
Secondo l'autore, tutti noi possediamo capacità paranormali, ma pochi sanno che è possibile imparare a usare consapevolmente questo potenziale. In questo libro Pascal Voggenhuber spiega come affinare le percezioni extrasensoriali. Con l'aiuto di esempi ed esercizi pratici tratti dai suoi corsi, Pascal insegna a utilizzare tali facoltà nella vita quotidiana, a interpretarle e potenziarle, per fare le scelte giuste nel mondo del lavoro e nel campo affettivo e affrontare con fiducia le sfide della vita.
Perché, quando siamo in coda, la fila accanto è sempre più veloce della nostra? Qual è stata la partita più bizzarra della storia del calcio? Perché la forma del "giro della morte" sulle montagne russe non è perfettamente circolare? A questi e ad altri novantasette interrogativi risponde John D. Barrow con il suo stile brillante e rigoroso. Ogni singola domanda, infatti, diventa il pretesto, o meglio l'opportunità, per aprire una finestra su una dimensione del reale. Barrow riesce così a dimostrare che la matematica è la quintessenza stessa della realtà, poiché è alla base di ogni fenomeno naturale e di ogni aspetto della vita quotidiana, in modi a volte insospettati e stupefacenti.
Poche settimane dopo il disastroso terremoto che ha sconvolto il Giappone, il leggendario scrittore William T. Vollmann si avventura nella zona a massimo fischio di contaminazione nucleare (la cosiddetta "Zona proibita"), munito solo di guanti da cucina in gomma, mascherina e di un rilevatore di radioattività poco credibile. Quello che ne viene fuori è un reportage terribile sulla vita quotidiana in un paese devastato. E proprio nelle città e nei villaggi più colpiti dal terremoto, dallo tsunami e dalla contaminazione nucleare Vollmann rintraccia l'inquietante annuncio di un futuro che riguarda tutti noi. Produrre energia nucleare è una scelta assennata? Quando si pensa alle radiazioni cosa ci passa per la mente? Bisogna essere favorevoli alle centrali nucleari? William T. Vollmann ha rivolto queste domande, che sono al centro di tante discussioni quotidiane, a persone che erano sul posto quando un terremoto di magnitudo 9 ha scosso il Giappone l'I 1 marzo 2011; persone che sono riuscite a sopravvivere al successivo tsunami e che si trovano alle prese con l'elemento più terribile di questa catastrofe molteplice: l'ignoto. Le risposte che Vollmann raccoglie con ogni probabilità vi sorprenderanno, ma a sorprendervi ancora di più saranno la cortesia e lo spirito indomabile delle persone con cui l'autore si confronta
Anna Lisa Russo ha lottato per oltre tre anni contro il cancro prima di andarsene; nonostante le sofferenze fisiche e psicologiche, grazie a uno spirito sorprendentemente leggero, positivo, a tratti incredibilmente ironico, è riuscita a raccontare le sue giornate attraverso un blog, lasciando una testimonianza universale di coraggio: migliaia di persone hanno seguito e commentato attraverso la rete i suoi post, accompagnandola nella difficile battaglia contro la malattia. Mario Calabresi si è imbattuto quasi per caso nel blog e ha subito deciso di ospitarlo sul sito della "Stampa": "Mi sono immerso nella sua sofferenza, nel suo stupore; ho avuto paura di leggere, ma ho trovato la sua mano che mi tirava dentro per scoprire quanta vita ci può essere anche quando si sente la morte vicina. Quanta energia e speranza ci possono essere quando si è capaci di amare e di riconoscere il bene". Questo libro raccoglie la coraggiosa testimonianza di Anna Lisa e insieme un racconto che Mario Calabresi ha voluto dedicare a una persona capace, come poche, di rompere il silenzio che troppo spesso accompagna la malattia, una donna che "ha vissuto con coraggio, ha avuto giorni di dolore, di pianto, di vuoto, di paura, molti di rabbia, ma è riuscita a trovare attimi di gioia, di speranza; e vivere così, senza abbandonarsi alla disperazione, è il regalo migliore che ognuno di noi si può fare. Se ci può essere ancora un attimo di felicità o di amore, anche lì dove tutto appare finito, perché rinunciarci?"
"Chi sei, papà?" Un bel giorno capita che un figlio di sei anni faccia questa domanda disarmante, a suo modo imbarazzante. Una domanda che, oggi soprattutto, coglie nel segno, mettendo a nudo una condizione: verrebbe la tentazione di liquidarla con quelle risposte evasive o distratte con cui spesso i grandi mascherano la loro inadeguatezza. Ma un papà come Stefano Zecchi non si sottrae così facilmente alla sfida. Ne fa invece il punto di partenza di una riflessione sincera sul suo ruolo di "giovane padre che ha un po' di anni in più della media dei padri giovani" e, in generale, sulla crisi della figura paterna nella nostra società. Senza scrivere un saggio di sociologia o psicopedagogia, ma semplicemente raccontando la sua esperienza personale, il rapporto quotidiano con il figlio. L'inserimento all'asilo e a scuola, i giochi, le passeggiate alla scoperta della natura e della città, le curiosità infantili riguardo al mondo circostante, i primi confronti con la vita scandiscono così le tappe di un percorso che, dalla constatazione di una decadenza dell'immagine paterna, sempre più debole ed evanescente, conduce alla possibilità di un suo riscatto
"La Commedia è un'opera di finzione, ma in età medievale non esistono altre opere di finzione che registrino in modo così sistematico, tempestivo e quasi puntiglioso fatti della storia, della cronaca politica, della vita intellettuale e sociale contemporanei. E, per di più, senza temere di addentrarsi in retroscena noti solo per sentito dire o in quello che oggi chiameremmo gossip politico e di costume. Per molti aspetti, assomiglia agli odierni instant-book." Il libro di Marco Santagata costituisce, nello scenario della letteratura dantesca, una novità. Perché è, prima di tutto, l'appassionato racconto, il "romanzo" appunto, della tormentata e semisconosciuta esistenza di un uomo dall'io smisurato, che si sentì sempre "diverso e predestinato", che in ogni amore e in ogni lutto, nella sconfitta politica e nell'esilio, e in particolare nel proprio talento, scorse "un segno del destino, l'ombra di una fatalità ineludibile, la traccia di una volontà superiore". Ed è, insieme, il documentato ritratto di un Dante profondamente calato nella vita pubblica e culturale della sua città, Firenze, e nelle complesse dinamiche della storia italiana tra Due e Trecento. Grazie al sapiente intreccio di vicende storiche e private, Santagata raggiunge il duplice obiettivo di ricomporre il quadro più completo possibile del Dante padre di famiglia, filosofo, poeta, uomo di partito e di corte, e analizzare ogni sua opera alla luce del contesto storico e biografico.
"Se il Novecento è passato alla storia come il secolo dell'odio, il nuovo millennio si è aperto all'insegna di un'emozione ancor più primitiva: la rabbia. E la rabbia ad armare la mano di quegli uomini che non sopportano il rifiuto di una donna, a trasformare un mediocre studente nell'autore di una strage, a prendere un tizio qualunque, alla guida di un'auto, e mutarlo in una belva primordiale. Ma c'è una rabbia meno clamorosa e più subdola, capace di avvelenare la vita, in casa, sul lavoro, in coda agli sportelli." Piccola o grande che sia, la rabbia in sé è un fatto naturale, è l'ombra inseparabile della nostra quotidianità. È illusorio pensare di eliminarla, fondamentale invece è imparare a comprenderla, in noi stessi e negli altri, a interpretare il suo linguaggio, verbale e fisico, a distinguerla dalle tante altre emozioni che proviamo, per poterla gestire ed elaborare in modo costruttivo. È l'obiettivo di "È inutile che alzi la voce", in cui Massimo Picozzi, noto psichiatra e criminologo, e Catherine Vitinger, esperta di tecniche di difesa e di gestione del conflitto, si misurano con questo spinoso tema. La rabbia, se ben orientata, in certe situazioni ha una funzione positiva, vitale: può aiutarci a far valere i nostri diritti, a trasmettere con forza un messaggio educativo, a impartire istruzioni per fronteggiare prontamente un'emergenza. Esiste, al contrario, una rabbia cieca e folle, che può portare in un attimo a distruggere relazioni...
Gli scandali raccolti nel nuovo libro di Mario Giordano hanno un elemento in comune: sono tutti nati, trovati e scoperti negli ultimi mesi. Proprio così: mentre i cittadini chiedevano di cancellare i vitalizi della casta, quei vitalizi aumentavano. Mentre supplicavano di ridurre gli sprechi, quegli sprechi raddoppiavano. Mentre urlavano di ridurre le spese del Palazzo, le spese del Palazzo si moltiplicavano. Mai visto niente di così spudorato. "E dunque" dice Giordano "come si fa a mollare? Come si fa a tacere? La lotta contro le sanguisughe è appena all'inizio. È una lotta difficile, e combattendo ogni tanto si rischia pure di cadere nello sconforto. Anche questo libro farà venire a molti il mal di fegato, ma continuare a indignarsi non è solo un diritto. È un dovere: per noi, per la nostra storia, per il nostro futuro. Sono due i grandi nemici che oggi dobbiamo combattere: da una parte c'è la montagna di privilegi che ci sta soffocando, dall'altra c'è la rassegnazione. E la rassegnazione è un lusso che non ci possiamo permettere.
Per quasi cinquant'anni J. Edgar Hoover detenne negli Stati Uniti un potere pressoché illimitato, condizionando tutti i presidenti, da Roosvelt a Nixon. Si ergeva a campione della legalità e si proclamava strenuo difensore della giustizia, ma fece spesso uso di mezzi illegali per liquidare chiunque intendesse opporglisi. Ipocondriaco divenuto eroe nazionale, scapolo ossessionato dalle maldicenze sulle sue abitudini sessuali, con i suoi famigerati schedari Hoover cambiò letteralmente il corso della storia americana e mondiale. Appoggiò il maccartismo, ricattò i fratelli Kennedy, influenzò la corte suprema, ostacolò il movimento dei diritti civili... Come ci riuscì? Aveva connessioni con la malavita? Perché furono seriamente compromesse le indagini sui delitti Kennedy e Martin Luther King? A tutte queste domande risponde la biografia di Curt Gentry, con un approfondito lavoro di ricerca, una consistente mole documentaria e basandosi su testimonianze dirette.
Il mondo arabo, i cui assetti ed equilibri interni costituiscono un fattore decisivo nello scacchiere internazionale di questo inizio di nuovo millennio, è lo scenario della straordinaria e coraggiosa autobiografia di Abdullah II, re di Giordania. Straordinaria e coraggiosa perché la sua decisione di raccontare, senza censure e reticenze, le vicende più delicate vissute in dodici anni di regno dal suo paese e dal Medio Oriente è dettata dalla drammatica percezione che gli spiragli per giungere a una pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi, nodo cruciale per la stabilità della regione, si stiano pericolosamente restringendo, e che solo un'analisi dei complessi avvenimenti che hanno determinato il quadro attuale possa contribuire a far capire a tutti l'urgenza di una ripresa immediata del dialogo. Con sorprendente franchezza, Abdullah ripercorre i momenti cruciali della sua crescita come uomo e come statista: la formazione alla leggendaria accademia inglese di Sandhurst; la carriera militare ostacolata dagli intrighi di palazzo; l'amore a prima vista per la bellissima Rania, destinata a diventare icona di stile e paladina dei diritti umani nei paesi arabi; e infine il profondo legame con il padre, l'amatissimo re Hussein, da lui assunto a modello nella difficile arte del governo e della diplomazia.
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.
Enrico, ingegnere, 51 anni, ha deciso di abbandonare l'azienda per dedicarsi alla gestione degli hotels de charme. Per Donatella l'attività di volontariato è diventata così importante che a 56 anni ha deciso di lasciare il posto di impiegata e mettere la sua esperienza al servizio dell'associazione a cui dedicava parte del tempo libero. Augusto, che al cambiamento è stato costretto, non si è dato per vinto e, a 59 anni, ha combattuto l'azienda per cui lavorava sul suo stesso terreno, creando un'agenzia import-export di prodotti di diagnostica. Sandro è riuscito ad andare in pensione a 60 anni, ma ha mantenuto una collaborazione part-time che gli permette di dedicare molto più tempo alla famiglia. Le generazioni dei baby boomer sono le prime a risentire di un cambiamento radicale dell'età da sempre ritenuta "pensionabile", il cui inizio viene di giorno in giorno posticipato, se non addirittura messo in forse, ma sono anche le prime a godere di almeno una ventina d'anni in più rispetto al passato in cui realizzare progetti, sogni e aspirazioni a lungo rimandati. Enrico Oggioni, da sempre impegnato nello sviluppo delle risorse umane, racconta le condizioni e le aspettative di chi, per necessità o desiderio di cambiare, si è trovato a reinventarsi la quotidianità tra i 50 e i 70 anni. Come goderne al meglio? Che scelte fare? Oggioni illustra come i baby boomer sono riusciti a mutare prospettiva sul futuro e affrontare con caparbietà una fase che non si presenta sempre facile.