Dalle puerili ispirate al modello del Bach londinese alle italiane «senza Minuetto», alle parigine e mannheimeriane alle prime viennesi o salisburghesi, agli ultimi, scatenati capolavori poi catturati dal grande Repertorio sinfonico concertistico pre-romantico, romantico, post-romantico, neo-romantico, ecc. La presentazione delle opere segue piú linee di sviluppo e accumula piú vedute «in soggettiva» del corpus mozartiano attivate con souplesse, ma effettivamente dialettiche, nella misura in cui è dialettizzato l'apprezzamento dei valori dei testi. L'interesse microscopico al dettaglio corrisponde a una sfida rivolta alla apparente fortissima somiglianza reciproca delle opere, sempre centrando la scoperta di un momento evolutivo, o rilevando il sintomo, spesso mascherato, di un travaglio.
Mila accumula prove, sinfonia dopo sinfonia, del cimento della accondiscendenza e della libertà, quale si rappresenta nel puro testo musicale mozartiano via via che scorre nel tempo fitto e breve della sublime biografia artistica dell'autore. Costruita in tal modo, sensibilmente ma sottotraccia eroica, una icona di lotta per la libertà nei contesti della necessità, Mila consegna il suo Corso mozartiano, «normale ma non troppo», alla piccola turbolenta turba di allievi contemporanei.
Si pubblicano qui le pagine della rapida dispensa che riassume il primo corso di Massimo Mila all'Università di Torino, un corso monografico, mozartiano, ispirato a un didascalismo rigoroso ma nel contempo quasi gioviale. Il primo tratto caratteristico della comunicazione didattica è la programmatica decisione di parlare solo di musica, o, meglio, far parlare solo la musica, nello specifico la musica dei quartetti del Salisburghese, tutti trattati alla pari, equilibratamente. Nessuna concessione a contestualizzazioni suscettibili di sottrarre attenzione alla pura descrizione dei testi musicali (al massimo un'occhiata di paragone accorato con l'avventura della povera cagnetta Laika consegnata dai russi all'infinità dello spazio). Il secondo tratto caratteristico è il panorama additivo che si costituisce in quella che diviene una completa descrizione della evoluzione della forma Quartetto attraverso l'evoluzione della stessa forma nel dispiegamento del corpus quartettistico del solo Mozart: un Mozart che fonda, sviluppa, trasforma, forse esaurisce tutte le sue potenzialità di "genere musicale" nel farsi della esperienza artistica di un unico autore (dall'adolescenza alla sofferta maturità). Mette conto di osservare che a ciò si aggiunge la messa a punto talora sorprendente di alcune diagnosi di profeticità, di ordine stilistico musicale, ricercate con puntigliosa serenità. Introduzione di Giovanni Morelli.
La personale esperienza carceraria di Massimo Mila è consegnata in queste lettere alla madre, nel riuscito tentativo di creare un ponte tra il dentro e il fuori: una sorta di zattera su cui si carica tutto il fardello accumulato nelle lunghe ore di inazione. Più di altri compagni di carcere (Foa, Bauer, Rossi, Giua), l'universo che le lettere di Mila dischiudono è privato, personale, poco incline a occuparsi delle cose del mondo: specchio del carattere di un uomo che "è abituato a vivere molto di più di ciò che ha dentro di sé, che di quanto è al di fuori", e che quindi "non è così sensibile ai mutamenti esteriori della vita come lo è chi è abituato a stimare sopra tutto i beni esterni".
Specialista di Mozart, di Verdi e di Brahms, Massimo Mila ha affrontato con il coraggio intellettuale che gli era proprio anche l'insidioso terreno della polifonia quattrocentesca, affascinato com'era dalla voce del suo artista più insigne, Guillaume Dufay (1400 ca.-1474), il compositore franco-fiammingo che aveva trovato nella corte dei duchi di Borgogna un ambiente congeniale. Artista di transizione, tipico esponente dell'autunno del medioevo, o artista "moderno", dopo il quale la musica non sarà più la stessa? Alla luce di questo interrogativo Mila ripercorre il profilo biografico del compositore, delinea la parabola della sua produzione sullo sfondo dei principali eventi del Quattrocento musicale europeo e passa poi a un'ampia disamina delle opere.