Nata a Roma nel 1933, Ludovica Ripa di Meana ha lavorato nell'editoria, nel giornalismo, nel cinema e in televisione. Ha scritto per Adriano Celentano "Il paradiso è un cavallo bianco che non suda mai", pubblicato tre romanzi in versi, una commedia e una tragedia. In questo volume sono raccolti quattro "monologhi": nel primo una donna, cui il marito ha ucciso il figlio bambino, depone in Corte d'Assise; nel secondo un ragazzo rinfaccia al padre di avergli inflitto un'educazione narcisisticamente complice, senza divieti e senza il coraggio di farsi odiare; nel terzo, un pingue e anziano fiscalista dialoga con il silenzio di Dio, che gli ha portato via la moglie; in "Teodia" un attore reclama il suo diritto di consegnare alla morte la figlia malata.
Un intellettuale ex comunista, arrivato al settantesimo compleanno, ripercorre senza reticenze la sua intera vita, dalla provincia alla grande città, dall'ultima guerra a oggi: gli affetti privati, gli studi della giovinezza e la produzione della maturità, il lavoro all'"Unità" e nel partito, nell'editoria e all'università. E' un'esperienza per molti versi esemplare: una storia di gioie e drammi personali, passioni e crisi politiche, alterne fortune professionali, frequentazioni e amicizie privilegiate: Luigi Russo e Mario Alicata, Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini, Vittorio Sereni e Paolo Volponi, Italo Calvino e Franco Fortini e tanti altri. Tra severi bilanci e aneddoti sorprendenti, autoanalisi e rivelazioni spregiudicate.