L'utilizzo delle parole spesso vincola e limita l'informazione comunicata rendendola parziale. Il disegno in quanto modalità di comunicazione analogica e visuale, può arricchire questa parzialità, ma non il disegno in sé come insieme di tratti colorati (altrimenti si rischierebbe di considerarlo unicamente una tecnica o un compito) ma come mezzo attraverso il quale i soggetti organizzano, strutturano e interpretano se stessi e il proprio mondo sociale e culturale, rivelando al tempo stesso le loro idee, i loro sentimenti e le loro conoscenze. Le immagini, quindi - come d'altronde le foto, i video, il mito (e i miti familiari), i riti sociali - sono fatti di cultura o fatti sociali totali che riflettono il sistema di valori, i codici interpretativi ed i processi cognitivi del loro autore e mettono in scena la realtà sociale e culturale nella sua globalità, permettendo a singoli o gruppi di confrontarsi con molteplici versioni del mondo oltre quella accettata e dominante della propria cultura.
Chi sono i bambini pensati? Sono i bambini o i "bambini negli adulti" che hanno la possibilità di guardare e di essere visti, per poter così guardare a loro volta. Sono coloro che hanno o hanno avuto la possibilità di avere un posto nella mente dell'Altro, di essere stati desiderati dall'Altro. Sono i bambini che sono stati pensati e sognati dall'Altro, l'Altro per loro significativo. Il fatto è che in quanto esseri umani siamo .costituzionalmente. destinati ad inserire noi stessi all'interno di un mondo che ci pre-esiste. Non è possibile quindi negare che la natura di questo "incontro" condizionerà più o meno fortemente il nostro stato di esistente. La cornice teorica di riferimento per questo lavoro è il legame intersoggettivo. Si parla dunque di "contagi", come di "incontri di menti".
Questo volume nasce dalla duplice volontà di ricordare Rosaria Longo nella sua realtà di donna e di studiosa e di proseguire con lei un ideale dialogo teoretico. Per fare ciò, esso affianca ad una prima parte di ricordi personali due sezioni di studi tematici che si concentrano sugli argomenti da lei prediletti e frequentati. La prima, "Ermeneutica, alterità e riconoscimento" (che conta sui contributi di C. Caltagirone, S. Di Bella, G. Furnari, M. Gensabella Furnari, A. Girotti, M. T. Russo, A. Tigano, G. Venuti, C. Vigna) mette in tensione i temi e i metodi dell'ermeneutica con una gamma di questioni che si estende dalla metafisica al pensiero della differenza sessuale, anche attraverso la rilettura di autori come Ricoeur e Pareyson. La seconda sezione, dal titolo "Etica applicata e pratiche filosofiche" (con contributi di A. Cavadi, L. Malusa, D. Miccione, N. Pollastri, F. Pulvirenti, M. Striano), scandaglia l'universo della pratica filosofica sia attraverso il ventaglio della diversità disciplinare (dalla consulenza filosofica alla philosophy for childreen) che attraverso quello della valutazione, con studi che vanno dall'adesione convinta alla netta critica.
Un'esperienza, quella del capitano Morello, letta e proiettata sullo sfondo di una vicenda collettiva di grande impatto, come la repubblica dell'Ossola, e di una militanza in formazioni partigiane assurte quasi a leggenda nella nostra "guerra di popolo". La figura di Giuseppe Burtone viene così via via delineandosi, sottratta al silenzio quasi pudico che l'ha accompagnata per interi decenni, restituita alla pregnanza dei suoi impulsi istintivi, alla maturità di motivazioni che vengono progressivamente dispiegandosi, alla consistenza di consapevolezze morali, civili e politiche forgiatesi nel corso della lotta resistenziale: il sentimento patriottico, la ribellione a una dittatura oppressiva, la cristiana solidarietà con le popolazioni indifese, l'ansia di libertà e la sete di giustizia, l'aspirazione alla democrazia come regola della convivenza e condizione di progresso, la volontà di riscatto della nazione, e poi l'impegno alla partecipazione ai giorni e alle opere della vita pubblica, il servizio alla propria comunità di origine e di appartenenza.
In un'epoca di cambiamenti sociali tra i più dirompenti, il rapido progresso tecnologico, unito a una rete sempre più fitta di connessioni globali, procede di pari passo con la produzione di nuovi rischi, come quelli generati dalle tecnologie atomiche, genetiche e chimiche, dando luogo ad effetti meno facilmente individuabili, ma più prorompenti. I nuovi rischi, infatti, si insinuino ovunque silenziosamente e indipendentemente dalla libera scelta di ognuno, essendo spesso 'respirati o ingeriti" senza che i nostri organi di senso li percepiscano. Le attuali minacce appaiono, dunque, come il lato oscuro della postmodernità che, smentendo la possibilità di un progresso lineare e infinito garantito dalla conoscenza, ha indotto i cittadini a diffidare delle sue promesse. In questa cornice di referenza, leggere gli avvenimenti del tempo presente non è semplice.
Il volume ricostruisce, attraverso l'analisi della vicenda intellettuale del gesuita Giacomo Masò (l626-1674), la genesi di un prezioso codice manoscritto di architettura militare. Lo studio dell'opera di Masò ci permette di collocare l'architettura nell'ordo scientiarum della Compagnia di Gesù e di descrivere il ruolo degli architetti dell'Ordine. Un discorso a parte merita l'architettura militare che molto spesso fu osteggiata dalle gerarchie della Compagnia perché contraria ai precetti del cristianesimo. Non sempre questi divieti fecero desistere i padri dal professare un pubblico interesse per queste tematiche creando non poche frizioni all'interno dell'Ordine, come fu nel caso di Masò. L'unicità dell'opera di Masò risiede, dunque, sia nella sua provenienza gesuitica sia nel suo essere stata elaborata in occasione di un corso di lezioni per i Cavalieri di Malta che il gesuita tenne nell'isola a metà degli anni Cinquanta del XVII secolo. Masò dimostra non solo di conoscere il modo di fortificare alla 'moderna', ma è consapevole di quanto la tradizione italiana ed europea aveva elaborato fino ad allora per far fronte alla novità delle armi da fuoco.
La lettura e la rappresentazione del territorio, con riferimento alla questione ambientale, alla sostenibilità e alla pianificazione territoriale ed ecologica, sono attività multidisciplinari da indirizzare verso approcci integrati e sistemici. Tali approcci consentono di riconoscere e gestire la complessità del sistema di relazioni che coinvolge le attività antropiche e i processi naturali. Dopo l'analisi di specifici ambiti disciplinari (geodesia e cartografia, telerilevamento e uso del suolo, rilievo delle dinamiche territoriali, urbanistica, scienze sociali ed economiche), il testo affronta i temi della complessità, dell'imprevedibilità degli effetti e dell'indeterminazione cognitiva quale guida ai processi di lettura, di analisi, di rappresentazione e di pianificazione degli ambienti urbani, rurali e naturali.
L'osservazione sociologica del rapporto tra uomo e ambiente naturale riconosce primariamente la necessità di definire tale rapporto multidimensionale e multidisciplinare. Con specifico riferimento al Parco dell'Etna ma partire da una serie di assunti relativi alla sostenibilità ed al turismo ecologico, questo volume prospetta la possibilità di scoprire ed individuare nuove relazioni tra natura e cultura, nonché una serie di obiettivi rivolti alla tutela del patrimonio territoriale. Le tematiche presentate sono pertanto molteplici e multidisciplinari, spaziano dall'approccio sociologico a quello economico, geografico-ambientale e giuridico, con l'obiettivo di delineare le principali norme di tutela del patrimonio considerato; da una disquisizione che guardi al parco come luogo dove praticare attività di leisure ad una riflessione dell'utilità del territorio, al fine di orientare possibili progetti di educazione e sensibilizzazione alla tutela dell'ambiente naturale.
L'intervento di artroprotesi totale d'anca rappresenta uno dei maggiori successi della moderna ortopedia in grado di rivoluzionare la progressione di numerose patologie invalidanti, garantendo il ripristino della funzionalità articolare. Protesizzare un'anca significa sostituire l'articolazione coxo-femorale naturale, formata dalla cavità acetabolare e dalla testa del femore, con una articolazione artificiale. Per riprotesizzazione di un'anca si intende un intervento chirurgico complesso di asportazione di una protesi fallita e sostituzione con un nuovo impianto. A causa del numero crescente di artroprotesi primarie d'anca eseguite negli ultimi due decenni, il numero di interventi di revisione è drasticamente in aumento. Lo scopo di questa opera è quello di illustrare le varie proposte che fino ad oggi si sono fatte e si fanno sul modo e sul perché di realizzare la revisione della componente cotiloidea della protesi d'anca.
Avieno (IV sec. d.C.), nel momento del tramonto del mondo antico, propone al lettore colto della sua epoca una visione ordinata della realtà celeste e terrestre attraverso la riscrittura di testi greci di ampia e consolidata fama come i componimenti didascalici di Arato e Dionisio Periegeta. Egli compie una sintesi di tutta quanta la tradizione letteraria romana e si dimostra un attento lettore e un fecondo emulatore dei classici della poesia esametrica latina. Si presenta in questo volume un'edizione critica dell'orbis terrae che aggiorna quella di P. van de Woestijne (Brugge 1961). Il testo latino è accompagnato da un'introduzione che affronta in modo originale i principali problemi testuali e interpretativi; si stampa inoltre la prima traduzione italiana dell'opera e un apparato di note contenutistiche ed esegetiche.
Il lavoro propone un'analisi del format del TG e della sua evoluzione in circa trenta anni di neotelevisione (1976-2009). Il dato linguistico è una base di partenza essenziale, ma il testo televisivo è un oggetto sui generis: fatto di lingua scritta, lingua orale, immagini, audio musicali, fortemente legato alla situazionalità e al rapporto pragmatico col suo destinatario, il telespettatore. Il linguista sbircia ormai nei laboratori della sociologia e della semiotica e appunta l'attenzione su aspetti legati strettamente ai diversi codici che compongono il testo televisivo, non solo con gli strumenti della linguistica testuale, ma con quelli sociologici per i processi di ricezione e fruizione del testo, con un occhio all'analisi critica del discorso e uno sguardo indiscreto sul rapporto parola-immagine.
La valutazione delle politiche pubbliche sta ormai diventando una prassi diffusa nel nostro paese. Il controllo sulla qualità dei prodotti e dei processi, così, si è esteso anche al settore pubblico, non riguardando soltanto i prodotti materiali, ma anche quelli immateriali. Il ricorso al monitoraggio e alla valutazione risponde ad almeno due esigenze fondamentali: da un lato, l'improcrastinabile necessità di garantire efficacia, efficienza ed economicità all'azione pubblica, qualunque sia il settore in cui questa intervenga; dall'altro, assicurare ai cittadini il diritto di fruire di servizi qualitativamente controllati e certificati. Anche per le politiche sociali la normativa e la prassi impongono il ricorso a procedure di monitoraggio e valutazione degli interventi.