
Viviamo in una società sempre più polarizzata, incattivita, divisa su tutto e su tutti. La coesione sociale si è indebolita, vecchie tensioni che sembravano sopite sono riemerse o vengono perfino esasperate. Ai consueti conflitti generazionali o di tipo economico (ricchi e poveri) o di marca ideologica (progressisti e conservatori), si sono aggiunte le diatribe fra globalisti e sovranisti, euroscettici ed euroentusiasti, ecologisti e negazionisti, pro-vax e no-vax... Anziché solidarietà, stiamo sperimentando una sempre maggiore ostilità. Anche all'interno delle nostre Chiese. C'è una sola via per tornare a una maggiore coesione: la riconciliazione. Purché non la si intenda in senso intimistico. E il requisito fondamentale per una convivenza più armoniosa, ci ricorda Grün, è tentare di capirsi reciprocamente, per quanto a volte sia arduo. Il celeberrimo autore di spiritualità ne parla ampiamente in questo libro, dimostrando che la divisione non è un destino già segnato: la riconciliazione è anzi possibile e necessaria.
Non è facile essere giovani e cristiani. Le risposte ricevute da bambini perdono consistenza e le domande che si affacciano attorno ai vent'anni sembrano mettere alle strette la fede. Senza nemmeno averlo voluto, ci si scopre distanti, disillusi: l'innocenza e la magia di una volta si sono dissolte. E ci si scopre altrove, abitanti di un mondo che non ha più bisogno della fede per essere accettabile. Questo libro vuole provare a dare una seconda possibilità all'avventura del credere, a partire dal linguaggio e dalle domande delle giovani generazioni, con uno stile leggero ma consapevole delle implicazioni più profonde che sono in gioco. È una sorta di agile introduzione alla fede, per giovani e gruppi giovanili, ma utile anche agli adulti ancora in cerca di risposte. La spiegazione e la riflessione si uniscono a qualche suggerimento pratico e concretamente spendibile. I temi affrontati sono quelli sempre cruciali: le ragioni del credere, Gesù di Nazaret, il senso della Bibbia, il ruolo della Chiesa e dei sacramenti, la questione della scelta di sé, la sfida del peccato e del perdono, lo sfregio della morte e le attenzioni per custodire la propria vita spirituale.
La passione è una forza che mette in moto le cose. È una forza necessaria, se vogliamo essere creativi. Ne abbiamo bisogno non solo nella vita spirituale, ma anche nell'arte, nella scienza, nello sport, nelle attività che svolgiamo quotidianamente a scuola o al lavoro. Ne abbiamo bisogno anche per operare convintamente per gli altri e per la giustizia nel mondo. «Senza passione, nulla di grande è mai stato realizzato, né è realizzabile», sentenziava Hegel. Scrivendo a quattro mani con Hsin-Ju Wu, Anselm Grün esamina i diversi aspetti delle passioni: il loro potere di affermazione della vita, i pericoli del loro abuso. E mostra a tutti un modo per risvegliare o riscoprire la propria passione. Perché chi si appassiona a qualcosa entra di nuovo in contatto con se stesso e ritrova la vitalità che lo aiuta ad assumersi la responsabilità della propria vita e del futuro di questo mondo.
"Vento d’anime" è una raccolta di 71 poesie che esplora la bellezza e la complessità dell’animo umano, come un vento leggero che solleva le foglie secche per un ultimo, struggente ballo autunnale. Attraverso metafore evocative e immagini cariche di delicatezza, le poesie conducono il lettore alla scoperta di sentimenti primordiali, immersi in un mare di paure inconsce e vorticosa inquietudine. Ogni verso si svela come un invito a riappropriarsi del desiderio di vita che abita ogni essere vivente. Le poesie rievocano frammenti di vita quotidiana, dispiegandosi in versi di realistica introspezione morale e anelando a un significato divino. Con un linguaggio di disarmante tenerezza, l’autrice evoca ricordi immutabili e profondamente umani, nei quali ogni lettore può ritrovarsi, sentendosi avvolto e accolto. La raccolta segue i tre elementi naturali della terra, della luce e dell’aria, simboli di tre fili conduttori dell’animo umano: la nostalgia, la ricerca del divino e la sete di bellezza. Insieme, queste poesie compongono un inno al più puro dei sentimenti, l'Amore, declinato nelle sue espressioni più profonde.
I cristiani paiono aver smarrito le loro parole più proprie, eppure l'Evangelo può ancora ridare senso alla ricerca dell'uomo di oggi, frastornato dalla crisi spirituale e smarrito tra intolleranza e indifferenza nel supermercato delle religioni.
Spesso siamo indecisi su quello che conviene fare nelle singole situazioni, perché in realtà non abbiamo ancora deciso se convenga vivere, e per che cosa convenga vivere.
Ogni mattino a testa vuota e lenta accolgo le parole sacre. Capirle per me non è afferrarle, ma essere raggiunto da loro, essere così quieto da farsi agitare da loro, così privo d' intenzione da ricevere la loro e così insipido da farsene salare. Così sono diventato ospite a casa delle parole della Scrittura sacra.
Cesare Massa, presbitero della Diocesi di Vercelli, è stato a lungo insegnante di filosofia e storia e direttore del bisettimanale diocesano. Autore di numerose opere di spiritualità e profondo conoscitore della cultura contemporanea, in queste pagine – che ripercorrono i tempi dell’anno liturgico e gli elementi essenziali della vita cristiana – riconduce il lettore ad ascoltare la Parola come messaggio d’amore rivolto da Dio a ciascuno di noi, “ uomini che egli ama”. Nella quotidianità del tempo può così pulsare una vita animata dallo Spirito.
In occasione dell’anno dedicato da papa Giovanni Paolo II a una maggiore conoscenza della presenza dell’azione dello Spirito santo nella vita cristiana ed ecclesiale, viene offerta una raccolta di preghiere allo Spirito santo a lungo vagliata, misurata e temprata in base alla fede della chiesa indivisa. Sono testi che godono di un’autorevolezza dovuta alla loro appartenenza alla Tradizione e che vogliono porre in mano ai cristiani un mezzo per rendere più presente lo Spirito nella vita ecclesiale e nella compagnia degli uomini (dall’“Introduzione” di Enzo Bianchi, priore di Bose).
Se ne va a capo scoperto. La morte, il vento, l'ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo. Si direbbe che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a ciò che egli spera. Che la morte è nulla più di un vento di sabbia. Che vivere è come il suo cammino: senza fine. L'uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte.