Saverio, maestro elementare e il bidello Mario, fermi con la macchina a un passaggio a livello eterno, cercano una via d'uscita d'emergenza, vengono sorpresi da un temporale e riparano per la notte in una vecchia locanda, dentro la quale si destano l'indomani inspiegabilmente immersi in un improbabile anno 1492. Tentano goffamente di assumere l'abbigliamento, il linguaggio e le usanze d'epoca e si trovano implicati in farsesche avventure, finché a Saverio spunta l'idea - visto che è l'anno 1492 - di correre in Spagna a fermare Cristoforo Colombo, per impedirgli di scoprire l'America, da cui vengono infiniti mali, a cominciare dal vezzo linguistico dell' "okey" diffuso fra noi in maniera così pecoreccia. Nel tragitto incorrono in altre avventure, fra le quali l'incontro con un'amazzone di colore e poi con Leonardo Da Vinci, che tentano di erudire sulle novità scientifiche, con la loro saputa ignoranza anni '80, per cui ritardano e arrivano a Palo dopo che Colombo è già salpato. Mentre, spompati, s'apprestano a ritornare sui propri passi, avvertono lo sbuffare e lo sferragliare di una locomotiva. Speranzosi, si precipitano verso i binari, sicuri di esser riapprodati al secolo XX, se non che dalla locomotiva si sporge compiaciuto Leonardo...che ha imparato la lezione. Veramente "non resta che piangere".