Un volume che non offre solo una nuova traduzione del capolavoro pascaliano, ma che riporta l'apparato completo delle varianti, delle cancellature e delle sovrascritture testimoniate dai manoscritti. Si tratta di circa ottocento frammenti, abbozzi e appunti, che superano largamente la prima destinazione di apologia della religione cristiana, per trattare dell'uomo, minato dalla sua miseria e salvato dalla sua grandezza. Non solo un'analisi della condizione umana e un "itinerarium mensis in Christum" di alto interesse filosofico, ma anche la storia interiore di un grande spirito, che ha vissuto con singolare tensione, nella loro dialettica spontanea, i problemi dell'esperienza etico-religiosa e li ha compenetrati di sé e della sua complessa umanità.
Negli anni Ottanta Álvaro Mutis crea il personaggio di Maqroll il Gabbiere, protagonista di una serie di romanzi che sono valsi all'autore numerosi premi internazionali. Ed è proprio Maqroll, accanto al diplomatico portoghese di «I testi di Alvar de Mattos» o allo stratega dell'imperatrice Irene di «La morte dello stratega», uno dei personaggi che il lettore può incontrare in questa raccolta di racconti.
A cinque anni dal "Lunario dei giorni d'amore", Guido Davico Bonino propone un "libro da comodino" che a quello si collega, anche se diversamente concepito. Nella scansione di una lettura al giorno, lungo l'arco di un intero anno, la poesia non si alterna più alla prosa, ma colma tutte le esigenze espressive che la fenomenologia amorosa ha saputo, attraverso i millenni, e sotto ogni cielo, provocare. Il volume raccoglie infatti una gran varietà di liriche, diverse per generi e autori: dagli arabi ai cinesi e giapponesi, dagli anonimi cantori del continente africano o delle civiltà indoamericane ai maestri della tradizione lirica europea, alle voci poetiche delle ultime generazioni.
Una fiaba amara di Adriano Sofri con le illustrazioni di Sergio e Isabella Staino. Una narrazione di parole e immagini che ci fa guardare il mondo da un punto di vista diverso, perchè ci porta direttamente nel vero "altro mondo", quello dove in tanti passano la vita senza poter fare quasi nulla di ciò che siamo soliti considerare "umano" e "normale". "Dato che preferiscono dormire all'aria aperta, certe volte gli angeli custodi non si accorgono che il loro detenuto custodito viene acchiappato a tradimento prima dell'alba e imbarcato verso qualche altro carcere."
Dodici capitoli per raccontare la parabola dell'esistenza di Pietro il Grande, dal 1672, anno della nascita, al 1725, anno della morte. Una figura di zar avvincente e tragica di cui il libro di Hughes, esperta inglese di storia slava, ci restituisce le gesta, le riflessioni, le scelte all'apparenza meno comprensibili e gli aspetti più bizzarri del carattere come l'interesse nei confronti dei nani, dei travestitismi in genere, l'attenzione morbosa per gli atti vandalici, l'uso di pseudonimi. Il saggio mette in luce sia aspetti della vita pubblica, sia quelli della vita privata dello zar, come la relazione con la seconda moglie Caterina o con il favorito Alexander Menshikov.
Molti di noi avvertono la percezione che qualcosa di terribile rischia di inquinare i rapporti fra le generazioni, qualcosa di ben peggiore dell'odio: l'indifferenza. Come combattere questo sentimento che ha sicuramente a che fare con i più inquietanti fatti di cronaca di questi anni, ma che identifica anche una rassegnazione che mina il benessere di molte famiglie? Quale progetto siamo disponibili a pensare per una comunità capace di recepire e avvalorare la creatività e il senso critico delle giovani generazioni? Quale scuola, quale famiglia, quale città?
L'opera raccoglie in un unico volume gli scritti di viaggio di Lalla Romano ("Diario di Grecia", "Le lune di Hvar") e alcuni racconti composti in diverse occasioni e riuniti in "Un sogno del Nord". Accanto a questi, uno scritto inedito su due viaggi in Ungheria.
Un nuovo libro di Foa con Federica Montevecchi, che interroga il presente, il passato e la politica per rivolgersi a un giovane di oggi. E un video di Pietro Medioli, che ripercorre, tutta intera, la storia del movimento operaio.
"Il personaggio principale, almeno in quei momenti di lucidità in cui riuscirò ad impormi una linea di condotta, sarà il mio defunto fratello maggiore Seymour Glass che (preferisco dir tutto in un'unica frase da necrologio) nel 1948, all'età di trentun anni, mentre era in vacanza in Florida con sua moglie, si tolse la vita. Egli ebbe un grande significato per moltissime persone con cui venne a contatto e per noi, suoi fratelli e sue sorelle, egli fu tutto. Tutto quel che è realtà, egli fu, per noi: il nostro unicorno striato di blu, il nostro specchio ustorio, il genio di famiglia che dà consigli a tutti, la nostra coscienza portatile, il nostro commissario di bordo, il nostro unico poeta..."