A quarant'anni di distanza dalla stagione della mobilitazione studentesca, il '68 sembra ancora non avere trovato una sua propria collocazione nella memoria collettiva. Osannato da alcuni, male assoluto per altri. Il tentativo qui sviluppato è quello di capire e strutturare un percorso che parte dalla mobilitazione nazionale per poi legarsi alla mobilitazione di una città di provincia, Catania, disegnando un immaginario culturale e politico, realizzato solo in parte, che ha prodotto un radicale cambiamento della nostra società. Tutto cambia con il '68, la musica, il teatro l'architettura, il cinema, la vita dei militanti. Tutto irrimediabilmente assume contorni diversi, forma e sostanza, cultura e rappresentazione della vita reale. Oggi, di quell'annus mirabilis, rimane la memoria; una memoria irriverente e profondamente divisa.
Qui vengono pubblicati con apparato critico, traduzione, note, Index fontium, e naturalmente con la segnalazione delle divergenze rispetto al testo virgiliano sei Vergiliocentones pagani, ciascuno dei quali preceduto da una breve introduzione: cinque a carattere mitologico, il Narcissus, il Iudicium Paridis, l'Hercules Aetanteus, il Progne et Philomela, l'Europa, che, essendo tutti di piccole dimensioni sono da considerare "minori", più il "De panificio", di soli undici versi (naturalmente, è bene precisarlo, la definizione "minori" non implica un giudizio di merito sulla loro qualità).
"Introducción a Antonieta Madrid" è un saggio che ha al centro del discorso una delle voci più originali della letteratura venezuelana contemporanea. Attraverso l'approssimazione all'autrice, e in particolare a uno dei suoi capolavori, la raccolta di racconti brevi e brevissimi di "Feeling", ci si avvicina alla complessa realtà del Venezuela. Essa è colta nelle sue diverse componenti di lingua, storia e cultura. Partendo dalla modernizzazione tumultuosa, e percorsa da spinte contraddittorie di libertà e tirannide iniziata nei primi del Novecento, si giunge fino alla República Bolivariana di Hugo Chávez del secolo XXI.
Può essere difficile essere siciliano nel mondo. Ed è sicuramente duro il travaglio di chi, nato nel fascismo e educato dal fascismo, cerca nella propria coscienza la via verso il sospirato approdo nei valori della libertà, della democrazia. Su questo duplice percorso esistenziale e culturale si sviluppa il cammino che, sul filo della memoria, Nino Milazzo compie lungo un vasto arco di tempo: dall'infanzia, segnata dalle privazioni e dai traumi della guerra, alla vecchiaia, vissuta con la lucida consapevolezza della distanza che inesorabilmente separa la sua generazione da un mondo in rapida, tumultuosa trasformazione. È un viaggio nei ricordi e nella storia, un viaggio che - passando attraverso le esperienze di un uomo che è stato vicedirettore del Corriere della Sera, vicedirettore de L'indipendente, condirettore de La Sicilia, direttore di Telecolor - incrocia situazioni e protagonisti di una multiforme contemporaneità.
Un viaggio breve ma intenso, dentro una città antica che affonda le sue origini nell'età etrusca, dove storia e leggenda sfumano i loro confini e creano curiose contaminazioni.
Il lavoro si inserisce all'interno di un più vasto progetto di ricerca finalizzato a studiare il processo di istituzionalizzazione e professionalizzazione della scienza economica, nonché i caratteri specifici e distintivi della sua evoluzione nel corso dell'800. All'elaborazione di una scienza economica "concreta", Scuderi aveva cominciato a dedicarsi fin dal 1808 quando era diventato professore cattedratico di Economia presso l'Università di Catania. Sotto la sua direzione, l'economia politica era andata rafforzandosi non solo nel senso di una scienza del commercio e dell'agricoltura ma, soprattutto, nel senso di un'economia civile, di una scienza di "utili verità", sussidio scientifico della politica economica.
Circoscritto nell'ambito di un approccio psicosociale e psicodinamico, il volume propone gli esiti di una ricerca-intervento nell'ambito di un articolato modello di differenti azioni progettuali, rivolte al supporto per minori ed adulti coinvolti in contesti multiproblematici, di violenza e maltrattamento familiare. Le metodologie d'indagine utilizzate hanno consentito l'esplorazione di una serie di dimensioni: la percezione del sostegno sociale; le tipologie ed modelli di rappresentazione familiare; gli stili di parenting; i modelli di operatività educativa, nonché gli aspetti problematici connessi alle esigenze e difficoltà, emotive, d'integrazione e di gestione nel lavoro di rete, individuate negli operatori delle comunità coinvolti nel progetto di ricerca.
Il volume contiene un'analisi dettagliata della legge contro le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali che, in 17 anni di applicazione, ha portato a 181 scioglimenti; la descrizione accurata di una specifica battaglia, ormai quasi ventennale, contro il malcostume dei politici locali che non badano all'odore dei voti, favoriti dall'accorta distrazione degli uomini politici nazionali e dalla cultura politica particolaristica di molti loro elettori. Una battaglia finora combattuta in modo burocraticamente rigoroso, ma senza tener conto delle ragioni profonde delle infiltrazioni mafiose negli enti locali, tanto che la puntuale applicazione della legge, nel solco degli effetti perversi delle politiche pubbliche, rischia di aggravare il problema che intende risolvere. L'esame della difficile applicazione di questo strumento di contrasto e alcune proposte di riforma concludono questo inedito spaccato di una politica antimafia unica per il suo impatto.
Gli autori del libro hanno deciso di scrivere questo volume dopo aver svolto per lunghi anni un concreto lavoro psicologico con individui e gruppi con problemi di autostima. Il titolo del libro, con una carica evidentemente e volutamente provocatoria, nasce come risultato di un'attenta analisi psico-antropologica del fenomeno "autostima" e dopo una profonda rivalutazione della contemporanea rappresentazione sociale del costrutto teorico della stima di sé.
Il testo analizza le condizioni sociali dell'abitare delle nuove popolazioni migranti nel difficile contesto della città meridionale. La presenza sempre più diffusa e visibile dei mondi migranti aumenta la complessità sociale della città frammentata e della comunità imperfetta, apportando turbolenza nei tradizionali meccanismi tesi a produrre ordine sociale. Ai processi di inferiorizzazione materiale e simbolica, che tendono ad annullare qualsiasi forma di visibilità sociale e politica degli immigrati, divenuti capri espiatori delle insicurezze e del degrado urbano, si contrappone una capacità di adattamento, di trasformazione e di rivendicazione che assurge a potenziale risorsa del territorio. L'analisi delle insicurezze urbane, dei disagi legati all'abitare inferiore, delle pratiche quotidiane degli "altri" aiuta a ricostruire su basi inedite il peculiare "effetto urbano" della città, riflesso nelle esperienze e nelle percezioni degli abitanti potenzialmente più a rischio.