Uno scrittore, impegnato da anni nella stesura di una biografia di Isaac Newton o, piuttosto, nell’analisi di quella crisi esistenziale che precedette il suo sofferto addio alla scienza, è in cerca della necessaria concentrazione per terminare il suo libro. Con questo intento prende in affitto la foresteria della casa di campagna di un’antica famiglia decaduta. Ma a distrarlo dal lavoro che fino ad allora aveva dato senso alla sua vita è la presenza di due donne destinate a incarnare facce diverse dell’amore. La sensuale Ottilia, disposta a concedersi anima e corpo, e l’aggraziata Carlotta, una bruna dall’eleganza dimessa, sempre assorta in qualche recondito rovello, sono per l’ospite della foresteria un mistero che a poco a poco offusca ogni altro pensiero.
Il suo rapporto con le due donne dà vita a un intreccio di relazioni, complesse quanto quelle delle Affinità elettive di Goethe, ma in questo caso spesso basate su un equivoco. Complici una campagna illuminata da una luce pittorica e un’atmosfera fuori dal tempo, lo scrittore finirà per vedere l’arcano laddove vi è solo la più banale delle realtà: «Non stavo inseguendo qualcosa di esotico, ma l’ordinario, il più strano e il più sfuggente tra gli enigmi».
Keplero, il grande astronomo tedesco vissuto tra il XVI e il XVII secolo, uomo di meravigliosa tensione intellettuale, enunciatore della teoria del moto dei pianeti, continuatore di Copernico: questo l'affascinante personaggio che John Banville ha descritto in un romanzo-biografia. Una vita raccontata con curiosità scientifica. Ma ciò che stupisce di più è la capacità di aderire alla realtà minuta, di evocare suoni e colori di un'epoca insieme fosca e fastosa. Lo splendore di una carriera, la vibrante emozione della scoperta si mescolano alle traversie famigliari, agli aspetti inevitabilmente torbidi o gretti del privato, al continuo assillo del denaro, alle manovre per regolare un rapporto sempre difficile con i potenti. Keplero è qui marito tormentato e irrequieto, bevitore smodato, funzionario frustrato e diffidente, complice o vittima di intrighi: la perfetta incarnazione di una società, di un periodo che il suo genio ha superato e irriso.
Dublino, metà anni Cinquanta. Non è un bel periodo per l'anatomopatologo Quirke: una sua ex fiamma è morta, un uomo che in passato stimava è in fin di vita e la figlia, con la quale sta cercando di ricostruire un rapporto, fa ancora fatica ad accettarlo. E quando Billy Hunt, una vecchia conoscenza del college, lo cerca e gli chiede un favore personale legato alla morte della moglie, Quirke non sa tirarsi indietro, nonostante senta che la faccenda gli porterà solo guai. Guai che non tardano ad arrivare: Quirke si trova lentamente risucchiato in un mondo tenebroso dove droga, perversioni sessuali, ricatti e omicidi sono la normalità. Un mondo nel quale nemmeno il formidabile ispettore Hackett sa come muoversi.
Axel Vander è un famoso, stimato e coltissimo intellettuale europeo che vive in America, sulla costa occidentale. Un personaggio dai confini inquietanti, "demoniaco, mostruoso e clownesco", come è stato definito dall'"Observer". Per decenni Vander ha vissuto cercando di nascondere la verità circa una tragedia avvenuta in Olanda al tempo dell'occupazione di cui è stato carnefice e vittima al tempo stesso. Ma un giorno la sua esistenza è sconvolta dall'arrivo di una lettera che svela i segreti che lui stesso ha tenuto nascosti per ben cinquant'anni. Vander decide di andare fino in fondo alla questione e fissa a Torino, dove si trova per tenere una conferenza, un incontro con lo sconosciuto.
Alex Cleave è un celebre autore di teatro, amato dal pubblico e dalla critica, ma in profonda crisi esistenziale per aver smarrito il senso della propria realtà individuale: sempre più estraneo a tutto e a sé, sempre più isolato in un mondo che non comprende, sempre più incapace di entrare in rapporto con gli altri, durante una recita subisce una drammatica crisi che lo allontana dalle scene. Per ritrovarsi Alex si rifugia da solo nella vecchia casa dei genitori, lasciandosi alle spalle tanto la moglie quanto la figlia vittima di un oscuro disagio psichico. Le vecchie stanze ospitano memorie lontane e silenziose presenze di fantasmi. Ma si tratta di ricordi materializzati, di proiezioni del subconscio o di incerti presagi?
A partire dagli anni Trenta, un gruppo di intellettuali inglesi, formatisi all'Università di Cambridge, diede vita a una vera e propria banda di spie che si pose al servizio dell'Unione Sovietica. Da questo fatto autentico John Banville ha tratto lo spunto per il suo romanzo, dando persino all'io narrante, Victor Maskell, i connotati di una figura notissima: Sir Anthony Blunt, storico dell'arte e intimo della famiglia reale, che di quel gruppo fece parte. Il romanzo ha inizio quando Maskell, tradito da un amico, viene scoperto; da quel momento il protagonista comincia a ripercorrere la straordinaria vicenda che fu la doppia vita sua e dei compagni.