Questo breve saggio di Inos Biffi ha come intento il risvegliare o anche creare il gusto per il Paradiso di Dante, nel quale la poesia pura ha raggiunto il suo vertice sublime. La terza cantica della Commedia è ritenuta la più difficile, quasi la più arida, rarefatta com'è di immagini, la più ardua nel linguaggio. E, infatti, essa trasporta in un altro mondo, ultraterreno, privo della visibilità e della sagoma sensibile dei primi due, tutto pervaso e plasmato di luce, nella quale si annidano i beati. Dante stesso avverte che potranno "leggere" il Paradiso soltanto quei pochi che hanno drizzato «il collo / per tempo al pan de li angeli» (Par., II, 10-11), che si sono posti alla scuola del Verbo e se ne sono nutriti. Di fatto, sono molti quelli che, non avendo ascoltato quell'avvertimento, hanno fatto naufragio una volta giunti al Paradiso. La prima parte del libro inizia alla sua comprensione illustrando il senso della terza cantica nel percorso letterario e spirituale del poeta. La seconda, offre alcuni assaggi di commento ai canti X, XII e XXIII, «uno dei più belli della cantica e del poema», con l'incantata ammirazione del «bel giardino / che sotto i raggi di Cristo s'infiora» (Par., XXIII, 71-72). Da tali degustazioni potrebbe sorgere il desiderio di inoltrarsi in questa incomparabile gloria del mistero, che per singolare grazia divina Dante ci ha lasciato.
La ricerca di Biffi mette in luce un filo rosso di pensiero che attraversa la storia moderna e ci conduce al XIX secolo. Proprio la frequentazione della complessità tomistica e della creatività e dolcezza del pensare monastico hanno iniziato l’autore a cercare gli esploratori della fede in quel mondo moderno in cui sviluppano il pensiero scientifico e i sistemi filosofici. Questo libro c fa gustare la qualità e l’acutezza di pensatori da Maldonado a Rosmini che hanno mantenuto vivo il connubio tra l’entusiasmante procedere della ragione e le meraviglie dello spirito.
Questa biografia, intessuta da una narrazione che non disdegna l'aneddoto pertinente ed efficace, ha per sottotitolo il termine «teologica» a indicare con forza la vocazione a cui l'autore ha dedicato la vita. Vescovi e studiosi ambrosiani, personaggi che hanno fatto la storia del XX secolo, si accompagnano a figure capitali nella storia del Cristianesimo: Ambrogio, Tommaso, Bernardo, Anselmo. Insieme con autori di rilevanza mondiale come Chenu, Leclercq, Southern, Newman. Si tratta di incontri emozionanti e di lunghe frequentazioni e amicizie. Un volume coinvolgente e significativo anche per gli studi medievali, per la conoscenza della chiesa ambrosiana e per la temperie culturale della teologia.
Ghirlanda, ossia una corona o un diadema di fiori. Solo che questi fiori non sono destinati ad appassire e a perdere il loro profumo. Oltrepassano lo sgarbo degli anni, conservando sull'onda del tempo la loro originaria freschezza. E non sorprende: essi sbocciano nel tempo di cui Cristo è il creatore - è di sant'Ambrogio l'affermazione che Gesù è "l'autore e il creatore del tempo" (De fide, V,1, 9) -. Inos Biffi, che alla scoperta e alla illustrazione di questa corona ha dedicato tanti anni di ricerca e di passione, ha colto e ha unito in un suggestivo fascio alcuni dei più rappresentativi di questi fiori, che ingemmano e dilettano il giardino della Chiesa. Vi troviamo, ad esempio, Ambrogio, pastore e raffinato poeta, dalla teologia originalissima; Agostino, il dottore che ha lasciato alla Chiesa una fonte inesauribile di pensiero e il gusto di pensare la Parola di Dio, per non parlare delle "Confessiones" - uno dei più acuti e preziosi libri dell'umanità, un modello unico di esperienza cristiana -. Vengono poi Anselmo, col suo gusto per "la fede in cerca di intelletto"; Bernardo, il dottore dell'esperienza cristiana o della "teologia mistica", dove sapere e poesia si fondono in armonica unità. Sono anche passati in rassegna gli abati di Cluny, ognuno con la sua "grazia"; e, più di tutti gli altri, Tommaso d'Aquino, l'esemplare incomparabile del teologo, che seppe elaborare una "scienza della fede", facendone l'ideale sul quale consumare la sua vita.
L'ampio volume percorre tutto l'insieme del mistero cristiano. A partire dalla Rivelazione che manifesta il disegno divino, tutto centrato in Cristo, dal quale l'uomo riceve la sua identità e il fondamento della sua azione. Da qui svariati saggi sulla teologia come cristologia e come antropologia eristica, e quindi come comprensione dell"'intero" piano salvifico, alla cui luce sono condotte in particolare le indagini sull'amore, sulla relazione uomo-donna. Un ampio contributo è riservato al tema della confermazione, con il dibattito teologico-pastorale sull'età del suo conferimento, mentre la prospettiva della storicità della teologia detta una serie di considerazioni sulla presenza della dimensione della storia nell'intelligenza teologica. Altre riflessioni riguardano l'esegesi cristiana e i suoi sensi, quindi la relazione lettera-spirito. Non mancano poi accurate analisi di opere di teologia e di figure della teologia non riconducibili al semplice intellectus. Segue una parte dedicata a temi di morale, di particolare attualità. Le pagine conclusive prendono in esame alcune "situazioni di vita cristiana". Ci sembra che la lettura, o meglio, lo studio di quest'opera sia un'eccellente introduzione al mondo meraviglioso della teologia in tutto il suo arco o il suo periplo, che prende il via dalla grazia dell'autocomunicazione di Dio in Cristo, per far ritorno con Cristo in Dio.
I brevi testi di questo opuscolo si possono paragonare a dei "frammenti": l'intero è il mistero di Cristo, di cui sant'Ambrogio invitava a scoprire i tesori nascosti e che oggi appare smarrito, abbandonato e persino si direbbe deliberatamente accantonato. Ora, un primo manipolo di "frammenti" riguarda Gesù risorto da morte e quanto da lui irraggia o in lui si risolve. Sono gli argomenti umani e cristiani fondamentali e sempre urgenti, d'altronde interpretabili e comprensibili unicamente alla luce del Crocifisso glorioso, come: il destino dell'uomo, la sua vita e la sua morte, il demonio e il male, l'inferno e il paradiso. A far da guida in queste riflessioni è proprio sant'Ambrogio con le sue intuizioni acute e folgoranti, che ne fanno in cristologia il dottore più perspicuo di tutti i dottori della Chiesa. Una seconda raccolta di testi ha come argomento la teologia, considerata in una molteplicità di aspetti e sullo sfondo del pensiero debole contemporaneo che, deprimendo l'intelletto e offuscandone lo splendore, rende impossibile la sacra dottrina. E qui la guida è Tommaso d'Aquino, nel quale limpidità e profondità si fondono, ma che, secondo Inos Biffi, è ancora largamente da scoprire. L'ultima parte dell'opuscolo è un incontro con alcuni santi e dottori che hanno trovato e illustrato con intensità e finezza singolari i "tesori nascosti in Cristo": da Ambrogio, che già conosciamo, a Bernardo di Clairvaux, a Bonaventura, e ancora a san Tommaso...
I saggi qui presentati a cura di Inos Biffi e Costante Marabelli prendono in considerazione un tornante decisivo della storia del pensiero religioso e civile dell'Occidente, dominato dalle personalità di Erasmo da Rotterdam e di Martin Lutero. Essi continuano il percorso di indagine sui rapporti tra teologia cristiana e mondo moderno, avviato nel precedente volume "La teologia dal XV al XVII secolo. Metodi e prospettive" (2000) e teso a mostrare come le nuove preoccupazioni emergenti all'alba della modernità da una rinnovata sensibilità religiosa (tanto sui versanti riformati, quanto su quelli cattolici, del Vecchio e del Nuovo mondo) inducano la scienza teologica a profondi ripensamenti sui propri compiti e sul senso del suo potere di orientamento delle coscienze.
Le teologia è certamente un sapere, ma un sapere singolare, comparabile per un verso con le altre forme di sapere, ma ,anche, e soprattutto, incomparabile. Questo volumetto si rivolege ad alunni, chierici o laici e studenti teologici.
Il volume passa in rassegna le componenti fondamentali che hanno segnato il metodo di quella teologia. Si tratta di "ingredienti" sia largamente proseguiti dal passato, come eredità patristiche e filosofiche che continuano a vivere nel medioevo, sia originalmente e criticamente elaborati dagli stessi autori medievali in una vera rinascenza, dove non mancarono motivi di accese tensioni e vivaci polemiche. La loro conoscenza rappresenta una premessa e una introduzione indispensabili per la comprensione del modo con cui i medievali, soprattutto nei secoli dodicesimo e tredicesimo, ma anche prima e dopo, hanno pensato ed esposto la fede cristiana, e quindi hanno fatto teologia.