GIUBILEO 2025
giubileo 2025: libri e articoli religiosi
E' la vita di Madre Teresa di Calcutta raccontata in musica ed in prosa attraverso i suoi pensieri, le sue preghiere, il suo lavoro, con particolare riferimento agli aspetti più semplici e più umili. La storia prende le mosse da quando Madre Teresa abbandona Loreto alla volta di Calcutta. L'entusiasmo, la voglia di dare inizio nel nome di Dio alla sua missione sono subito messi a confronto con le terribili condizioni di quella parte del mondo da sempre bisognosa di aiuto. Le malattie, la fame, la povertà, l'incontro scontro con le autorità religiose locali, i problemi, i dolori, i drammi dei singoli individui sono tutti elementi che vengono affrontati e svolti ora in musica ora in prosa con il chiaro intento di fare riflettere.
Questo doppio CD costituisce l'edizione integrale del Musical, con tutte le canzoni e le basi musicali.
Una costellazione di immagini sfumate meditative, sognante poesia nuziale dell’amore tra Dio e l’umanità: così ho voluto raffigurare nella policromia di questo recital così ricco eppur essenziale, il mistero dei miracoli del Signore. Segni del Regno che viene, carezza del Dio vicino, ne ho voluto offrire una lettura vivace, coraggiosa, partecipata.
Il punto di vista è quello di uno spettatore del tempo: di quel “tempo intermedio” che è in fondo anche il nostro stesso stato “esodale”, il nostro essere in cammino verso un’eredità promessa e donata, attesa e già vissuta; un “tempo” di ieri e insieme di oggi, che solca i millenni e congiunge “sacramentalmente” l’esperienza dei testimoni oculari a quella dei nostri giorni affaticati e incerti. L’inno incastonato a mo’ di inclusione tra inizio e fine della rappresentazione traduce questo respiro che dissolve e riannoda spazio e tempo: “Venite con noi… è passato l’inverno!”. Un invito, dunque, a condividere la gioia messianica, ma anche un messaggio di ardente speranza: nel cuore della notte, è ancora possibile cercare le note silenziose della lode a Colui che ha abbracciato la nostra infamia per avvolgerla nel suo manto regale: “Alla tua ombra, Signore…”. È così che l’immagine si fa
icona, la poesia si fa preghiera, il canto si fa lode: la sequenza cinematica si arresta, le “pose fotografiche” bloccano il flusso narrativo e vi iniettano il respiro plastico di uno spazio simbolico. Ho deciso di commentare in questo modo le scene dei miracoli: attraverso un intreccio di mimica, meditazione poetica ed evocazione simbolica che
esalta sinergicamente i vari registri espressivi e li fa interagire. Al centro, il “miracolo-icona” di una conversione possibile: quello testimoniato dalla peccatrice, in un gioco chiaroscurale che avvolge il lucore opaco di un falso amore e lo trasforma, ai piedi del Principe del cielo, in ombra luminosa di un Amore vero. Qui che si arresta – ma solo
per innestare un circolo infinito di nuovo e sempre più “vero” amore – la parabola meditativa del recital: ai piedi del Signore, all’ombra del sepolcro che il suo Giorno ha inondato di luce. “Alla tua luce fugge la nostra paura; alla tua ombra, un canto si innalza nella notte. Non siamo più soli: Tu sei vicino. Alla tua ombra, Signore…”. Ringraziare
chi mi è stato accanto in questo lavoro è il più doveroso, ma anche il più ingrato dei compiti, soprattutto se a collaborare – come in questo caso – sono stati veramente in tanti. Volti amici, persone la cui opera si è spesa nel silenzio, con la discrezione e l’umiltà di chi sa servire ed amare senza chiedere nulla in cambio. È così che mi piace pensare a mia madre, fondatrice ed ispiratrice del Movimento Apostolico, testimone dell’amore del Crocifisso risorto, esempio di dedizione e di sacrificio; è così che penso alla mia famiglia, e particolarmente a mia figlia Bernadette, perla preziosa e cuore delle mie attenzioni quotidiane; è così, ancora, che penso a monsignor Costantino Di Bruno, Assistente ecclesiastico centrale del Movimento, guida e orientamento luminoso del nostro cammino di fede. Un grazie vivissimo a tutti… Un ricordo va anche a tutti i sacerdoti che mi sono stati vicini, a tutti gli aderenti che si sono prodigati per rendere possibile questa rappresentazione, a tutti i giovani che sono stati coinvolti – molti dei quali per la prima volta – e con il loro impegno hanno dato prova di amore grande per il Signore.
Il fatto di averli visti lavorare gomito a gomito, immedesimati nelle loro parti, rapiti dal mistero che sapevano di poter testimoniare con la recitazione, la danza, il canto o – assai spesso – con il lavoro silenzioso svolto “dietro le quinte”; è questa la più edificante
dichiarazione di fede, un dono che ci ha arricchiti tutti, senza eccezioni. Con loro, ho ripetuto entusiasta il sì di ogni giorno: il sì alla missione di annunziare e ricordare al mondo la parola del Vangelo, con coraggio e freschezza. . . con la gioia di chi ha scoperto, all’ombra dell’Altissimo, il tepore di un sole che non tramonterà mai
sulla storia degli uomini.
Christus Dominus è il terzo di una collezione di CD nata con l’intento di accompagnare musicalmente l’anno liturgico. Della stessa serie e dello stesso interprete fanno parte “Christus Natus - Melodie di Natale” ( CDNCS 0142) e “Christus Crucifixus - Melodie della Passione” (CDNCS 0149).
Il presente ciclo di brani comprende le feste di Pasqua, Ascensione, Pentecoste seguendo una rigorosa simmetria: il pezzo numero 1: "Cristo risusciti" si relaziona alla Pasqua, il numero 5: "Nei cieli un grido risuonò" all' Ascensione ed il 9: "Veni Creator Spiritus" alla Pentecoste.
Essi rappresentano figurativamente le 3 colonne portanti delle solennità pasquali.
In questa architettura musicale le citazioni di "Veni Creator Spiritus" e "Cristo Risusciti" appaiono come arcate di collegamento e così "Cristo risusciti" si interseca sottilmente ed in svariati modi nei brani 2, 3, 4, mentre in modo analogo "Veni Creator Spiritus" viene ripreso nei pezzi 6, 7, 8.
Gli elementi compositivi, dalla quale nascono forma e configurazione, seguono lo stesso principio apparso nei CD precedenti e sono: la melodia principale, un canone a 4 voci e un contro-tema.
Nella pratica devozionale Cristiana, il culto Mariano è paradossalmente anche il più giovane. La piccola corona di perle di legno di rosa, introdotta in occidente con le crociate diventa, a partire da quell’epoca, un oggetto simbolico ma al tempo stesso tangibile, ricco di una forte carica mistica. Curiosamente anche le parole Corona e Corano sembrano bisticciare tra loro linguisticamente sulla comune radice ma, alla fine, si ritrovano unite sulla strada della memoria intesa nel senso più profondo del termine. La storiografia tradizionale riteneva dunque che questo tipo di preghiere in sequenza fosse di origine orientale ma è a S. Domenico di Guzman (1171-1221) che viene attribuita la recitazione “Meditata” del Santo Rosario e la sua diffusione attraverso le prime confraternite. La corona del Rosario diventa dunque Memoria e come tale evocazione e tangibilità, essa si fa parola e ritmo quindi musica indirizzata verso la pratica dell’ ascesi.
Quest’opera si presenta con molteplici intenti, primo fra tutti quello di vivificare una pratica devozionale attraverso il rapporto tra Musica, Canto e Parola che si fondono così in un ritmo ancestrale. Ma oltre a rappresentare un supporto pratico alla preghiera, essa è anche “oggetto” d’arte che porta con se, proprio sul filo sottile della memoria, l’invito a entrare intimamente in contatto con il cuore dell’Eletta, la donna Dea, lo specchio divino, lo iato che unisce la terra al cielo. Numerosi gli artisti che hanno preso parte alla realizzazione di questo lavoro, dal noto attore Francesco Carnelutti, voce recitante dei misteri del Rosario in lingua Latina, al compositore Roberto Caravella che per l’occasione propone qui. oltre ad alcune sue composizioni eseguite dall'ensemble il Cantiere delle Muse.tre toccanti meditazioni per voci soliste, viola d’amore, violoncello concertante, archi e organo. Accanto ad essi tributano autori noti e meno noti del panorama storico-musicale: dal Gregoriano a Francesco da Milano, da P. Bruna a J.S. Bach fino a H.I.F von Biber che nel secolo XVII scrive una raccolta di Sonate espressamente dedicate ai Misteri del S.Rosario. Introduce l’opera una meditazione letteraria dello scrittore Arnaldo Colasanti.
Cofanetto 3 CD in versione elegante
Nel tardo Rinascimento, l’ingegno musicale italiano raggiunge la più alta delle espressioni: nasce il “recitar cantando”, vengono concepite l’opera in musica e l’oratorio, la musica strumentale acquisisce propria dignità e vengono pubblicati libri fondamentali per la danza (che continua ad essere l’arte prediletta dalla nobiltà). I capolavori si susseguono in un crescendo stupefacente: musica, canto, ballo divengono “segni” indicatori di ambienti e di convenzioni sociali poiché cantare, suonare e ballare sono attività che occorre fare con altri.
Il tema è la festa e lo spazio scenico è quello del grande Salone di palazzo, della Chiesa o del giardino nobile. Ispirandosi all’idea monteverdiana, che vuole la musica “serva all’orazione”, il programma propone un significativo viaggio nel concetto di amor sacro, ovvero canti e musiche del repertorio paraliturgico, e di amor profano, con sonate e danze proprie del divertimento cortigiano.
I MUSICISTI
ROBERTO QUINTARELLI, canto, flauti diritti
ERICA SCHERL, violino antico, castagnette
MATTEO PAGLIARI, flauti diritti, traversa, cornamusa, striduli, storte
LUCIO TESTI, ciaramelli, bombarda, storte, striduli
FRANCESCO ZUVADELLI, clavicembalo, organo positivo, ghironda
DOMENICO BARONIO, liuto, chitarrino, colascione, percussioni
Il Maestro Mario Duella, virtuoso d’organo e ricercatore dei suoni degli organi storici restaurati, esegue all'Organo Bianchi una raccolta di brani, versetti e sonate per messa composte da autori del XVIII e XIX secolo.
L’organo della Chiesa di San Sebastiano a Bulliana di Trivero è l’opus 52 della produzione di Camillo Guglielmo Bianchi, lodigiano, allievo dei Serassi. Viene progettato nel 1875 e collaudato da Giuseppe Capitani l’11 e 12 giugno dell’anno successivo. Concepito come “grande” stante il numero dei registri, è mantenuto in piena attività stipulando regolari contratti con gli organisti fino al 1888. Nel febbraio di tale anno un’eccezionale nevicata rende inagibile l’edificio e nei lavori di restauro deve essere coinvolto anche l’organo, che viene ricomposto, pur con disposizione invariata, dai Successori Bianchi e collaudato dal maestro di cappella della Cattedrale di Biella Giuseppe Gurgo Salice il 6 settembre 1891.
La disposizione dell’organo rispetta pienamente i criteri estetici degli organi italiani dell’epoca, ossia: un Ripieno che si spinge sino alle Trigesime con un doppio Principale alla base; i Registri da Concerto che comprendono un numero adeguato di ance, di flauti, di cornetti. Come di consueto la pedaliera, intesa come “prolungamento” degli amalgami della tastiera piuttosto che corpo a sé, prevede i soli Contrabbasso e Rinforzi e i Timpani. Con tutto ciò, rimane un esempio altamente significativo dell’arte di Camillo Guglielmo Bianchi che gli interventi dei Successori Bianchi e di altri organari nel Novecento ci hanno tramandata in tutta la sua essenza.
Alberto Galazzo
Questo CD è una raccolta di canti per la Santa Messa, dalle melodie semplici e coinvolgenti appositamente composte per essere cantate in coro. Anche i testi, creati nel rispetto delle norme liturgiche, possono essere un valido aiuto per le celebrazioni Eucaristiche, soprattutto dei giovani. I canti sono stati sperimentati in varie comunità parrocchiali con grande riscontro.
Ora vengono proposti in un CD per dare l’opportunità ad un numero sempre maggiore di comunità di pregare cantando attraverso melodie musicale e testi che sprigionano la gioia di una comunità che vive nella luce del Cristo risorto.
Roberto Caravella
Voce recitante Piera degli Esposti
L’Oratorio “ANGELUS AD VIRGINEM ” - per Soli, Coro, Orchestra d’archi Organo e Voce recitante - origina da una visione teologica dalle proporzioni monumentali: Il mistero della figura Mariana. Il senso profondo ed eterno che essa ha rappresentato nell’intera storia umana quale soglia tra i mondi umano e divino è reso appieno dalla musica straordinaria ed ispirata di Roberto Caravella. Il testo dell’Oratorio è tratto dalla versione latina dell’Akatisthos - il più antico Inno liturgico dedicato alla Theotokos - Genitrice di Dio. Esso è suddiviso in quattro Stanze musicali che ripercorrono i momenti fondamentali della vita di Maria: l’Annunciazione, la Natività, la Passione e l’Assunzione, cui si aggiungono altrettanti monologhi scritti dallo stesso autore per la figura del Creator e qui affidati emblematicamente alla magistrale interpretazione di Piera degli Esposti. La musica degli Apekémata (ovvero preludi per santur, violoncello e pianoforte) di cui si riveste la recitazione, generano così una potenza emozionale e narrativa capace di evocare nell’ascoltatore suggestioni arcaiche e rivelatrici.
Il Beato Giuliano Nakaura (1568-1633), patrizio giapponese divenuto sacerdote della Compagnia di Gesù e membro dell'Ambasciata Tensho, fu il primo pellegrino giunto in Italia da quelle terre lontane. Nel Luglio del 1585 fece visita a Cremona dove ricevette calorosa accoglienza e, in Duomo, dal loro Vescovo Niccolò Sfrondati (divenuto poi Papa Gregorio XIV). Tornato in Giappone portò con sè strumenti e musiche occidentali, forse anche cremonesi, con i quali, insieme ai suoi tre compagni di viaggio, suonò di fronte alle massime cariche politiche del Giappone che ascoltarono per la prima volta musica italiana, apprezzandola molto e richiedendo numerosi bis.
Questi fatti storici e l'incontro tra Emi Aikawa, soprano giapponese che vive a Cremona, con La Rossignol, sono all'origine del percorso musicale proposto in questa incisione, ovvero partiture proprie del grande repertorio paraliturgico di quel tempo, naturalmente eseguite con stili e strumenti d’epoca, esempi concreti che documentano il felice itinerario della fede e della musica verso la nuova epoca.
Il doppio cd di "Ester il Musical" contenente brani e basi musicali.
La finalità di ogni musical di Cettina Marraffa, autrice di diverse opere sacre, è stato sempre quella di aiutare i giovani a riconoscere Cristo come verità della loro generazione, fondamento del loro futuro, pienezza dell’umanità a cui aspirano, dono da estendere nel loro mondo, offrendo al pubblico una vivace e sentita proposta di fede, con le forme attraenti dell’arte scenica.