
La ricerca psicoanalitica non solo ha definitivamente evidenziato il ruolo centrale dei fattori emotivo-affettivi nella determinazione delle varie forme del comportamento umano, individuale e sociale, ma ha anche mostrato quali sono le problematiche profonde presenti nei rapporti interpersonali e di conseguenza nei vari lavori di aiuto. In che cosa consista questo specifico angolo visuale, come contribuisca a costruire un modo di osservare e pensare di tipo psicodinamico e, soprattutto, quale contributo la conoscenza psicoanalitica possa fornire alla formazione e allo sviluppo di capacità relazionali nello psicologo e nei lavori ad alto tasso di relazionalità sono gli interrogativi ai quali questo libro risponde in maniera chiara ed esaustiva. Per farlo Giorgio Blandino mostra, attraverso la illustrazione di vari paradigmi psicoanalitici (tra quelli più importanti e interessanti per la descrizione delle dinamiche profonde che intervengono nel lavoro psicologico) cosa significa e quali implicazioni operative comporta ragionare in termini di psicologia come funzione della mente. Un'opera destinata, dunque, non solo ai professionisti dell'aiuto e agli studenti di psicologia ma anche a tutti coloro che sono interessati a riflettere sulle possibilità applicative, sociali e politiche, della psicologia.
Lo scenario geografico dell'economia mondiale è profondamente mutato in questi ultimi decenni: l'emergere di nuove aree produttive, la rottura di equilibri consolidati, le trasformazioni politiche di una parte del mondo, la crescente interdipendenza tra le varie regioni del globo hanno prodotto nuovi scenari economici e geopolitici. "Geografia dell'economia mondiale", coniugando tra loro i fattori di natura politica, strategica, culturale e sociale, illustra in modo sistematico le profonde trasformazioni territoriali dell'economia dalla scala locale a quella globale e stimola alla riflessione sul significato delle tendenze in atto e sulla loro evoluzione futura. Riscritto in prospettiva delle nuove impostazioni didattiche, il libro, giunto alla quarta edizione, guida lo studente nello studio della geografia economica, delineando un quadro chiaro e completo dei rapporti tra le diverse forme dell'economia e gli spazi geografici del pianeta.
Non esistono popoli buoni o cattivi. Esistono però governi che governano bene e altri che governano male. Questo non significa che le società non riescano ugualmente a progredire: la storia e la geografia politica ed economica del pianeta lo dimostrano ampiamente. Il XXI secolo segnerà la grande svolta solo se popoli e governi, pur con ideali, culture e lingue diverse, sapranno dar luogo a un nuovo concetto di nazione per perseguire insieme il medesimo fine: intraprendere un comune percorso di sviluppo sostenibile. Capiremo finalmente che l'uso della violenza brucia inutilmente risorse sull'altare dell'incomprensione e degli interessi corporativi. La maturità e la consapevolezza raggiunte dopo secoli di contrapposizioni e di sprechi si spera spingeranno sulla strada per superare le lotte di potere e i problemi generati dallo sviluppo demografico e dall'accelerazione dei consumi che distruggono inesorabilmente le risorse del pianeta. "Geopolitica delle prossime sfide", percorrendo temi centrali all'analisi interdisciplinare degli spazi politici, crede in un'unica sfida: sviluppare le capacità di dire basta con gli errori del passato e avviarci lungo un nuovo cammino.
Quale immagine geografica può oggi descrivere efficacemente lo scenario economico mondiale? Geografia economica del sistema-mondo si sviluppa intorno a questo interrogativo: l'ipotesi di partenza è che molte vecchie rappresentazioni, seppur ancora radicate nell'immaginario comune, non siano più utili per orientarsi nello spazio globale. Considerare il Rio Grande, il Mar Mediterraneo e il fiume Amur come i confini fra il mondo "sviluppato" e il "Terzo mondo" suggerisce per esempio un'idea molto superficiale della geografia economica, che non tiene conto delle complesse interconnessioni fra i meccanismi di circolazione del capitale e la costruzione dello spazio economico. Senza negare i terribili divari economici e sociali che affliggono il mondo, occorre tenere a mente che paesi come Cina e India, o città come San Paolo e Seoul, costituiscono spazi "centrali" e strategici sotto molteplici prospettive, per esempio nelle logiche di localizzazione delle imprese multinazionali o nei flussi commerciali mondiali. Occorre quindi tentare di aprirsi a nuovi modi di intendere lo spazio: discontinui, ibridi, socialmente costruiti ed esplicitamente parziali e politici. Attraverso un discorso che coniuga i tradizionali strumenti della geografia economica con contributi della critica culturale e della geografia dello sviluppo, senza trascurare esempi e casi studio che testimoniano la varietà delle strutture economiche dello spazio globale.
Definito "il più importante studioso al mondo della storiografia del mondo antico", Arnaldo Momigliano, grazie a questo libro, ha formato generazioni di studenti e di studiosi dell'antichità, conquistando anche il pubblico di lettori "profani". Come lui stesso dichiarò, l'obiettivo principale di questo testo è quello di "dare una esposizione semplice e chiara, ma scientificamente fondata, della storia di Roma antica". Questa nuova edizione della sua opera ha avuto come obiettivo quello di valorizzare al meglio il testo del Momigliano venendo incontro, allo stesso tempo, alle nuove necessità dei corsi e degli studenti. Attraverso un attento e puntuale lavoro di curatela, sono stati compiuti aggiornamenti e integrazioni che perseguono l'intento originario del manuale di fondere magistralmente insieme rigore scientifico, chiarezza e semplicità didattica.
Questo manuale nasce con l'intento di fondere insieme il rigore scientifico nella trattazione e l'efficacia didattica. Da un lato, quindi, attraverso il lavoro di adattamento fatto dei curatori, il testo americano è stato arricchito e integrato per rispondere alle necessità dei corsi italiani e venire incontro ai bisogni di docenti e studenti, permettendo così di creare un manuale che riesce a coprire l'intero ventaglio degli argomenti trattati nei corsi. Dall'altro lato si è mantenuta l'impostazione didattica originale, basata sul metodo SQ4R che, attraverso domande, spunti di riflessioni, esercizi e box di approfondimento, stimola nello studente un atteggiamento attivo e riflessivo aiutandolo così nella comprensione dei temi chiave della disciplina. Psicologia generale è un manuale per tutti gli studenti delle facoltà di Psicologia, Lettere e filosofia e di Scienze della formazione.
Un buon giornalista deve saper lavorare con la lingua, sia che operi nell'intrattenimento televisivo, sia che si occupi della redazione di un giornale tradizionale, o di un giornale on-line. L'era televisiva sembrava aver soppiantato la comunicazione scritta della notizia, ma così non è stato. Il giornale, nella versione su carta stampata, continua a resistere alle usure del tempo, anche se spesso appare "inattuale" rispetto alla comunicazione in tempo reale. La scrittura non è ancora destinata al tramonto e apprenderne l.arte è quindi un requisito di base del buon giornalista, che si deve calare nella situazione e far proprio un obiettivo di comunicazione specifico, rivolgendosi ad un pubblico ben definito di potenziali ascoltatori/lettori. Questo "Manuale di scrittura giornalistica" guida lo studente nell'apprendimento del mestiere, coniugando magistralmente il rigore scientifico agli strumenti pratici che il futuro giornalista dovrà possedere.
Il volume rifonde in una nuova stesura ¡1 Corso elementare di linguistica generale e ne amplia i contenuti già sperimentati in numerosi corsi di Linguistica generale con l'aggiunta di un capitolo sul mutamento e la variazione, di un sintetico profilo di storia della linguistica e di numerosi e aggiornati materiali di approfondimento, documentazione ed esercitazione. Del volume di cui è rifacimento non solo riprende interamente il taglio e la materia, allargando anche il panorama alla linguistica storica e alla sociolinguistica, ma soprattutto cerca di mantenere l'equilibrio fra necessario rigore scientifico, chiarezza di esposizione e accessibilità da parte degli studenti. Il maggior dettaglio presente in punti cruciali della trattazione e il materiale di corredo aggiunto consentono approfondimenti selezionati anche per studenti non più principianti assoluti nella materia.
Organizzato come un percorso in quattordici tappe, "Introduzione alla storia del cinema" parte dalle origini del racconto cinematografico e si snoda attraverso la grande stagione del muto in Europa e in America, fino alle più recenti tendenze del cinema contemporaneo. Dalla nascita di Hollywood all'espressionismo tedesco, dal cinema classico al realismo poetico francese, dai grandi autori alla ricerca indipendente e sperimentale, il libro ripercorre le tappe della storia del cinema e dei film con una pluralità di approcci interpretativi che, intrecciandosi armonicamente, arricchiscono la visione d'insieme. Accanto a un discorso di carattere generale sugli autori e le tendenze principali di ogni periodo o corrente, vi sono anche finestre di approfondimento, dedicate a problemi di natura tecnica ed estetica, che vanno al di là dei limiti geografico-temporali dei singoli capitoli: dal colore nel cinema muto alla questione del piano-sequenza, fino all'uso degli effetti speciali. Il libro curato da Paolo Bertetto si avvale dei contributi di studiosi come Lino Micciché, Giorgio Tinazzi, Giulia Carluccio, Dario Tomasi, Giaime Alonge, Federica Villa e Silvio Alovisio, coniugando felicemente le singolarità e le specificità metodologiche degli autori in una visione d'insieme ricca e articolata.
Questo libro deriva dall'adattamento di un manuale largamente adottato nelle università americane in corsi introduttivi di geografia umana e culturale: "Visualizing Human Geography" di Alyson L. Greiner, edito da Wiley in collaborazione con la National Geographic Society. Il testo unisce tre elementi di forza molto innovativi per la didattica della geografia di livello universitario: una pedagogia visiva integrata con un testo completo, l'utilizzo di situazioni e problemi concreti estratti dalle collezioni della National Geographic Society, l'inserimento di un sistema multimediale interattivo. Questa scelta è coerente con un indirizzo pedagogico, ormai affermato a livello internazionale. Esso consiste in un superamento del pregiudizio secondo cui l'apprendimento visivo si accompagni necessariamente a un indebolimento nei processi cognitivi superiori e che quindi le immagini siano alternative ai concetti e al ragionamento, o debbano avere un ruolo banalmente strumentale. Occorre invece prender atto dei consolidati progressi della pedagogia visiva e soprattutto dei grandi mutamenti in atto nell'ambiente socio-culturale in cui vive lo studente del XXI secolo. Come scrive la psicologa Patricia M. Greenfield sulla prestigiosa rivista "Science" (n. 323, gennaio 2009, pp. 69), "politiche e didattiche dell'educazione devono corrispondere al mutamento introdotto, sul piano dei processi di apprendimento, da televisione, videogames e internet".
La motivazione scolastica è oggi un tema cruciale sia nella ricerca in psicologia dell'educazione, dove è in atto ormai da alcuni decenni un intenso lavoro di indagine e concettualizzazione, sia nei contesti di istruzione, dove la motivazione rappresenta spesso per studenti, insegnanti e genitori un problema di non facile soluzione. Nel volume i grandi temi della ricerca motivazionale vengono presentati in relazione alle fasi del comportamento motivato - dall'attivazione al senso del sé all'autoregolazione dell'apprendimento - con un'attenzione costante alla duplice valenza di fatica e piacere che l'apprendimento scolastico comporta e che ha trovato interpretazioni diverse nelle varie teorie. La fatica e il piacere di imparare intende, pertanto, fornire sia un quadro organico dei risultati della ricerca attuale, sia alcuni strumenti utili per l'applicazione di tali risultati all'insegnamento e all'apprendimento nella scuola.
I new media stanno determinando grandi cambiamenti nella nostra quotidianità e nel modo in cui possiamo metterci in contatto gli uni con gli altri. Questa novità non si traduce in una sostituzione ma piuttosto in un affiancamento e a volte in una convergenza con i media tradizionali: per capirne davvero la na tura è bene non perdere di vista la tradizione già esistente. Questo libro adotta una prospettiva che mette in relazione la novità dei new media con i rapporti di debito e credito che essi continuano a intrattenere con la cultura di massa e con i media tradizionali. L'obiettivo è di descrivere l'insieme delle trasformazioni introdotte dai new media e riguardanti sia l'agire collettivo (il modo in cui organizzazioni e istituzioni incorporano le nuove tecnologie e vi si adattano), sia l'agire individuale (attraverso il mutare delle relazioni tra persone reso possibile dai nuovi media o anche dal connubio essere umano-macchina che si fa sempre più stringente e interconnesso). Al lettore vengono presentati i temi centrali per comprendere tutto ciò: gli autori affrontano il digital divide e la dimensione politica, la costruzione dell'identità e la gestione della socialità, e propongono infine un'utile parte metodologica su come è possibile fare ricerca sociale nel mondo digitale. Il testo è accompagnato da una ricca strumentazione didattica orientata allo studente e volta a stimolarne la curiosità e l'interesse critico.

