
Da parecchi anni cerco di pensare all'attività di ascolto musicale, quando vissuta in più di due persone, come ad un'occasione che consenta incontri, scambi, trasformazioni nel gruppo. Questo, normalmente, non accade. In diverse situazioni sociali, ivi comprese quelle che prevedono l'ascolto di musica, la dinamica di gruppo prevalente è quella del parallelismo : siamo in tanti, forse compiamo anche le stesse azioni, ma ciascuno vive l'evento grosso modo per conto suo. I "giochi d'ascolto" sono allora attività in cui una musica, ascoltata insieme con intenzionalità, funziona come rete, sostegno e suggeritore per il realizzarsi dell'interazione, generando un compiacimento di sé come gruppo, un rinnovato desiderio a stare con gli altri e anche a stare con la musica.
Questo manuale intende offrire risposte, sul doppio versante teorico e pratico, alle domande che chiunque si sia accostato al mondo della ricerca nell'ampio settore dell'educazione e della formazione prima o poi si è posto. Partendo dalla logica che è alla base della ricerca scientifica nelle scienze umane, il testo illustra i principali concetti oggetto del dibattito odierno e offre strategie di azione per consentire all'insegnante, al formatore, all'educatore di leggere criticamente rapporti di ricerca concepiti da altri, allo scopo di trasferirne le conoscenze nella propria realtà operativa, oppure di progettare e attuare egli stesso piani di ricerca finalizzato a valutare input, processi, contesti e output legati a specifici interventi.
Nella transizione alla postmodernità protagonista è un nuovo consumatore che ha ben poco in comune con la tradizionale figura che conosciamo. Non solo ha ormai terminato il suo noviziato come consumatore ed è divenuto più esigente, scaltro, selettivo, autonomo, competente, pragmatico, infedele alla marca. Ma sta riscrivendo radicalmente il nostro sapere sul consumo. Che, accanto ai suoi significati tangibili, va ampliando i suoi aspetti di segno, comunicazione, scambio sociale. Un nuovo linguaggio, quello del consumo, con una sua grammatica e sintassi che è indispensabile conoscere.
L'autore analizza il valore strategico che ha la comunicazione interna nelle organizzazioni non governative. Si parte da un'ipotesi teoricamente abbastanza diffusa ma poco applicata al terzo settore: la presenza di volontari e la scarsità di risorse rende la comunicazione interna uno degli elementi attivi più importanti che moltiplica le potenzialità dell'organizzazione e permette di affrontare con creatività le occasioni che si presentano nella sua attività.
Perciò la comunicazione interna è un elemento strategico della gestione quando l'organizzazione assume grandi dimensioni o il numero dei benefattori o dei volontari aumenta. Ma è ugualmente fondamentale nelle ong con un numero minimo di collaboratori o cooperanti perché il flusso di informazione non sempre produce una autentica comunicazione. Rinunciare alla gestione della comunicazione interna significa rinunciare alla gestione di una delle risorse più importanti dell'organizzazione, sia essa estesa nei cinque continenti o in un solo quartiere.
Il libro analizza l'identità delle istituzioni senza fini di lucro per coglierne gli elementi essenziali, cerca di individuare i problemi reali che affrontano e le carenze nello sviluppo della loro attività. Perché non avvalersi dell'esperienza del mondo imprenditoriale per sviluppare le potenzialità e le risorse umane delle istituzioni senza fini di lucro attraverso la comunicazione interna?
Quest'opera studia le proposte di comunicazione che hanno avuto successo nelle imprese commerciali e cerca di applicarle al terzo settore, adeguando elementi del marketing e delle relazioni pubbliche alle prestazioni di un servizio sociale, come l'assistenza ad handicappati, la formazione per immigrati o la ricerca di donatori di sangue.
In fondo, sostiene l'autore, la sfida di un ente senza fini di lucro è, dal punto di vista della comunicazione, una sola: trasmettere agli impiegati, ai volontari e ai benefattori l'attrattiva della sua mission sociale.