L'emergere oggi del pensiero e della figura di Rosmini in proporzioni esponenziali anche all'estero ne evidenzia la natura e la funzione di "pietra di paragone": di scandalo e di volta. Entro il dominio delle "demitizzazioni" di fede speranza carità come essenziali ad ogni autentico progresso storico, le sue posizioni teoretiche misurano la storia con respiro senza pari ampio e fecondo. Vi acquisiscono le loro più vere proporzioni e articolazioni problemi costitutivi della persona come singolarità e come societarietà: i moti dello spirito e della storia. In un convivio nel quale Rosmini dialoga con protagonisti quali Tommaso d'Aquino, Vico, Leibniz, Hegel, Newman.
In occasione del centocinquantesimo dalla morte di Rosmini, l'autore raccoglie i suoi saggi specifici più recenti in questo suo quinto volume rosminiano. I rapporti critici fra Rosmini e Agostino e Tommaso e Hegel ne costituiscono l'intelaiatura. Le relazioni fra l'ordine del sapere e l'ordine della società, la filosofia come libertà, l'unità dialettica di corpo-spirito ne sono temi cardinali. I dialoghi con Gioberti e con Manzoni, nonché le interpretazioni idealistiche e risorgimentaliste che vi ricostruisce criticamente, confermano l'ampiezza di respiro culturale dell'intera opera e attività di Rosmini.