Il volume propone due saggi: il primo "Le dolci ansie della nuova stagione" affronta il tema della vicenda di Giovanni Drogo, scandagliando il testo in alcuni dei suoi passaggi più significativi, per porre in evidenza come il cammino del protagonista, nel gravoso intento di prepararsi ad affrontare il nemico, comporti a un tempo il raggiungimento della consapevolezza di sé e l'"omologazione degli opposti". Ne Il deserto dei Tartari gli opposti paiono all'autore del saggio rappresentati dal "nemico empirico", cioè i Soldati del nord, da quello mitico, i Tartari, dal "nemico interno" ovvero le proprie emozioni e passioni, dal "nemico biologico", la morte. In questa che si può considerare una moderna iniziazione al mistero della vita si percepisce l'eco di un approccio mistico al problema dell'autocoscienza, in cui convergono suggestioni derivanti dal pensiero della mistica medievale e di Cusano, ed altre provenienti dalla meditazione orientale, dalle Upanishad allo yoga. L'opera pare cogliere d'istinto echi e suggestioni di quella sensibilità artistica europea che è più attenta al travaglio del vivere, al pensiero della morte intesa come termine capace di dare senso alla vita.
L'avventura coloniale italiana in Etiopia ha rappresentato l'ultimo capitolo della colonizzazione europea in Africa. La conquista dei territori del Corno fu condotta dal governo italiano con largo impiego non solamente di tutti i mezzi che la tecnologia militare di allora offriva, ma anche con l'uso di armi non convenzionali, senza che la comunità internazionale facesse alcun serio tentativo per fermare i massacri in corso. Questo comportamento può essere spiegato con ciò che viene definito "razzismo omologato", cioè un razzismo collaudato e accettato da buona parte dell'allora comunità internazionale che vedeva la distinzione tra bianchi e non bianchi.
L'immagine e la comunicazione sono valori che hanno assunto nella società moderna un'importanza fondamentale. Personaggi, aziende, istituzioni, associazioni, si preoccupano sempre più di comunicare all'esterno la propria immagine, al fine di qualificare la loro presenza. Pertanto una cerimonia, un'occasione di incontro, visite di personalità istituzionali e private non devono scivolare nella banalità né essere confuse o disarticolate, ma dovranno essere gestite con logiche strategiche per diventare un'opportunità di incremento per l'immagine dell'Istituzione, all'Amministrazione, dell'Azienda e di chi le rappresenta. Noi viviamo un'epoca nella quale le relazioni pubbliche e private si sono considerevolmente sviluppate grazie anche alle nuove tecnologie che agevolano e favoriscono questa tendenza. Difatti, esse preparano, amplificano e divulgano messaggi diversificati finalizzati alla funzionalità dell'evento sia esso privato o pubblico, politico o pubblicitario, religioso o laico.
Alla scoperta dei significati profondi de u pisci a mari, un particolare rituale popolare della Sicilia orientale. In coincidenza del solstizio estivo, i pescatori simulano una solenne quanto complessa e infruttuosa battuta di pesca; in una crescente sequenza di catture e fughe, u pisci, impersonato da un abile nuotatore, sfugge definitivamente e, novello Colapesce, da preda si trasforma in eroe. La vicenda dell'uomo-pesce coincide con quella eroica dell'individuo, espressione della comunità, che affronta con coraggio e sacrificio il gioco del viaggio della vita con la stessa spontaneità, la stessa determinazione e, si spera, la stessa gioia con cui agiscono i bambini.
Nell'epoca delle neuroscienze, è ancora possibile che gli studi sul Linguaggio tengano conto di convenzioni e regole linguistiche? Il rifiuto dell'ignoto e la mitizzazione delle convenzioni linguistiche, spesso, si fondano integralmente sull' istanza della semantica dell'oblio. Se non si è disposti ad ammetterlo, cosa si può dire di Proust, il quale, attraverso le pagine de La Recherche, ci mette a parte dei propri disagi di natura nevrotico-ossessiva, tanto da denunciarsi incapace di scrivere un'opera narrativa di senso compiuto? Allo stesso modo in cui, nel sogno, ciascuno di noi fa "esperienza" della propria identità originaria, benché ciò avvenga per spostamenti di significati ed elaborazioni secondarie, così nella scrittura, l'Io scrivente si scompone nei volti di protagonisti e deuteragonisti e si ricompone, a poco a poco, nel climax finale. Dire "è rosso" non è lo stesso che dire "mi sembra rosso". Un cervello dice le stesse cose che direbbe una macchina, se sostituita ad esso?
"Il primo problema che si pone al geografo è relativo ai fenomeni che costituiscono il "segmento di realtà" che è occupato dalla geografia, mentre il secondo riguarda il metodo per determinare la loro connessione". Il volume contiene la traduzione di due saggi di Carl Ortwin Sauer la cui edizione ha rappresentato un importante momento per il dibattito sugli indirizzi di ricerca della geografia culturale. Le riflessioni del geografo statunitense, prodotte nell'arco di un ventennio nella prima metà del Novecento, si articolano sui problemi di metodo della ricerca, ma anche sul significato sociale degli studi geografici e sulle motivazioni individuali. Le riflessioni di Sauer, attento analista dei processi di depauperamento dei suoli e dell'interazione tra uomo e ambiente, si rivelano di notevole attualità alla luce dei problemi ambientali del pianeta e della riapertura di un dibattito sui problemi posti dal determinismo al dibattito scientifico.
Il volume presenta, nel rispetto della progressione cronologica, un vasto versante della riflessione traduttologica internazionale, e attraverso un ampio spettro d'interpretazioni, fornisce le coordinate interpretative per l'analisi testuale dei racconti di Poe e per il confronto con le versioni italiane di Vittorini e Manganelli. Attraverso un'analisi condotta sui piani del lessico, della retorica e della sintassi vengono presi in esame i racconti Berenice, The Devil in the Belfry, The Fall of the House of Usher, William Wilson e The Masque of the Red Death. Emerge una nuova idea di "fedeltà", che oppone alla storica strategia della scorrevolezza, dell'appiattimento e dell'invisibilità, una strategia di resistenza, di alterità e di "visibilità" della traduzione.