Innumerevoli esempi di come grandi casate francesi, tra cui anche i Borbone, monasteri e vescovi della Germania e della Francia hanno accresciuto il proprio prestigio oppure difeso veri o presunti diritti e prerogative creando appositamente scritti attribuiti a epoche remote; ma anche di come brillanti eruditi hanno creato documenti falsi senza fino pratici, unicamente per vanità personale, per ottenere la gloria letteraria. Una storia più che millenaria di come i falsari hanno dato vita a invenzioni a volte anche geniali diventate intoccabili monumenti storici e di come da secoli progressivamente questi stessi monumenti storici ritenuti fondamentali franano, sottoposti all'analisi condotta con strumenti culturali sempre più raffinati.
Promosso dalla Sezione di metodologia dell'Associazione Italiana di Sociologia, il volume presenta una sorta di censimento dei modi in cui la metodologia viene insegnata nelle università italiane - da Torino a Napoli, da Milano a Roma, da Trento a Salerno e Alessandria - a diversi livelli del percorso di formazione degli studenti.
Boccaccio e Verga per la narrativa, Battaglia, Spitzer, Auerbach e Bachtin per la critica, sono i modelli, i numi tutelari di questo volume in cui l'autore riunisce saggi e articoli, scritti o detti per occasioni diverse, di una militanza critica che si produce e agisce in forme e luoghi originali (nella perdurante convinzione che oggi la vera critica militante si fa componendo libri), mantenendone volutamente il carattere di "interventi" non solo nella scrittura di ricca e inventiva discorsività, ma soprattutto nella particolare ottica che unisce l'attenzione all'attualità di un'opera o di un problema con la memoria storica che li rimedita nel tempo: l'occhio (lo sguardo sul presente) e la memoria (anche come valutazione storiografica) nel pervenire al giudizio si avvalgono sempre infatti della interpretazione testuale.
"Feeling" è una raccolta di racconti brevi apparsa per la prima volta nel 1983, ma che ha goduto anche di una ristampa nel 1997. I testi sono carichi di proiezioni nel mondo della letteratura classica, ma la lingua utilizzata rielabora barbarismi e modernismi di ogni genere. Il ricorso alla neologia è frequente e si coniuga con la deformazione grottesca delle parole comuni, così come dei nomi propri, fino a giocare con onomatopee, deformazioni dei caratteri tipografici e spazi bianchi. Ironica e tragica Antonieta Madrid in questo libro cattura il lettore e lo trascina in un mondo di passionalità, visioni oniriche e desideri sempre insoddisfatti. Il ritmo della narrazione, talvolta ricorda l'andamento concitato del thriller, ma in perfetta consonanza tra tema e forma, non manca tra le storie evocate la presenza del delitto, deliberato o del tutto casuale.
Quale ruolo ha il pathos nell'impresa scientifica? Un matematico geniale può cadere vittima del suo stile? Si può pensare scientificamente attraverso una figura retorica? La struttura codificata dell'articolo scientifico ha una funzione rituale? Perché Isaac Newton riscrive lo stesso testo a distanza di trent'anni? La concezione del tempo presso i Greci ci aiuta a capire il successo del lavoro di Watson e Crick sulla struttura del Dna? Questo libro mostra, attraverso l'illustrazione di alcuni casi esemplari, la possibilità di incontro tra due campi del sapere: la retorica, come riflessione sui meccanismi della persuasione, e la sociologia della scienza, interessata a rendere manifesti i condizionamenti sociali della pratica scientifica.
La prevenzione del degrado ambientale, che può apparire, a prima vista, secondario rispetto ad altri che oggi assillano l'umanità, non è solo un problema morale e non costituisce limitazione allo sviluppo ma rappresenta un contributo sostanziale al generale benessere, a condizione che si valuti con rigore l'applicabilità all'ambiente delle nuove conoscenze tecnologiche, in un'ottica nella quale l'ambiente abbia la dignità di soggetto.
Gli scritti raccolti in questo volume si propongono di attraversare, lungo un arco temporale più che trentennale (1881-1916), il progetto filosofico di Roberto Ardigò di dar luogo ad un nuovo modello di filosofia, capace di dialogare attivamente con i risultati delle scienze particolari e di avere, al contempo, una funzione euristico-regolativa del concetto di scienza. Tenendo ben distinti di due campi, e rimarcando gli errori compiuti dall'idealismo e dal razionalismo, Ardigò assume una posizione particolare anche nell'ambito del positivismo europeo, riformando non poco le posizioni di Spencer e di Comte.
Al centro della discussione, giovani connessi 24 su 24 alla rete, protagonisti nelle comunità on line, dotati di io-virtuale su Second Life, che manifestano la voglia di partecipazione all'interno di gruppi ristretti, di piccole tribù nomadi. Una generazione che sfugge alle classificazioni, perché rispetto ai fratelli più grandi o ai genitori ha un ventaglio maggiore di possibilità. Così ognuno costruisce un percorso personale, fatto di passioni e interessi, dando vita a veri e propri palinsesti culturali individuali.
Ripercorrendo in prospettiva storico-evolutiva il rapporto intercorrente fra teatro e sociologia, questo volume rappresenta un tentativo di sistemazione degli approcci relativi alle fondamentali diramazioni di questa relazione. Partendo dal presupposto che la lettura delle microstrutture teatrali non può prescindere dall'ambiente sociale in cui queste hanno avuto origine, si è cercato di analizzare il fenomeno teatrale come processo che si differenzia secondo percorsi che riflettono i mutamenti sociali dei contesti in cui esso si manifesta. Il teatro, infatti, non è altro che la riproduzione degli elementi dell'animo collettivo del tempo i cui meccanismi si sono formati lentamente in dialettica con processi collettivi reali.