Arcuri avrebbe voluto raccontare questa storia trent'anni fa. Ma gli fu impedito. Con la sua inchiesta era arrivato a scoprire che l'Italia stava per finire sotto una dittatura. Era il 1969 e anche Mauro De Mauro stava giungendo alle sue stesse conclusioni, apprestandosi a renderle pubbliche su "L'Ora" di Palermo. La mafia lo uccise nel 1970. Arcuri racconta quegli anni e ricostruisce adesso, grazie a nuove testimonianze e ad altre di collaboratori di giustizia già depositate, quello che è accaduto la notte dell'8 dicembre 1970, quando Valerio Borghese, ex comandante repubblichino, si accingeva a occupare militarmente l'Italia. Emergono nuovi tasselli: il ruolo della mafia, il diretto coinvolgimento del Viminale, di industriali, politici e finanzieri.
L'enigmatica profondità di Eraclito, la grandiosa ambizione di Parmenide, la lucida saggezza di Socrate, le grandi costruzioni di Platone e Aristotele, le filosofie sapienziali dello stoicismo e dell'epicureismo, lo scetticismo e il primo terremoto che scosse la ragione. Un viaggio alla scoperta del pensiero greco, quel grande laboratorio d'interrogativi e d'idee che rappresentano tuttora la sfida sublime della filosofia.
La filosofia abbandona l'essere per incamminarsi sul sentiero ancora inesplorato del pensiero. Inizia la grande sfida della modernità, dal dubbio iperbolico di Cartesio all'ordine geometrico di Spinoza, dalla profondità critica dell'empirismo di Locke, Berkeley e Hume alla rivoluzione copernicana di Kant, fino alla grande stagione dell'idealismo tedesco.
Con i due volumi su "La filosofia antica" e "La filosofia moderna", Severino è riuscito a fornire una chiarificazione nuova e potente dello sviluppo della grande tradizione filosofica. Questo terzo volume dedicato alla filosofia contemporanea, completa il disegno e insieme ne riprende tutti i temi fondamentali. Vengono a emergere la profonda unità e solidarietà in cui si trovano pensatori che sembrano andare in direzioni del tutto diverse.
Un colonnello trascorre la propria vita studiando i maestri dell'arte militare, preparandosi a quella che sarà "la sua battaglia" e credendo che la guerra possa essere soggetta alle leggi della razionalità. L'appuntamento con il destino è via via rimandato. Quando giungerà, l'ufficiale scoprirà che tutto ciò in cui ha creduto è solo illusione.
Mentre lentamente scompaiono le generazioni che hanno vissuto gli anni del fascismo, riemergono di tanto in tanto nostalgie e "riabilitazioni". Ma cos'è stato davvero il fascismo? Cosa ha rappresentato nella storia civile e politica dell'Italia? Una "parentesi", come pensava Benedetto Croce? Espressione di un capitalismo in crisi di crescita? Fu causato dalla guerra e dalla crisi economica o fu una reazione alla rivoluzione bolscevica? Fu una forma esemplare della controrivoluzione europea o un colpo di mano riuscito di una banda di avventurieri? Questi e altri temi cruciali, essenziali anche per comprendere l'Italia di oggi.
Facendo tesoro delle inchieste giudiziarie e con la testimonianza diretta di Alberto Franceschini, fondatore delle Br, si può chiarire la storia e individuare la rete del terrorismo rosso, a partire dagli inizi, dai legami con la Resistenza, il Pci, e i personaggi di spicco legati al mondo cattolico. Per poi capire che cos'è e cosa è stata la rete clandestina parallela, accertata in documenti e testimonianze. Questo libro ha il merito di riavviare la macchina della verità e i meccanismi della memoria per cercare di comprendere quanto e perché è successo. Senza dietrologie, rimanendo ai fatti e alle parole. Perché il passato ritorna, se vogliamo decifrarlo.
Ripensare alle Baccanti significa ripensare alla cultura dell'antica Grecia. Ma quale cultura? Quella della filosofia e della letteratura o quella della gente incolta? Euripide, intellettuale raffinato, rifiuta una visione elitaria del sapere, e crea una tragedia straordinaria, con risvolti profondamente conflittuali rispetto alla tradizione. C'è un dio, Dioniso, che inganna e vince ma senza esiti trionfalistici; c'è un antagonista, Penteo, che viene beffato e fatto a pezzi dalla sua stessa madre: impulsi selvaggi, spettacolarità esasperata, e però anche pietà e sofferenza. L'edizione, curata da Vincenzo Di Benedetto, propone un commento sistematico, che si accompagna a un riesame critico del testo originale e a un'analisi dei moduli scenici.
"L'Olocausto si è dimostrato un'indispensabile arma ideologica." "L'anomalia dell'Olocausto nazista non deriva dall'evento in sé ma dallo sfruttamento industriale che è cresciuto attorno a esso." "La campagna in corso dell'industria dell'Olocausto per estorcere denaro all'Europa in nome delle 'vittime bisognose dell'Olocausto' ha ridotto la statura morale del loro martirio a quella di un casinò di Montecarlo." Sono solo alcune delle tesi provocatorie sostenute in questo libro da Finkelstein, ebreo americano e figlio di sopravvissuti allo sterminio, che in questo libro mette in discussione due dogmi: l'Olocausto è un evento storico unico ed è il punto culminante di un'odio irrazionale ed eterno dei gentili contro gli ebrei.
Si tratta della terza delle quattro "Considerazioni inattuali" di Nietzsche. Fu pubblicata nel 1874, quando aveva trent'anni, ed è riconosciuta come la più bella delle quattro. È il suo diario, la sua "storia più intima" e il suo manifesto, che consente di comprendere la molla fondamentale e il motivo generatore di tutta la sua vita e la sua opera. Attraverso l'esaltazione del suo "unico e grande maestro" Schopenhauer, è Nietzsche stesso dunque che si presenta come educatore: educatore alla grandezza e a "compiti di portata storica universale". In essa egli espone la teoria del filosofo non come un contemplatore neutro e oggettivo, ma come un legislatore, un uomo destinato a trasformare i valori, a sovvertire ogni ordine esistente.