
Sei milioni d’italiani non dormono o faticano a dormire. Molti soffrono di una grave forma di insonnia che porta a irritabilità, scarsa capacità di concentrazione, e quindi scarsa resa nella vita e nel lavoro. Secondo i dati raccolti dal dottor Gioacchino Mennuni, direttore del Centro del Sonno al Policlinico Gemelli di Roma, il maggiore specialista italiano sui problemi del disturbo del sonno, il fenomeno colpisce con sempre maggior frequenza anche i più giovani. Il metodo del dottor Mennuni è un vero e proprio decalogo, da seguire secondo un preciso e studiato sistema di regole, consigli, esercizi e piccoli trucchi per riequilibrare l’orologio biologico. Secondo l’autore, orari e disciplina sono ottimi antistress naturali, molto meglio dei farmaci, spesso usati con troppa disinvoltura. La camera da letto è interdetta a ogni altra attività: proibito mangiare, guardare la tv, studiare o lavorare, altrimenti il nostro organismo e la nostra mente non riconoscono più il luogo deputato al riposo e non si rilassano completamente. Non usare la tv come sonnifero, non tenere d’inverno i termosifoni al massimo, perché l’eccessivo calore impedisce il fisiologico raffreddamento della temperatura corporea che favorisce il sonno. E poi tutto ciò che riguarda l’attività fisica, l’alimentazione, il fumo, l’alcol, il sesso, e tutti i segreti riguardo la pennichella in un libro utile e divertente che insegna a rispettarsi e ad accudire il bene prezioso del proprio sonno.
Essere genitori è una grandissima gioia ma comporta anche difficoltà, ansie, incertezze perché tanti sono i momenti in cui le tappe evolutive dei figli e i loro cambiamenti possono presentare dei problemi. Alba Marcoli, psicoterapeuta che da anni si occupa di infanzia, ha raccolto le sue esperienze e quelle di alcuni colleghi e in questo libro, attraverso l'analisi di storie vere, ci mostra come vengono affrontati dai terapeuti i momenti di crisi più comuni - la depressione post partum, i primi distacchi, la scolarizzazione, le paure per l'età adolescenziale e i conflitti con il corpo - e le difficoltà legate invece a condizioni specifiche, come l'adozione, la disabilità, la migrazione, la separazione dei genitori.
In queste pagine il non credente Corrado Augias e il credente Vito Mancuso si sfidano in una sorta di disputa d'altri tempi. Si parla di Dio, ma anche della vita; più precisamente la vita di ogni giorno, con gli interrogativi etici ed esistenziali ai quali tutti siamo chiamati a rispondere. Si parla delle forme di potere connesse all'attività spirituale, che dovrebbe invece esserne scevra. Dell'amore, cioè di quanto nel cristianesimo sia rimasto di un amore inteso come relazione armoniosa nella sua assolutezza, succo del messaggio di Gesù. E della morte: gli esseri umani hanno il diritto di sentirsi padroni della propria morte e decidere, se afflitti da un intollerabile dolore senza rimedio, di porre fine ai propri giorni? Un dialogo in cui, partendo dal problema di tutti i problemi, Dio, la sua esistenza, la sua importanza per la vita, si affrontano i temi più disparati: l'evoluzione, il rapporto fede-scienza, l'eutanasia, l'accanimento terapeutico, lo scandalo del male, l'illuminismo, il Gesù storico, la Madonna e i suoi dogmi, la Trinità, le ingerenze politiche della Chiesa. Norberto Bobbio, diceva che "la vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa". Questo libro si rivolge a tutti coloro che vogliono pensare. Pensare, o forse meglio ripensare al senso complessivo del trovarsi al mondo: se cioè esista un senso (un Dio), oppure no, solo una variopinta e mutevole sfilata di sensi, ognuno diverso dall'altro.
La bellezza e l'inferno: fra questi poli opposti che richiamano il pensiero di Albert Camus si estende il campo di forze frequentato da Roberto Saviano, il luogo che genera la sua visione della vita, dell'impegno e dell'arte. Introdotti da una prefazione dell'autore, gli scritti raccolti in questo volume tracciano un percorso tanto vario quanto riconoscibile e coerente. Dal ragazzo che muove i primi già maturi passi nell'ambito della letteratura e della militanza antimafia fino allo scrittore affermato che viene invitato all'Accademia dei Nobel, Saviano resta se stesso. Ci racconta di un campione come Lionel Messi, che ha vinto la sfida più grande, quella contro il suo stesso corpo; di Anna Politkovskaja, uccisa perché non c'era altro modo per tapparle la bocca; dei pugili di Marcianise, per cui il sudore del ring odora di rabbia e di riscatto; di Miriam Makeba, venuta a Castel Volturno per portare il suo saluto a sei fratelli africani caduti per mano camorrista; di Enzo Biagi, che lo intervistò nella sua ultima trasmissione; di Felicia, la madre di Peppino Impastato, che per vent'anni ha dovuto guardare in faccia l'assassino di suo figlio prima di ottenere giustizia; e di tanti altri personaggi incontrati nella vita o tra le pagine dei libri, nelle terre sofferenti e inquinate degli uomini o in quelle libere e vaste della letteratura. Pagina per pagina, Saviano ribadisce la sua fiducia in una parola che sappia scardinare la realtà, opporsi a qualunque forma di potere, farsi testimone della certezza che «la verità, nonostante tutto, esiste».
"Da un male si deve far nascere un bene ancora più grande. Questa filosofia, con la sua semplicità e con il suo ottimismo di fondo, mi ha sempre accompagnato in tutte le vicende della vita, e così è stato anche dopo l'aggressione che ho subito in piazza Duomo il 13 dicembre. Il dolore, non solo fisico, è stato grande. Il rischio che ho corso, anche. Come ho detto scherzando qualche giorno dopo essere uscito dall'ospedale, penso di essere stato fortunato, perché avrei potuto passare Natale sottoterra: con la neve e il gelo che c'erano a Milano in quei giorni non sarebbe stato certo piacevole. Tuttavia da quel male è nato un bene. Lo dico per me, e spero che possa valere per tutti. Da quella sera sono stato fatto oggetto di un'attenzione e di un affetto che hanno dell'incredibile. Basti pensare che nei primi due giorni dopo l'aggressione ho ricevuto più di 50.000 messaggi via internet, centinaia di fax e di mazzi di fiori. Mi hanno telefonato tutti i leader dei Paesi amici. E c'è stato un pellegrinaggio continuo prima in ospedale e poi ad Arcore: familiari, amici ma anche tante persone che volevano manifestarmi vicinanza e affetto. Nelle occasioni di incontro pubblico che ho avuto da alora, mi sono sempre sentito circondato da un grande affetto. Come segno di riconoscenza, ho deciso di raccogliere in questo libro una selezione dei tanti messaggi di sostegno e di incoraggiamento che mi sono giunti." (S. Berlusconi)
Tra i gerarchi “fedelissimi del Duce” spicca la figura di Roberto Farinacci, il “ras di Cremona”, collaboratore del “Popolo d’Italia” e fondatore insieme a Mussolini dei Fasci italiani di combattimento. Ritenuto da molti “più fascista del Duce”, Farinacci divenne il rappresentante-simbolo del fascismo estremo e violento, quello con il manganello facile. Questa nuova biografia ripercorre con scrupolo e precisione le principali tappe della sua parabola umana e politica, dalle acrobazie giovanili fino alla morte avvenuta per fucilazione il 28 aprile 1945. Grazie a un rigoroso approccio alle fonti, Romano Canosa realizza un’opera ambiziosa e convincente, ma soprattutto evita l’errore più comune commesso da quasi tutti gli storici che si sono occupati di Farinacci: ridurre il preteso “uomo forte” del regime a una sorta di caricatura e attenuare, di conseguenza, le sue precise responsabilità nell’instaurazione, nel consolidamento e nelle scelte più gravi del regime fascista, prime fra tutte l’esaltazione e la pratica della violenza squadristica.
Proviamo a immaginare che gli esseri umani smettano di usare la tecnologia piegandola ai propri scopi, per lasciare che sia la tecnologia a plasmare le loro vite: che cosa accadrebbe? Jaron Lanier, guru della realtà virtuale, appartiene alla ristretta cerchia dei lungimiranti pionieri della Silicon Valley che si formò negli anni Ottanta. Tra i primi a predire i rivoluzionari cambiamenti che il Web avrebbe apportato al mondo dell'economia e della cultura, oggi, a vent'anni dalla creazione della Rete, offre una lettura stimolante del modo in cui Internet pervade e condiziona le nostre esistenze. Il Web e le sue applicazioni sono ormai così familiari che è facile non vedere come di fatto essi si stiano sviluppando in direzioni imprevedibili rispetto al progetto originario. Grazie a un metodo d'indagine coerente e rigoroso e al suo talento eclettico, Lanier analizza gli aspetti tecnici e culturali, l'impatto sociale e le distorsioni ideologiche di un universo digitale contraddittorio e ci mette in guardia contro le aberrazioni di un sistema condizionato dai mercati finanziari e da siti che troppo spesso privilegiano la "saggezza della folla" e gli algoritmi informatici a danno dell'intelligenza e della capacità di giudizio delle singole persone, mettendo in serio pericolo la creatività intellettuale, lo spirito critico e la stessa idea di sapere.
«Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia, in quanto filosofa, ho sentito il dovere di abbandonare la torre d'avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana. Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile.
Perché le donne continuano a cedere alla tentazione dei sensi di colpa e, per paura di essere considerate "madri indegne", abbandonano ogni aspirazione professionale? Perché tante donne vengono giudicate "fallite" o "incomplete" quando non hanno figli? Perché molte adolescenti pensano che l'unico modo per avere successo nella vita sia "essere belle e tacere"? Perché il corpo della donna continua a essere mercificato? Perché stiamo assistendo al ritorno di un¿ideologia retrograda che vorrebbe spostare l'orologio indietro e rimettere in discussione le conquiste femminili degli anni Sessanta e Settanta?
La filosofia è un'arma efficace e potente, l'unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita e non permettere più a nessuno di umiliarle o azzittirle.»
Michela Marzano
"Questa è la storia, ricucita, affastellata, ripensata, buttata lì sul filo della memoria, di una famiglia italiana. La nostra. Raccontiamo questa storia perché è una bella storia. Quella di una famiglia per certi versi privilegiata, ma per altri versi semplice, normale. è una storia di sentimenti, di sogni realizzati ma anche svaniti, di dedizione al lavoro, di rimpianti, di umorismo, di dolori profondi. Una storia che attraversa la storia recente del nostro paese, ricostruendo gli umori di un'Italia complicata e contraddittoria, ma anche meravigliosa. Intorno, una miriade di personaggi straordinari, attori, scrittori, pittori, registi, ma non solo, una lunga lista di uomini e donne celebri (e no), tutti visti attraverso la lente dell'amicizia. Speriamo che la lettura di questa piccola cronaca familiare possa suscitare emozioni. Siamo gente di cinema e per noi le emozioni sono la materia prima di una narrazione compiuta." È vero, c'è un po' di nostalgia in questo racconto, in questa italianissima commedia. Ma è davvero difficile evitarla, quando i ricordi hanno le facce amiche di Sordi e Mastroianni, quando la Roma era quella della dolce vita, la sera si andava in via Veneto, e la porta d'ingresso a questo grande mondo antico era il mitico Steno.
La figura dell’inviato speciale e quella del corrispondente di guerra nascono all’inizio del Novecento con Luigi Barzini senior, a lungo firma del “Corriere della Sera”, testimone dei principali avvenimenti politici e militari della sua epoca, dalla guerra cinese dei Boxer alla Prima guerra mondiale, dalla rivoluzione messicana alla Seconda guerra mondiale, passando per il fascismo. Suo figlio primogenito Luigi Barzini junior fu anch’egli figura notevole nel mondo della carta stampata: inviato speciale, corrispondente durante la guerra d’Abissinia, autore del celebre longseller “Italiani”. In mezzo agli innumerevoli articoli e dispacci inviati da ogni parte del mondo dai due Barzini, il flusso ininterrotto della loro vita quotidiana, fra luci e ombre, slanci e amarezze, matrimoni, figli e lutti, ottimismi e delusioni, mentre la storia del “secolo breve” corre veloce fra totalitarismi e rinascite democratiche. Ludina Barzini, nipote di Senior e figlia di Junior, costruisce un’appassionata e documentatissima cronaca familiare, in cui la vicenda intima e personale si colloca magistralmente nello scenario più ampio della cronaca e della storia.
“Nel momento in cui i medici avevano rinunciato a curarmi – e io a farmi curare da loro –, proprio quando mi vedevo già imprigionato in una condizione di vita contrassegnata dal dolore cronico, c’è stato qualcuno che mi ha proposto un modo bizzarro per venirne fuori: ‘Impara a stare fermo e a respirare’, è stato il consiglio”. Afflitto da una malattia invalidante che nessuno riesce a spiegare o alleviare, Tim Parks comincia a esplorare il misterioso e affascinante rapporto che lega la mente al corpo. E’ aperto a ogni soluzione, ma non sospetta che gli esercizi di respirazione – e la meditazione – possano fornire le risposte ai suoi interrogativi e una insperata via d’uscita per lui, istintivamente scettico verso qualsiasi teoria esoterica o new age. Da questa rinnovata consapevolezza si avvia non soltanto un istruttivo e a tratti esilarante percorso alla ricerca degli effetti della malattia sul proprio lavoro e su quello degli altri scrittori, ma anche una riflessione stimolante sul ruolo che hanno lo sport e l’arte nel modellare il nostro atteggiamento verso la salute, una meditazione sull’identità e la dimensione spirituale. Senza dimenticare che quello della malattia è lo sfondo esistenziale di tutti gli esseri umani (o quasi), Parks ci insegna a fidarci anzitutto di quello che “dice” il nostro corpo, mostrandoci con intelligenza e ironia che è proprio questa l’unica strada che conduce all’armonia e al benessere.
È il 1962 e "Accio" ha 12 anni. È in seminario - sognava di fare il missionario - ma ora s'è stufato e vuole tornare a casa, a Latina. Lì, però, non lo accolgono troppo volentieri: sette tra fratelli e sorelle, più un padre operaio e madre in crisi di nervi. E allora scappa da casa, non va più a scuola, s'iscrive al MSI. Gira con la catena sotto l'impermeabile, entra ed esce dalla questura, lo espellono dall'MSI, entra nel Movimento Studentesco, diventa maoista... Antonio Pennacchi racconta la storia di un eroe istintivo, stupido, goffo, attaccabrighe, arrogante, sentimentale.