Il volume intende fornire un contributo alla conoscenza delle modalità di nascita e consolidamento del discorso sociologico sull'economia, sul lavoro e le loro trasformazioni connesse al processo di industrializzazione. L'obiettivo, principalmente didattico, è perseguito attraverso l'analisi dei contributi che Karl Marx, Emile Durkheim, Max Weber, Joseph Schumpeter, Karl Polanyi, Frederick Taylor e Elton Mayo hanno offerto a questo proposito. La trattazione di questi autori, la cui appartenenza totale o parziale al contesto sociologico è fuori discussione, è stata preceduta da una breve analisi di altri come Adam Smith, Charles Babbage e Andrew Ure che, pur non appartenendo strettamente a tale ambito disciplinare, presentano elementi utili a delineare in modo più compiuto il clima culturale e scientifico in cui progressivamente sono venuti maturando i temi, le tensioni ed i metodi dei sociologi che si applicano ai problemi del lavoro e dell'economia.
Che cosa hanno in comune le pagine di Aristotele sull'acquisizione naturale della ricchezza con il sistema sociale della democrazia proprietaria descritto da John Rawls? Oppure, l'antropologia del dono di Marcel Mauss con le teorie organizzative di Freeman su stakeholders e impresa? O, infine, il confronto sulla teoria della giustizia e la stesura di codici etici aziendali e di bilanci sociali? Ad una prima occhiata si tratta di accostamenti stridenti, che rimandano però ad una questione di fondo comune e alludono, così, alla convergenza possibile di alcune discipline verso uno sguardo transdisciplinare unitario.
Le famiglie, intese come contesti sociali in cui nascono e si intrecciano le relazioni interpersonali, si configurano quali luoghi privilegiati del dialogo e del confronto, ove i compiti e i ruoli delle principali figure di riferimento, come il padre e la madre, sono profondamente mutati a seguito della complessità e delle continue trasformazione della famiglia stessa. Oggi esistono diverse forme e organizzazioni: famiglie ricomposte, omogenitoriali, monogenitoriali, migranti e multiculturali. È cambiato il modo di essere genitore: le madri troppo prese da se stesse e dall'estenuante tentativo di conciliare i compiti lavorativi con quelli famigliari; i padri troppo assenti in famiglia o troppo presenti ma in modo sbagliato, e non più in grado di svolgere il tradizionale ruolo di colui che traghetta e orienta i figli nel contesto sociale. Il volume parte dalle potenzialità ancora esistenti in ogni organizzazione famigliare per valorizzarle e proporre percorsi di riflessione finalizzati proprio al recupero e allo sviluppo delle competenze genitoriali. L'intento progettuale nasce dalla necessità di sottolineare l'importanza delle trame intergenerazionali. Per quanto riguarda poi le modalità relazionali famiglie-scuola-territorio, l'obiettivo è quello di far luce sul contributo e sul supporto che i servizi territoriali, in particolare i nidi e le scuole dell'infanzia, offrono alle famiglie e all'intera comunità.