
La sua esperienza umana e scientifica, unita a quella delle persone incontrate e amate, i successi e gli insuccessi professionali costituiscono tutto il filone narrativo del libro, che si presenta come un bilancio dell'operato dell'autrice.
La mente di uno scrittore? È la cartografia dei suoi incontri, nelle pagine dei classici e dei contemporanei e nella vita. Incontri che concorrono, per affinità e differenze, ai lineamenti della scrittura di un autore. Questo libro è la cartografia della mente di Spina: essenziali colpi di sonda sugli amati Cervantes, Flaubert, ?echov, Tolstoi, Fontane, Hofmannsthal, Musil, Mann, descrizione dei luoghi attraversati nel tempo - dalla malinconica e intrigante Libia dei primi decenni del secolo scorso alla Roma di Cristina Campo -, ricordo degli amici, tra cui Camillo Togni e Vanni Scheiwiller. Il tutto con un tratto di estraneità al mondo - di inattualità - che è la cifra della scrittura di Spina: una prosa meditata sul destino che sempre ci accompagna e che dona all'esistenza quell'enigmaticità che queste pagine aiutano a decifrare.
Il progresso delle neuroscienze, l'uso degli psicofarmaci, le terapie brevi centrate sulla correzione del sintomo sembrano decretare la morte della psicoanalisi. La cura deve comprimersi il più possibile. Contro questa deriva cinica un pamphlet che sintetizza perché vivere senza inconscio sarebbe una catastrofe interiore.
Conseguito il diploma da sommelier e l'attestato da degustatore ufficiale, Andrea Scanzi decide di partire alla scoperta dei luoghi e delle persone dalla cui passione nascono i più grandi vini italiani, con la convinzione che analizzare il mondo del vino è un modo per capire cosa proviamo per il nostro passato e cosa stiamo preparando per il futuro. E cosi si trova ad attraversare il Belpaese, dalle Langhe all'Alto Adige, dalla Franciacorta a Montalcino, per raccontare dove e per mano di chi nascono i nostri vini migliori. Scanzi ci insegna a riconoscere, insieme a chi li produce, il Barolo, il Pinot Nero, il Sassicaia, l'Aglianico e altri capolavori di una lunga storia fatta di lavoro, pazienza e dedizione. Non senza ironia ci svela i piccoli e grandi segreti che ogni sommelier e ogni buon intenditore hanno messo a punto nel tempo. E soprattutto, ci insegna a riconoscere la vita segreta dei vini e ad apprezzare quella sottile arte che ne fa spesso dei capolavori: l'arte di invecchiare. Divenuto un piccolo classico nel suo genere, apprezzato dagli intenditori e da chi, semplicemente, ama il buon vino perché il vino ha vita.
Il concetto di ospitalità racchiude degli aspetti erotici; soddisfa infatti il desiderio di essere accolti ma anche quello di dare e ricevere. Fin da Omero è possibile ripercorrere diverse concezioni di ospitalità e diverse strategie di seduzione dell'ospite. L'atto di ospitare racchiude mille turbamenti, offrendo un'ampia casistica erotica, dalla seduzione al traviamento. L'ospitalità kafkiana ha aspetti angoscianti nella forzata convivenza in famiglia fra esseri incompatibili e dove si finisce per essere reciprocamente sgraditi ospiti. Un viaggio nella letteratura, in cui a ogni stazione c'è un ospite, attivo o passivo, che l'autore esamina per ricostruire un interessante "bestiario" delle tipologie incontrate.
"Elogio dell'ozio" è uno dei quindici saggi che compongono questa raccolta, in cui Russell tratta le più disparate tematiche politiche e sociali. I pericoli derivanti dall'eccesso di zelo e l'importanza della contemplazione; architettura e questioni sociali; critica del comunismo, critica del fascismo e argomenti in favore del socialismo; cinismo dei giovani e conformismo della società moderna; l'educazione, la salute mentale, l'anima. Temi diversi ma collegati da una tesi generale: "Il mondo soffre per colpa dell'intolleranza, del bigottismo e per l'errata convinzione che ogni azione energica sia lodevole anche se male indirizzata; mentre la nostra società moderna, così complessa, ha bisogno di riflettere, di mettere in discussione i dogmi".
Esiste ancora l'uomo perbene? Esiste ancora l'uomo che rispetta le code agli sportelli, vuol pagare le tasse, si lamenta ma segue le regole, non smania pur di apparire in un talk show televisivo e non gode nel fregare il prossimo? Dai tempi di Tangentopoli nel nostro Paese è successo di tutto. E oggi i vocabolari definiscono l'uomo perbene come "conforme alle norme dell'onestà e della rettitudine", ma "spesso in modo esteriore e convenzionale". Come se perfino gli studiosi della lingua si fossero assuefatti e preferissero eliminare quest'aggettivo in quanto desueto, improbabile, anacronistico. Eppure perbene c'è tanta, tantissima gente. Uomini e donne che non fingono affatto e che vivono nell'anonimato la propria esistenza alla ricerca di un valore troppo spesso non riconosciuto: la normalità. In un racconto sospeso tra saggio e gustosissime fiction surreali, usando la penna come una lampada di Diogene, Umberto Brindani va alla ricerca di ciò che sembrava perduto per sempre. E navigando tra eroi e cialtroni, truffatori e goliardi, ingenui e profittatori, dà vita a un affresco dell'Italia contemporanea. Scovando, tra le macerie della crisi economica e morale, l'anima di un popolo martoriato ma sopravvissuto a nani, ballerine e cortigiani. Un popolo che, grazie alle sue infinite risorse, può fin d'ora ricominciare a sperare nel futuro.
15 aprile 2019: a Parigi brucia Notre-Dame. Poche ore e visibilità si fa solidarietà concreta e tangibile. Qualche giorno dopo un altro incendio: in un campo profughi viene ritrovato il corpo di un lavoratore migrante clandestino. Nessuna notizia, nessuna solidarietà. È in questo contrasto, di cui l'autore ha sentito tutta la drammaticità, che va cercata la genesi di questo testo. Tutela del patrimonio storico e tutela «dei diritti inviolabili dell'uomo lì dove svolge la sua personalità» - la città appunto - non possono contrapporsi. Devono integrarsi. La città può essere il luogo in cui scrivere il futuro delle generazioni. Le sue architetture, le sue periferie o centri storici, i suoi sviluppi possono segnare efficaci e concrete vie per costruire una società capace di vivere ed educare ai nostri valori costituzionali.
In molti ambiti della vita quotidiana (la scuola, il lavoro, la politica, lo sport, lo spettacolo) vengono esaltati il desiderio di imporsi, la spinta a primeggiare e perfino la "sana" aggressività. Chi è più sgarbato e arrogante, più si fa notare e meglio si fa largo. A tale malinconica degradazione dei rapporti umani si oppone con forza questo piccolo libro, che rivendica alla cortesia e alla gentilezza il loro pieno spessore culturale. Manifestazione di rispetto, attenzione e sollecitudine per i propri simili, la cortesia è infatti un potente strumento di composizione dei conflitti e di promozione della convivenza, una dimostrazione di intelligenza nel difficile tentativo di comprendere e valorizzare le ragioni altrui.
In molti ambiti della vita quotidiana (la scuola, il lavoro, la politica, lo sport, lo spettacolo) vengono esaltati il desiderio di imporsi, la spinta a primeggiare e perfino la "sana" aggressività. Chi è più sgarbato e arrogante, più si fa notare e meglio si fa largo. A tale malinconica degradazione dei rapporti umani si oppone con forza questo piccolo libro, che rivendica alla cortesia e alla gentilezza il loro pieno spessore culturale. Manifestazione di rispetto, attenzione e sollecitudine per i propri simili, la cortesia è infatti un potente strumento di composizione dei conflitti e di promozione della convivenza, una dimostrazione di intelligenza nel difficile tentativo di comprendere e valorizzare le ragioni altrui.
Il testo, grazie alla sapiente ed esperta mano di Giovanni Maria Flick, ripropone al lettore e cittadino italiano la centralità della Costituzione Italiana, a settanta anni dalla sua entrata in vigore (1 gennaio 1948). Non è un saggio, quello che il lettore avrà tra le mani, ma un elogio semplice e appassionato della Magna Carta della società italiana. L'autore ne ripercorre la storia, le sue origini, le motivazioni per cui è stata voluta e scritta. Ma, al tempo stesso, fa emergere anche la sua attualità e le sfide per una società che voglia dirsi davvero equa, giusta e solidale. Questo volume - per adulti - e LanostraCostituzione.it (Paoline, settembre 2017) - per adolescenti - sono testi di riferimento per un progetto integrato di formazione alla cittadinanza attiva e responsabile, che sarà proposto alle scuole secondarie di II°.
Lo sfarinamento dei legami sociali e familiari cosi come le ferite inferte dalla depressione, che segnano un numero crescente di individui, sono i sintomi contemporanei della fragilità. Eppure proprio la fragilità ci indica i valori che danno un senso all'esistenza. Come emerge dal dialogo tra un maestro della psichiatria e un eclettico sociologo, riconoscersi fragili, insicuri, malinconici, è la premessa per ritrovare quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.