
Il libro è uno strumento per studenti universitari che si avvicinano per la prima volta ai temi della gestione delle istituzioni pubbliche o di scienza dell'amministrazione con un taglio economico-aziendale. La finalità didattica è sostenuta da alcune caratteristiche: linguaggio preciso; capitoli brevi; sequenza logica pensata per corsi universitari di 6/8 crediti; presenza di supporti per lo studio e ricco elenco di esempi attuali che permettono al testo di essere molto esemplificativo. Lo spettro dei temi indagati è molto ampio, per permettere allo studente di avere una comprensione ampia sulle caratteristiche delle istituzioni pubbliche, sulle specificità manageriali e sulle traiettorie di cambiamento in corso. L'approccio pedagogico prevalentemente adottato è di natura induttiva: partendo dall'analisi di casi, problemi pubblici o evidenze quantitative si cerca di concettualizzare e costruire la teoria interpretative e le correlate suggestioni di management e di policy.
Il Corporate e Investment Banking (C&IB) che emerge dopo dieci anni di crisi finanziaria ed economica appare trasformato in diversi aspetti importanti. Innanzitutto è diventata sempre più evidente la distinzione tra una attività di C&IB alimentata e arricchita dalla cosiddetta "finanza per la finanza, priva di connessione con la creazione di ricchezza reale e un C&IB legato alla "finanza per l'economia", trainato cioè dalla domanda di servizi delle imprese. Lo scoppio della bolla della finanza pura ha avuto conseguenze di non poco conto: alcune investment bank leader a livello globale sono state liquidate o incorporate in operazioni di salvataggio; il mix di attività si è profondamente modificato e i modelli di business sono stati ridisegnati anche perché il ciclo dei profitti si è drasticamente ridimensionato. L'attenzione di questo libro è rivolta solo al C&IB al servizio della domanda delle imprese, attività che la crisi non ha messo in discussione, per il fatto di essere strettamente connessa ai fabbisogni dell'economia reale. In questo contesto, il caso italiano presenta aspetti specifici: soffre di un ritardo strutturale nello sviluppo del mercato del C&IB, solo in parte riequilibrato negli ultimi tempi. C'è da aggiungere anzi, che gli sviluppi in corso a livello europeo, attraverso l'attuazione della Capital Market Union, rendono ancora più evidente il ritardo italiano. In virtù di queste considerazioni, si può ritenere realistico che il nostro sistema di offerta di servizi finanziari alle imprese debba affrontare una trasformazione piuttosto profonda. E infatti troppo fragile una economia che si regge in misura così ampia sul credito bancario ed è in questa prospettiva che va visto l'interesse crescente per lo sviluppo del mercato delle attività di C&IB.
Il libro presenta in modo sistematico e organico i vari aspetti dell'economia della banca: l'attività bancaria e la vigilanza; l'organizzazione; gli obiettivi e le modalità di raccolta delle risorse finanziarie; il ruolo del capitale proprio; i servizi di investimento; gli obiettivi e le modalità di impiego delle risorse finanziarie; la cartolarizzazione; il portafoglio di proprietà; il ruolo dei derivati; la gestione della liquidità; i rischi; il bilancio e l'analisi delle dinamiche gestionali; i controlli interni; l'internazionalizzazione; la concentrazione; le crisi; il futuro dell'attività bancaria.
Il manuale, giunto alla terza edizione, è rivolto agli studenti che si avvicinano per la prima volta all’economia aziendale. Il testo fornisce una panoramica essenziale sui suoi principi generali e sui suoi strumenti, sulle caratteristiche fondamentali delle diverse funzioni aziendali, con un focus più attento e approfondito sulle problematiche relative alla predisposizione del bilancio di esercizio e alla misurazione delle performance aziendali. La nuova edizione è aggiornata per tenere conto delle principali tendenze evolutive della disciplina, con riferimento da un lato alle strategie, alla gestione e all’organizzazione, dall’altro all’informativa aziendale.
Il Corporate e Investment Banking (C&IB) che emerge, ad oltre un decennio dalla crisi finanziaria del 2008, appare trasformato in diversi aspetti importanti. Innanzitutto, è diventata sempre più evidente la distinzione tra una attività di C&IB alimentata e arricchita dalla cosiddetta "finanza per la finanza" e un C&IB legato alla finanza per l'economia, funzionale cioè alla domanda di servizi finanziari delle imprese. Lo scoppio e la propagazione della crisi hanno avuto conseguenze di non poco conto: alcune delle maggiori banche di investimento a livello mondiale sono fallite o sono state incorporate in operazioni di salvataggio; il mix di attività si è profondamente modificato e i modelli di business sono stati ridisegnati; il ciclo dei profitti si è drasticamente ridimensionato. L'attenzione di questo libro è rivolta solo al C&IB al servizio della domanda delle imprese, attività che la crisi non ha messo in discussione, proprio per il fatto di essere strettamente connessa ai fabbisogni dell'economia reale. In questo contesto, il caso italiano presenta aspetti specifici: soffre di un ritardo strutturale nello sviluppo del mercato del C&IB, solo in parte riequilibrato negli ultimi tempi. C'è da aggiungere anzi, che gli sviluppi in corso a livello europeo, attraverso l'attuazione della Capital Market Union, rendono ancora più evidente il ritardo italiano. In virtù di queste considerazioni, si può ritenere realistico che il nostro sistema di offerta di servizi finanziari alle imprese debba affrontare una trasformazione piuttosto profonda. E infatti troppo fragile una economia che si regge in misura così ampia sul credito bancario ed è in questa prospettiva che va visto l'interesse crescente per lo sviluppo del mercato delle attività di C&IB.
La fase di startup è molto critica: in media il 20-25% delle aziende non supera il primo anno di vita e circa la metà arriva al sesto. Una così precoce mortalità pone in luce, indirettamente, che molte di esse presentano fattori di vulnerabilità già al momento della nascita. In questo scenario il business plan gioca un ruolo di grande importanza nella progettazione di imprese che vogliono durare nel tempo in quanto fornisce informazioni utili per la prevenzione dei difetti genetici. Il manuale affronta questioni metodologiche relative alla nascita e all'evoluzione dell'idea imprenditoriale e propone un modello teorico sull'identità aziendale da assumere come riferimento per la redazione della parte descrittiva del business plan. Questa, infatti, ha lo scopo di illustrare i caratteri identitari dell'azienda in fase di avvio, oltre ai risultati della valutazione della sua fattibilità tecnico-ingegneristica e giuridica, la sua convenienza economica e sostenibilità finanziaria, il suo impatto sociale e ambientale. Il volume, inoltre, esamina il processo di redazione della parte quantitativa del business plan, basato sulla tecnica della segmentazione della gestione aziendale nello «spazio», in centri di responsabilità e processi chiave, e nel «tempo», in esercizi annuali e infrannuali. Due capitoli sono dedicati alle valutazioni preliminari e successive l'avvio di una nuova impresa.
Il libro è uno strumento per studenti universitari che si avvicinano per la prima volta ai temi della gestione delle istituzioni pubbliche o di scienza dell'amministrazione con un taglio economico-aziendale. La finalità didattica è sostenuta da alcune caratteristiche: linguaggio preciso; capitoli brevi; sequenza logica pensata per corsi universitari di 6/8 crediti; presenza di supporti per lo studio e ricco elenco di esempi attuali che permettono al testo di essere molto esemplificativo. Lo spettro dei temi indagati è molto ampio, per permettere allo studente di avere una comprensione ampia sulle caratteristiche delle istituzioni pubbliche, sulle specificità manageriali e sulle traiettorie di cambiamento in corso. L'approccio pedagogico prevalentemente adottato è di natura induttiva: partendo dall'analisi di casi, problemi pubblici o evidenze quantitative si cerca di concettualizzare e costruire la teoria interpretative e le correlate suggestioni di management e di policy.
Questo libro si propone allo stesso tempo di fare il punto sui contributi che le scienze sociali hanno dato alla comprensione del fenomeno organizzativo e di organizzare attorno al paradigma organizzativo gli sviluppi più recenti delle scienze umane. Ne risulta un lavoro sfaccettato, con almeno due chiavi di lettura: una teorica e una pragmatica, e quest'ultimo è probabilmente l'aspetto più interessante. Cercheremo infatti di passare dai modelli teorici alla descrizione di esempi concreti, mostrando la rilevanza pragmatica di ogni approccio analizzato.
"La strategia militare è centrata sulla competizione, con un grande interlocutore che è il nemico. La strategia di un'impresa è competizione sul mercato, solitamente con più competitori; ma è anche acquisizione di imprese concorrenti o complementari, sottoscrizione di alleanze, integrazione lungo la supply chain, ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni innovative, affermazione dei brand e conquista di nuovi clienti, capacità di attrazione delle risorse umane pregiate, conquista della fiducia degli investitori e delle banche e capacità di attrazione delle risorse finanziarie, responsabilità sociale. Può essere anche lobbying (per promuovere leggi favorevoli), sfruttamento legale delle risorse umane o ambientali (approfittando delle differenze nelle regole nei diversi paesi), ridotta belligeranza nei riguardi dei competitori (per mantenere più elevati i margini) o elusione fiscale. E - andando al di là della frontiera del lecito può essere corruzione, collusione, sfruttamento illegale del lavoro, evasione fiscale, inganno dei consumatori o del mercato finanziario, truffa. Qui sta la terza differenza, ovvero la rilevanza nelle scelte strategiche di un'impresa della presenza di regole del gioco e di arbitri, inesistenti o irrilevanti nelle strategie militari." (dall'introduzione)
Obiettivo di questo agile volume non è quindi quello di raccontare in modo esaustivo metodi e modelli della disciplina, ma di far appassionare il lettore e di trasmettergli l'idea che la demografia è sia interessante sia utile per vivere meglio e capire meglio il mondo in cui vive. Ha quindi l'ambizione di rivolgersi a tutti. Non solo a studenti universitari, come i classici manuali, non solo agli studiosi di altre discipline, ai policy maker, ai manager pubblici e privati, agli opinion leader, ma a chiunque voglia conoscere la società in cui vive, i mutamenti che la attraversano e le loro implicazioni, senza fermarsi alle cronache sui giornali.
Che cosa segna il confine tra noi, gli stranieri amici e gli estranei? In omaggio online: contenuti integrativi e versione digitale del testo.
Che cosa segna il confine tra noi, gli stranieri amici e gli estranei? In omaggio online: contenuti integrativi e versione digitale del testo.