«Forse il più grande peccato del mondo di oggi sta nel fatto che gli uomini hanno cominciato a perdere il senso del peccato». Questa constatazione di papa Pio XII, tratta dal radiomessaggio del 2 ottobre 1946, sembra oggi diventare ancora più evidente e preoccupante. Potrebbe infatti sembrare che, ai nostri giorni, il problema del peccato sia del tutto superato, oppure si ponga in termini radicalmente diversi da quelli in cui lo ha posto la riflessione teologica tradizionale.
Consapevole dell’urgenza di questa «complementarità critica», fra teologia, scienze bibliche e scienze umane, il presente volume affronta la delicata problematica del peccato da punto di vista sia della teologia che della psicoanalisi.
Destinatari
Credenti e non, desiderosi di approfondire l’intreccio di prospettive di Bibbia e psicoanalisi sul tema della colpa e del peccato.
L’autore Marco Garzonio, nato a Milano il 3 settembre 1939, è giornalista professionista e psicologo analista-psicoterapeuta. È stato Capo Ufficio Stampa dell’Università Cattolica e Responsabile delle Attività Culturali dello stesso ateneo; Capo Ufficio Stampa della Giunta Regionale della Lombardia; Capo Servizio Interni a Tempo Illustrato; redattore de Il Giorno; Capo Servizio al Corriere della Sera, testata presso la quale è rimasto dal 1979 al 1995 e della quale è tuttora collaboratore fisso. Ha insegnato all’Università Cattolica ricoprendo l’incarico di Direttore della Sezione di Giornalismo della Scuola Superiore delle Comunicazioni Sociali.
Negli anni del Concilio Vaticano II, gli studi storico-critici prendono definitivamente piede anche in campo cattolico. Diventa così sempre più evidente che il teologo è chiamato anzitutto a dare ragione del proprio compito e del proprio metodo.
Il nostro lavoro non ha pretese di grandi scoperte e tanto meno di esaurire l’intera fonte del pensiero teologico di Lonergan, ma abbiamo comunque fiducia e crediamo che questo incamminarci nella riflessione teologica lonerganiana, sarà un contributo che porterà, come tanti altri, un po’ di luce nella lettura dei suoi saggi e un apporto per un nuovo slancio nello studio della teologia di oggi e di domani.
I fatti recenti della cronaca mondiale provocano spesso smarrimento, angoscia, disgusto e turbamento. Le troppe violenze e gli abusi a cui si è costretti ad assistere suscitano la domanda fondamentale: chi è l’uomo? Chi è l’essere umano in quanto tale? Domanda che può sembrare puramente filosofica o scontata, ma che si rivela invece seria e mai davvero esplicitata.
In questo libro-intervista, un pensatore tra i più autorevoli e informati ci offre uno spaccato di fenomeni quali: la globalizzazione dell’economia (in termini di distribuzione delle risorse, migrazioni di popoli interi e conseguenti problemi di convivenza e intolleranza culturale e religiosa, fino al terrorismo internazionale); la nuova concezione del diritto (i diritti fondamentali dell’uomo, l’esistenza e i limiti del diritto naturale, il concetto di sovranità nazionale e l’importanza delle relazioni internazionali); le politiche demografiche (controllo delle nascite, sterilizzazione coatta non informata, aborto, eutanasia e ruolo dei medici nella società civile); l’autorevolezza e il ruolo di certi organismi internazionali (ONU, FMI, OMS e Banca Mondiale). Fenomeni tra loro tutti strettamente intrecciati. Dalle argomentazioni dell’Autore emerge continuamente, tra le righe, il quesito iniziale. E siamo portati alla conclusione che, nel passato come nel presente, quando l’uomo dimentica Dio, lo rifiuta e lo esclude dalla vita delle nazioni, dai programmi di ricerca e dagli scambi economici e culturali, viene aperta la strada a conflitti e a violenze senza pari. Trascurando la cultura della vita, affiora presto o tardi la cultura della morte, che prende il sopravvento e si radica negli ordinamenti giuridici e nelle istituzioni. Nascono nuovi idoli nei quali l’uomo cerca un surrogato del Dio appena perduto: si resta estasiati davanti a tecnologie prodigiose, tanto spettacolari quanto pretesto di manipolazioni; si immagina di volare su Marte, perché del mondo ci si sente già padroni; s’inventano nuove realtà e i media tentano di costruire nuove verità. Idoli che però esigono, per essere seguiti, nuovi sacrifici umani.
Nell'imminenza del terzo centenario dell'istituzione della Pontificia Accademia Teologica (1718-2018), la ricerca di L.M. De Palma costituisce uno strumento prezioso per la ricostruzione delle complesse vicende che hanno condotto alla fondazione e allo sviluppo di un organismo voluto dalla Santa Sede come centro di formazione, di studio e di ricerca teologica. L'opera di De Palma si distingue per l'attenzione rivolta non solo alle molteplici finalità e alle varie configurazioni organizzative che l'Accademia ha assunto nel corso dei secoli, ma anche ai diversi contesti culturali e alle numerose istituzioni universitarie ed ecclesiastiche romane con cui l'Accademia di Teologia si è di volta in volta relazionata in rapporti di fecondo scambio e reciproco arricchimento. Il tutto è trattato con grande chiarezza espositiva ed è corredato da un abbondante apparato di note esplicative e di rimandi alle fonti; infine, sono da segnalare le numerose appendici, che costituiscono una preziosa raccolta di documenti, lettere ed elenchi di soci. Un'opera di sicuro interesse per tutti coloro che sono appassionati alla storia della cultura e della formazione teologica dal Settecento ad oggi.
Contenuto
L’anno internazionale dell’astronomia ha sollecitato l’attenzione su problemi e domande che frequentemente affiorano quando si osserva il calendario con il suo scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. Il rapporto tra i ritmi della vita di ogni giorno e il movimento degli astri chiama in causa vari ambiti. Tra questi anche la data della Pasqua e, di conseguenza, tutti i ritmi che nel calendario cristiano dipendono da essa. Il passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano, avvenuto nel 1582, è servito per ristabilire un equilibrio tra i ritmi del sole e della luna e il computo del tempo. Questo libro, nel IV centenario del primo orientamento del cannocchiale al cielo da parte di Galileo (1609), costituisce un’occasione per rispondere a vari interrogativi che sorgono proprio in ordine al calendario e al computo del tempo nelle chiese sia di Occidente che di Oriente. La presentazione di Antonino Zichichi è un invito ad un confronto con alcuni aspetti determinati dal fascino della misurazione del tempo per coglierne i risvolti e le sfide nella cultura di oggi e di domani.
Autore
MANLIO SODI, salesiano, è specializzato in liturgia presso l'Istituto Sant'Anselmo in Roma. È professore e decano emerito della facoltà di teologia dell'Università Pontificia Salesiana. È membro della Pontificia accademia di teologia, e socio della Pontificia accademia mariana Internationalis. Dirige la collana «Monumenta Studia Instrumenta Liturgica» della Libreria editrice vaticana ed è direttore di «Rivista Liturgica». Con le Edizioni Messaggero Padova ha già pubblicato cinque testi tra cui Testimoni del Risorto (2006), Il Messale di Pio V (2007) e La liturgia delle Ore (2008).
Mai come di questi tempi la questione della compatibilità tra fede e ragione, tra scienza razionale e credenze religiose ha appassionato il pubblico dei lettori. Molti libri di successo radicalizzano lo scontro, sostenendo che nessuna teologia può resistere di fronte al cammino inarrestabile del progresso scientifico. Frank Tipler, fisico americano, non è d'accordo e sostiene una tesi sorprendente: nulla, nella dottrina cristiana e nel racconto evangelico, è incompatibile con le leggi della fisica moderna. L'esistenza del Dio di Ebrei e Cristiani, la causa prima dell'universo, non contraddice alcuna legge di natura, al contrario: sono gli stessi fisici che postulano la necessità di una singolarità cosmologica, un inizio non causato del cosmo. I miracoli raccontati nei Vangeli, lungi dall'essere improponibili in un quadro di riferimento scientifico, sono, invece, fisicamente realistici: è addirittura possibile ideare dei veri e propri esperimenti per provare la validità di alcuni dei miracoli più importanti. Dalla dottrina della resurrezione, alla verginità di Maria, all'incarnazione, Tipler ci dimostra come le concezioni in apparenza meno scientificamente plausibili del Cristianesimo si fondino, o possano fondarsi, su una legge fisica certa, e possano trovare conferma nei più recenti studi di laboratorio. La fisica del cristianesimo è un ponte gettato tra la nuova scienza e la teologia.
L'evoluzione della vita è un fatto difficilmente contestabile. Il modo con cui è avvenuta è ancora oggetto di esplorazione della scienza. Sono state acquisite molte conoscenze, specialmente sulla storia evolutiva dell'uomo. A 150 anni dalla pubblicazione de L'origine della specie di Darwin la sua teoria continua ad avere una validità, anche se alla luce delle nuove scoperte si riconosce la necessità che sia integrata e ampliata nei meccanismi con cui si sono svolti i processi evolutivi. Vi sono fattori o modalità che ancora non conosciamo? L'evento "uomo" è da considerarsi un caso fortuito? E la peculiarità della cultura? Un'altra sfida riguarda la razionalità della natura e il suo possibile significato e finalismo. È da ammettersi un progetto superiore? Come può essersi realizzato? Che cosa pensare della teoria dell'Intelligent Design? Il volume di Fiorenzo Facchini, professore di Antropologia all'Università di Bologna, intende affrontare questi temi in una duplice fedeltà alle osservazioni della scienza e a un corretto ragionare filosofico e teologico, nella convinzione della possibilità di un accordo tra scienza e fede.
Dopo il successo di 'Una nuova laicita'', un confronto tra l'ateo e il credente sui temi dell'attualita': scienza, evoluzione, fede, liberta'.
Edoardo Benvenuto (1940-1998) ha esercitato la sua singolare intelligenza in campo tecnico-scientifico e insieme nella ricerca teologica: un connubio di interessi piuttosto raro che gli ha aperto prospettive originali su entrambi i terreni.
Questo libro mette a fuoco specificamente il suo contributo alla riflessione teologica recente, sottoponendo all'esame di pensatori diversi le intuizioni estreme da lui affidate al breve testo Imago Dei: una rilettura dell’esperienza di fede e dell’economia della salvezza di sorprendente novità.
A dieci anni dalla sua morte, filosofi e teologi, pensatori politici e moralisti, si misurano con questa provocazione restituendone la presenza ancora viva e stimolante.
Completa il volume una sezione documentaria, ricca di notizie e testimonianze sulla vita, l’opera, il retaggio intellettuale e spirituale di quest’uomo straordinario.
Contributi di: Gianni Baget-Bozzo, Paolo Barabino, Antonio Becchi, Giovanni Bianchi, Giampiero Bof, Massimo Cacciari, Sandro Carbone, Massimo Corradi, Federico Foce, Andrea Grillo, Roberto Masiero, Graziella Merlatti, Carlo Molari, Stella Morra, Luisa Muraro, Salvatore Natoli, Giannino Piana, Lorenzo Prezzi, Giordano Remondi, Piero Stefani, Mario Tronti, Giuseppe Trotta, Piersandro Vanzan, Vincenzo Vitiello
Thomas Crean si confronta e critica con passione le tesi esposte nel bestseller di Richard Dawkins L’illusione di Dio. Dawkins presenta Gesù di Nazaret come tracotante personaggio storico che genera artificiose illusioni. Sostiene che i Vangeli sono inattendibili poiché – a suo dire – frutto di menti vanagloriose, risultato di falsificazioni fantasiose e di insensate congetture. Dawkins ritiene che la religione sia in sostanza una grossa allucinazione che provoca un danno psicologico, intellettuale e sociale e si propone l’obiettivo di spazzar via quelle che lui considera le nebbie di un’educazione paurosa, cieca e infantile.
Crean smonta elegantemente, con competenza, sicurezza e ironia, le tesi di Dawkins. L’Autore non si ferma ai luoghi comuni, ma sceglie di percorrere con intelligenza i sentieri della verità umana e divina, per ridonare alla persona umana la consapevolezza della sua dignità e della sua più autentica vocazione. Si scopre che le tesi di Dawkins sono non solo, storicamente e dottrinalmente, farraginose, superficiali e infondate, ma sono più di tutto contraddittorie.