Da testimone dell'evento, l'autore rivendica le novità pastorali del Vaticano II: una Parola di Dio che orienti davvero la vita del cristiano e della Chiesa, una liturgia che impregni di Cristo tutta la loro esistenza e attività. Due elementi che dovrebbero far sentire primaria la voce del popolo di Dio e spingerlo a essere lievito del cammino dell'umanità tutta verso il regno di Dio, un cammino di accoglienza dell'amore di Dio e di solidarietà verso gli altri esseri umani, a cominciare dai più piccoli, i più poveri ed emarginati. Al tempo stesso Bettazzi manifesta la sua preoccupazione per un'ancora limitata accoglienza e ancor più limitata attuazione del Concilio. Soprattutto per il fatto che lo si interpreta in chiave minimalista, senza che la lettura della Bibbia diventi il punto di riferimento, o presentando la liturgia come la preghiera del popolo di Dio e non come "sorgente e culmine" della vita della Chiesa e dei cristiani. Egli pensa alle giovani generazioni quali destinatarie privilegiate delle sue parole, confidando che "qualche giovane coraggioso possa superare la barriera del modo diverso di pensare e di esprimersi" per raccogliere la testimonianza di un evento che deve ancora illuminare la Chiesa di oggi e di domani.
Descrizione dell'opera
Il primato e l'infallibilità del papa erano stati definiti l'ultimo giorno (18 luglio 1870) del concilio Vaticano I, poi immediatamente sospeso di fronte alla minaccia delle truppe italiane in movimento verso Roma.
Poco meno di un secolo dopo, il concilio Vaticano II ha invece richiamato l'identità e la responsabilità di ogni cristiano affermando che la Chiesa è il popolo di Dio, cioè l'insieme dei fedeli, e la gerarchia ne è «al servizio». Ciò non contrasta con la devozione al pontefice e alla gerarchia, ma ricorda che un organismo incentrato sul vertice è inevitabilmente portato a privilegiare l'ordine fondato sul comando e sulla fedeltà ai dogmi.
Se una Chiesa che «parte dall'alto» rischia le suggestioni del potere, una Chiesa che parte dal popolo di Dio è più orientata a considerare le esigenze, la semplicità e le sofferenze di tanta parte dell'umanità.
Sommario
Prefazione. 1. Viva il Papa! 2. La collegialità e la tradizione. 3. Le prime comunioni? 4. Dalla comunione umana alla comunione cristiana. 5. Lo spirito della comunione. 6. Quale popolo di Dio? 7. La Chiesa per il mondo. 8. Viva il Papa, viva il popolo di Dio?
Note sull'autore
LUIGI BETTAZZI (Treviso 1923) è vescovo emerito di Ivrea. Laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e in filosofia presso l'Università degli studi di Bologna, viene ordinato sacerdote nel 1946. Impegnato nei movimenti giovanili, è nominato assistente diocesano e vice-assistente nazionale degli universitari cattolici della FUCI. Nominato vescovo ausiliare di Bologna il 10.8.1963, viene trasferito a Ivrea il 26.11.1966. Ha partecipato a tre sessioni del concilio Vaticano II. È stato presidente di Pax Christi Italia e presidente della Commissione Iustitia et pax della Conferenza episcopale italiana. Presso le EDB ha pubblicato La Chiesa oltre le rughe (2001), Anticlericali e clericali. Dal Risorgimento italiano alla nonviolenza (2006), Vescovo e laico? Una spiegazione per gli amici (42011), Il Concilio, i giovani e il popolo di Dio (22012).