (Civ. Catt. II 105-208 )
Articolo
STATO ISLAMICO E ICONOCLASTIA
Giovanni Sale S.I.
Articolo
«IL VANGELO MI SPAVENTA». Il buon vescovo secondo sant'Agostino
Giancarlo Pani S.I.
Focus
LAICITÀ E FEDE: DIRITTO DI ESPRESSIONE
Francesco Occhetta S.I.
Focus
DOPO LE ELEZIONI IN GRECIA
Théodore Kodidis S.I.
Vita della Chiesa
«UOMINI E DONNE CHE ILLUMINANO IL FUTURO». Sette sfide della vita consacrata secondo Papa Francesco
Antonio Spadaro S.I.
Profilo
RUBEM ALVES, POETA E PROFETA DELLA BELLEZZA
Bruno Franguelli S.I.
Rivista della Stampa
PENSARE LA COMUNITÀ NEL TEMPO DELLA POSTMODERNITÀ
Giandomenico Mucci S.I.
Arte Musica Spettacolo
«MOMMY», UN FILM DI XAVIER DOLAN
Virgilio Fantuzzi S.I.
Rassegna bibliografica
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Intervista. INTERVISTA AL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO I -
Articolo. LA RISURREZIONE DI LAZZARO -
Articolo. LA GIOIA DI ANNUNCIARE IL VANGELO -
Focus. UN DOPPIO «SELFIE» DEL PAESE ITALIA -
Focus. INVECCHIARE NEL VENTUNESIMO SECOLO -
Profilo. P. ROBERTO CUÉLLAR E LA «CITTÀ DEI RAGAZZI LAVORATORI» -
Note e Commenti. ASPETTANDO IL CENTENARIO DANTESCO -
Rivista della Stampa. «IL PICCOLO PRINCIPE» E LA BIBBIA -
Arte Musica Spettacolo. «TURNER», UN FILM DI MIKE LEIGH -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Intervista
INTERVISTA AL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO I
Antonio Spadaro S.I.
A fine novembre 2014 Papa Francesco si è recato in Turchia, accolto «con amore e grande onore» dall’abbraccio del Patriarca Bartolomeo I. Nel dialogo — maturato in seguito a quell’incontro — tra il Patriarca Ecumenico e il nostro Direttore emergono i grandi temi della comunione tra la Chiesa Cattolica Romana e la Chiesa Ortodossa, e del rapporto tra Primato e Sinodalità, anche in vista del Grande e Santo Sinodo che si terrà a Istanbul nel 2016. Il Patriarca parla della «leadership straordinaria di Francesco» come «diakonia al servizio della comunione», e anche del messaggio specifico della Chiesa ortodossa al mondo contemporaneo. Nelle risposte del Patriarca si coglie il respiro di una visione ampia delle grandi sfide del nostro tempo e del contributo che i cristiani possono dare per il futuro del pianeta: dall’immigrazione al cambiamento climatico, dall’ingiustizia sociale al fondamentalismo. La religione, «probabilmente la forza più pervasiva e potente della terra», ha pure un compito fondamentale come forza di mobilitazione sociale. La preghiera autentica, dunque, non può essere «una confortevole sensazione di autocompiacimento, ma piuttosto un’esperienza di riconciliazione con tutta l’umanità e con tutta la creazione di Dio».
Nell’ultima pubblicazione - n° 3954 del 21/03/2015
Editoriale. ANNUNCIO DELL'ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA -
Articolo. LA FAMIGLIA E LE SUE CONTRADDIZIONI. Un approccio biblico -
Articolo. LUCIO GERA: UN TEOLOGO «DAL» POPOLO -
Articolo. IL RAGIONAMENTO GIURIDICO E LA PASTORALITÀ DEL DIRITTO CANONICO -
Articolo. LA QUESTIONE ARMENA NEI DOCUMENTI DEGLI ARCHIVI ECCLESIASTICI -
Focus. LA POLITICA DI FRONTE ALLE SFIDE DEL POSTUMANO -
Vita della Chiesa. LA SCOMUNICA AI MAFIOSI -
Intervista. LA DEVOZIONE DELLA CROCE. Un incontro con il regista Paolo Benvenuti -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Editoriale
ANNUNCIO DELL'ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
Alla vigilia della quarta domenica di Quaresima in San Pietro, il 13 marzo 2015, secondo anniversario del suo Pontificato, davanti a una assemblea riunita per celebrare la liturgia penitenziale, Papa Francesco ha annunciato l’indizione di «un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36)». Il Papa ha detto che cosa lo ha spinto a questa decisione: «Ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale; e dobbiamo fare questo cammino».
L’annuncio ufficiale e solenne dell’Anno Santo avverrà con la lettura e la pubblicazione — presso la Porta Santa — della Bolla, nella domenica della Divina Misericordia, festa istituita da san Giovanni Paolo II, che viene celebrata la domenica dopo Pasqua.
L’Anno avrà inizio nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Cristo Re dell’universo e «volto vivo della misericordia del Padre». Inizierà dunque sotto lo sguardo di Maria Immacolata, Mater misericordiae, il prossimo 8 dicembre, che è anche il giorno del 50° anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965. In questo senso il Giubileo si connette esplicitamente con il Concilio e, cadendo a poche settimane dalla chiusura del prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia, acquista un significato davvero rilevante.
L’Anno Santo si concluderà nel giorno in cui si celebra Cristo che giudica la storia dal suo trono che è la croce. E il giudizio coincide con l’amore. Proprio la croce, infatti, «è anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore, sono salvato; se lo rifiuto, sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva» (Parole del Santo Padre durante la Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo, 29 marzo 2013).
L’indizione del Giubileo è annunciata in un contesto penitenziale: esso dunque evoca uno svolgimento sobrio, meditativo, non legato a grandi eventi, ma a una profondità interiore che è una forma di esercizio spirituale.
* * *
Amore e giudizio. La misericordia, possiamo dire, è la parola chiave del Pontificato di Francesco. Essa rappresenta il leitmotiv dei suoi discorsi, delle sue omelie e dei suoi gesti. Il Papa con parole e opere vuole mostrare al mondo il vero volto di Dio.
E in realtà è proprio questo l’intimo significato del Giubileo della Misericordia. Esso affronta con coraggio e con passione la crisi di fede di un mondo che rischia di smarrire il volto di Dio, che appare a molti distante, freddo, o comunque sbiadito, a volte proprio dall’ombra di un «giudizio» non rettamente inteso. Ma l’Anno giubilare anche sostiene e incoraggia la Chiesa nella sua «missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia» (Omelia di Papa Francesco, 13 marzo 2015).
Ecco il punto centrale, il cuore del messaggio del Giubileo: «Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi, e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte rimangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono» (ivi).
È proprio il Papa a dirlo con chiarezza, meditando il Vangelo della celebrazione penitenziale (Lc 7,36-50): «In questo brano ritornano con insistenza due parole: amore e giudizio. C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi». E prosegue: «Questa donna ha veramente incontrato il Signore. Nel silenzio, gli ha aperto il suo cuore; nel dolore, gli ha mostrato il pentimento per i suoi peccati; con il suo pianto, ha fatto appello alla bontà divina per ricevere il perdono. Per lei non ci sarà nessun giudizio se non quello che viene da Dio, e questo è il giudizio della misericordia. Il protagonista di questo incontro è certamente l’amore, la misericordia che va oltre la giustizia» (ivi, corsivo nostro).
Alla figura della peccatrice il Papa contrappone quella di Simone, il padrone di casa, il fariseo che, al contrario, «non riesce a trovare la strada dell’amore. Tutto è calcolato, tutto pensato… Egli rimane fermo alla soglia della formalità. È una cosa brutta l’amore formale, non si capisce. Non è capace di compiere il passo successivo per andare incontro a Gesù, che gli porta la salvezza. Simone si è limitato ad invitare Gesù a pranzo, ma non lo ha veramente accolto. Nei suoi pensieri invoca solo la giustizia e facendo così sbaglia. Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità e non gli permette neppure di comprendere chi è il suo ospite» (ivi, corsivo nostro).
Più volte il Papa si è espresso dipingendo il volto della Chiesa come «la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta» e ha messo in guardia da altre immagini che anche gli stessi uomini di Chiesa possono proiettare su di essa come un’ombra. Accade, infatti, a volte come a Giuda, che «non ha saputo leggere la misericordia negli occhi del Maestro» (Papa Francesco, Aprite la mente al vostro cuore, Milano, Rizzoli, 244).
* * *
La «logica» di Dio. Allora questo Anno giubilare, che sarà inaugurato tra sette mesi, sarà anche un invito alla Chiesa nel suo insieme alla conversione profonda, una conversione missionaria del cuore e della mente. È un cambiamento di «logica» (cfr Papa Francesco, La logica dell’amore, Milano, Rizzoli, 2015). La «logica» di cui parla Francesco è la logica di Dio, il suo modo di guardare al mondo, alla storia, all’umanità e al singolo essere umano. È quella che san Paolo definisce «i sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). La parola italiana «sentimenti» traduce il greco phronesis. Ricordiamo che per Aristotele essa non è la «sapienza» (cioè la sophia), ma la capacità di riflettere e di decidere quale deve essere il fine e di intuire qual è il giusto modo per raggiungerlo: il criterio di azione.
In una delle omelie più «fondative» e programmatiche del suo pontificato, nella Messa del 15 febbraio 2015 con i nuovi cardinali creati il giorno precedente, il Papa ha parlato di questa «logica», dicendo: «Gesù rivoluziona anche le coscienze nel Discorso della montagna (cfr Mt 5), aprendo nuovi orizzonti per l’umanità e rivelando pienamente la logica di Dio. La logica dell’amore che non si basa sulla paura, ma sulla libertà».
Il Papa ha proseguito descrivendo «due logiche di pensiero e di fede: la paura di perdere i salvati e il desiderio di salvare i perduti. Anche oggi accade, a volte, di trovarci nell’incrocio di queste due logiche: quella dei dottori della legge, ossia emarginare il pericolo allontanando la persona contagiata; e la logica di Dio che, con la sua misericordia, abbraccia e accoglie reintegrando e trasfigurando il male in bene, la condanna in salvezza e l’esclusione in annuncio. Queste due logiche percorrono tutta la storia della Chiesa: emarginare e reintegrare».
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Una forza di reintegrazione. La misericordia è la potente forza di reintegrazione che sgorga dal cuore di Cristo e, grazie alla Chiesa, può toccare ogni persona umana, anche la più distante da Dio. In particolare i sacerdoti sono «ministri della misericordia»: il Papa lo ha ricordato ai partecipanti al Corso promosso dalla Penitenzieria Apostolica proprio il giorno precedente l’annuncio dell’Anno giubilare, nominando ben otto volte «la misericordia». Il sacramento della penitenza deve dunque essere «un incontro liberante e ricco di umanità, attraverso il quale poter educare alla misericordia, che non esclude, anzi comprende anche il giusto impegno di riparare, per quanto possibile, il male commesso».
Questa forza di reintegrazione — che, come ha detto il Papa, salva il peccatore anche dallo zelo cieco di coloro che sono pronti a lapidare, ritenendo di applicare la Legge — è resa in immagine dalla guarigione del lebbroso: «[Gesù] l’ha voluto toccare, l’ha voluto reintegrare nella comunità, senza “autolimitarsi” nei pregiudizi; senza adeguarsi alla mentalità dominante della gente; senza preoccuparsi affatto del contagio. Gesù risponde alla supplica del lebbroso senza indugio e senza i soliti rimandi per studiare la situazione e tutte le eventuali conseguenze! Per Gesù ciò che conta, soprattutto, è raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio. E questo scandalizza qualcuno! E Gesù non ha paura di questo tipo di scandalo! Egli non pensa alle persone chiuse che si scandalizzano addirittura per una guarigione, che si scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali, a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purità ritualistica. Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall’accampamento (cfr Gv 10)» (Omelia di Papa Francesco, 15 febbraio 2015).
Il Papa ha parlato di «schemi mentali e spirituali», facendo riferimento a un’altra logica, come si è detto, che deve sostenere, nel prossimo Anno giubilare, anche la riflessione e lo studio. Francesco lo ha scritto appena dieci giorni prima del suo annuncio del 13 marzo in una lettera al cardinal Poli per il centesimo anniversario della Facoltà teologica della Pontificia Universidad Católica Argentina: «La teologia sia espressione di una Chiesa che è “ospedale da campo”, che vive la sua missione di salvezza e guarigione nel mondo. La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù. Vi incoraggio a studiare come nelle varie discipline — la dogmatica, la morale, la spiritualità, il diritto e così via — possa riflettersi la centralità della misericordia. Senza la misericordia la nostra teologia, il nostro diritto, la nostra pastorale corrono il rischio di franare nella meschinità burocratica o nell’ideologia, che di natura sua vuole addomesticare il mistero. Comprendere la teologia è comprendere Dio, che è Amore».
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Un Giubileo sulla questione di Dio. Dunque in questo Anno giubilare la Chiesa, «ospedale da campo», si sente già impegnata sul fronte del ministero dell’annuncio e della riconciliazione, come anche sul fronte della riflessione e del pensiero. Le letture per le domeniche del Tempo Ordinario saranno prese dal Vangelo di Luca, che è chiamato «l’evangelista della misericordia». Dante Alighieri lo definisce scriba mansuetudinis Christi, «narratore della mitezza di Cristo», anche a causa delle note parabole della misericordia presenti nel suo Vangelo: la pecora smarrita, la dramma perduta, il padre misericordioso.
L’organizzazione di questo Giubileo è stata affidata dal Pontefice al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo. E questo, tra l’altro, conferma il fatto che la sfida è davvero grande, soprattutto per l’Occidente secolarizzato: non solo una riflessione sui modi pastorali, ma l’impegno a riaprire in termini non soltanto astratti, ma esistenziali, la questione di Dio, su chi sia Dio, sul suo volto, in un mondo che ormai agisce etsi Deus non daretur, cioè a prescindere dalla sua esistenza, non riconoscendone il volto e la rilevanza. Perché — come il Papa ha detto più volte (cfr Omelia di Papa Francesco, Piazza San Pietro, 16 giugno 2013) — non riconosce più il Misericordioso.