“Il mondo non sarà più come prima!”. È lo slogan che aleggia e va diffondendosi nell’opinione pubblica. Non c’è dubbio che dietro lo slogan si nasconda un profondo desiderio di migliorarlo. Ma ciò non sarà automatico, se il mondo continuerà a soffrire per la mancanza di pensiero, come aveva profetizzato Paolo VI. Infatti la distinzione non è tra il prima virus e il dopo virus, ma tra l’epoca del cambiamento e il cambiamento d’epoca.
Presentazione di Eugenio Gaudio, Rettore della Sapienza
AUTORE
Mons. Lorenzo Leuzzi (Trani, 25 settembre 1955) è vescovo di Teramo-Atri. Per molti anni impegnato nella pastorale universitaria di Roma, ha avuto sempre a cuore il tema dell’educazione, con particolare attenzione al mondo giovanile e alle dinamiche culturali che contraddistinguono il nostro tempo di cambiamento d’epoca.
Il libro presenta una completa e precisa ricognizione sul pensiero estetico di Montini-Paolo VI (1897-1978): una riflessione sul ruolo dell’arte sacra contemporanea, le cui origini risalgono agli anni del suo sacerdozio, prendendo la forma di una “dottrina estetica” durante il suo episcopato milanese, per poi riassumersi in una “teologia della bellezza” negli anni del suo pontificato. Grazie ai saggi scientifici qui raccolti il lettore può ripercorrere la parabola di un momento significativo della biografia di Giovanni Battista Montini: la sua azione pastorale rivolta al mondo delle forme artistiche elaborate in funzione dello spazio sacro. Analizzando gli eventi e i testi che Montini-Paolo VI dedica alla riflessione sull’arte, sulla fenomenologia artistica in generale, sulla funzione religiosa dell’opera d’arte in un contesto che è prevalentemente quello specifico dell’arte “sacra”, dell’arte “liturgica”, si può notare che si tratta di una compiuta e significativa disamina – debitrice del pensiero filosofico, nello specifico “estetico”, in particolare della teorizzazione di Jacques Maritain.
Il volume è realizzato in collaborazione con la Fondazione Crocevia.
Si ringraziano per le immagini riprodotte nel libro: i fotografi Pepi Merisio, Luca Merisio e Alessandro Nanni; gli Archivi Farabola; la Fabbrica di San Pietro in Vaticano; il Governatorato S.C.V Direzione dei Musei; la Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei (GASC); la Fondazione di culto “Scuola Beato Angelico” di Milano; la Collezione Paolo VI – Concesio.
Esortazione apostolica di Paolo VI, pubblicata a dieci anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, al termine dell'Anno Santo del 1975. La riflessione del Papa si dipana tra il significato, il contenuto, le vie, i destinatari e lo spirito dell'evangelizzazione. L'invito forte ad ogni uomo e donna, è quello di essere ministri del Vangelo con la propria vita, perché avendo ricevuto per primi la gioia del Cristo, la mettano in gioco per l'annuncio del Regno. "L'impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo animati dalla speranza, ma, parimenti, spesso travagliati dalla paura e dall'angoscia, è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta la comunità. Di qui il dovere di confermare i fratelli, che noi abbiamo ricevuto dal Signore con l'ufficio di Successore di Pietro, e che è per noi un «assillo quotidiano», un programma di vita e d'azione, e un impegno fondamentale del nostro pontificato; questo dovere ci sembra ancora più nobile e necessario allorché si tratta di incoraggiare i nostri fratelli nella missione di evangelizzatori, affinché, in questi tempi d'incertezza e di disordine, essi la compiano con amore, zelo e gioia sempre maggiori".
Il volume accompagna nella lettura di uno dei testi più belli della letteratura religiosa di ogni tempo: "Il pensiero alla morte" di Paolo VI (1897-1978). Il titolo dell'opera può trarre in inganno: non è una meditazione sulla morte, ma una riflessione sul senso della vita, scritta dall'allora pontefice in un periodo di riposo, a Castelgandolfo, nell'estate del 1965. Tre i temi centrali: la gratitudine per i sempre sorprendenti doni della vita e del mondo; il pentimento per non averli sempre utilizzati a dovere; la scelta di fare del proprio tempo un rinnovato dono d'amore per tutti. Un'occasione per entrare nel cuore di una delle personalità più significative, e ancora da riscoprire, del XX secolo.
Costante è stato il richiamo di Paolo VI, durante il suo pontificato, al culto e all'amore per la Parola di Dio. In un'udienza concessa all'Associazione Biblica Italiana nel 1970, per la quale si affida al consiglio di un grande esperto, il padre Carlo Maria Martini, allora Rettore Magnifico del Pontificio Istituto Biblico, ribadirà tutta l'ansia della Chiesa nel favorire «ogni sforzo che tenda a raggiungere un'intelligenza sempre più profonda della Sacra Scrittura, per poter istruire i suoi figli con le divine parole». In occasione della Domenica della Parola di Dio istituita da Papa Francesco, Mons. Leonardo Sapienza ripropone in questo volume alcune delle riflessioni più significative del Papa "Maestro della Parola". Con la speranza che possano essere di aiuto a immergerci nel mare della Sacra Scrittura, come la chiama Sant'Ambrogio, per conoscerla sempre meglio e tradurla nella vita di ogni giorno.
Un libro elegante e raffinato, ideale come strenna natalizia con 100 preghiere scelte di San Paolo VI per varie circostanze con il Credo del Popolo di Dio.
Prefazione di Mons. Carlo Bresciani, Vescovo di San Benedetto.
Il carattere pastorale del Vaticano II, nel suo significato più profondo, rimanda al fatto che la riflessione conciliare sulla missione della Chiesa si è confrontata con una realtà umana e storica in mutamento, alla ricerca di una mediazione capace di tenere insieme la fedeltà al vangelo del Signore Gesù e una reale assunzione della realtà umana nella sua concretezza effettiva e nelle trasformazioni storiche cui è soggetta. In questo orizzonte, l'espressione di Paolo VI che presenta la Chiesa esperta in umanità suggerisce che l'ambito dell'antropologia è un terreno decisivo per questo incontro. Nel volume contributi di carattere generale dedicati al Vaticano II e al contesto storico e culturale nel quale si è svolto e con il quale si è misurato si intrecciano con approfondimenti più puntuali dedicati alla riflessione di Paolo VI, alla sua concezione del compito pastorale della Chiesa, ai temi del suo magistero e alla visione antropologica sottesa al suo insegnamento. Particolare attenzione è dedicata ai temi della relazione tra uomo e donna, della generazione, del matrimonio e della famiglia, la cui attualità è confermata dalle due assemblee del Sinodo dei vescovi del 2014 e 2015, così come dall'esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco.
Esattamente un anno fa, il 14 ottobre 2018 veniva canonizzato Paolo VI. È stato un avvenimento di grande importanza per la Chiesa e per tutto il mondo. In occasione del primo anniversario della canonizzazione, mons. Leonardo Sapienza ha preparato questo nuovo volume in cui, mediante alcuni documenti inediti e autografi di Paolo VI, ci svela il cuore di questo grande Papa santo. Con una felice immagine, nel 1978 il Cardinale Ratzinger descrisse Paolo VI, morto qualche giorno prima, come «un uomo che tende le mani». È un'immagine che presenta un Papa che ha saputo spalancare braccia e cuore alla Chiesa, alla società, al mondo. In questo libro vengono presentati alcuni temi e riflessioni che confermano questa apertura del cuore di Montini-Paolo VI. Tra i temi affrontati, con documenti e testimonianze inedite, la determinazione di Paolo VI nel portare avanti il Concilio Vaticano II, e soprattutto il "caso" Lercaro, le pressioni da parte della Curia Romana che portarono il Cardinale Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna a dimettersi nel 1968, in realtà ad essere rimosso. Paolo VI, come testimonia una "minuta" del 10 aprile 1968, e qui pubblicata per la prima volta, gli fu sempre vicino.
L'autore affronta un argomento spinoso e difficile: il dialogo. E lo fa dal particolare angolo di vista della letteratura. Egli, spaziando tra epoche, culture e religioni individua, proprio nella letteratura, la capacità di unire le differenze e di ciò offre numerosi esempi.
Catalogo della Mostra aperta a Roma presso il Museo di Roma, Palazzo Braschi dal 08 dciembre 2018 al 17 febbraio 2019.
«Se la necessità, se l'interesse sono per gli uomini i moventi potenti dell'azione, spesso determinanti, la crisi attuale non potrà essere superata se non mediante l'amore. Questo perché se la giustizia sociale ci fa rispettare il bene comune, solo la carità sociale ce lo fa amare. La carità, che vuol dire amore fraterno, è il motore di tutto il progresso sociale» (Discorso di Paolo V in occasione del 25°Anniversario della FAO, 16 novembre 1970). Un inno all'amore, alla solidarietà universale che oltrepassa i dissidi, che esclude l'individualismo, che attesta l'inclusione, che richiede a gran voce la «promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo» (PP, 14). A cinquant'anni dalla Populorum Progressio, un pensiero quello montiniano che attraversa il tempo per approdare nell'oggi, in tutta la sua attualità, domandando ad ognuno di noi la propria cooperazione per edifcare il futuro dell'umanità, in un appello accorato alla fratellanza universale, seme di una pace duratura. in questo volume, si è voluto proporre, attraverso vari interventi diretti all'ap- profondimento dei discorsi alla FAO con relativo riferimento alla Populorum Progressio, la figura di un papa, Paolo VI, che manifestò un'attenzione profonda verso l'uomo, e una lucida percezione della realtà mondiale. Ebbe il coraggio, in un contesto di diffcile approccio, di delineare una nuova prospettiva di vita, nella quale si intravedeva un differente modello etico-sociale. «il pensiero montiniano che traspare nei discorsi alla FAO resta uno stimolo per arrivare alle radici di un reale sviluppo umano e per sottrarre la cooperazione dalla deriva di interpretazioni fuorvianti» (dalla Presentazione del Card. P. Parolin). «il contenuto degli interventi del Pontefice tenuti alla FAO e in particolare della sua enciclica Populorum Progressio, è ancora valido soprattutto per favorire l'incontro tra le diverse componenti che possono agevolare lo sviluppo» (dal Saluto di J. G. da Silva).
L'epistolario fra Giorgio La Pira e Giovanni Battista Montini, pubblicato ora per la prima volta, copre un periodo di tempo che va dal 1930 al 1963 e rappresenta un importante tassello per la ricostruzione dei rapporti fra queste due eminenti personalità, nonché della storia della Chiesa della società italiana nel Novecento. La corrispondenza documenta un'amicizia, che è iniziata negli anni '20, tra lo studente universitario venuto dalla Sicilia e il giovane assistente della FUCI, e che continuerà nel tempo, pur nella differenza dei loro temperamenti: appassionato e ottimista La Pira, riflessivo e misurato Montini. Emergono con chiarezza, da questi scambi epistolari, un comune amore per la Chiesa, un'intensa spiritualità, una puntuale attenzione agli avvenimenti storici visti come lo snodarsi di un piano provvidenziale che occorre poco a poco decifrare. Affiora la grande passione di La Pira per Firenze, con il suo desiderio di superare la crisi industriale che colpì la città negli anni '50, e per il mondo intero, caratterizzata da forte tenacia nel perseguire ideali universali di pace e di civiltà cristiana. E Montini, interlocutore privilegiato, lo accompagna con spirito di discernimento e di sapiente, realistico incoraggiamento. "Si vede chiaro", scrive La Pira in una lettera del 9 giugno 1963, "la ragione profonda della vicinanza che il Signore ha stabilito da 40 anni fra di noi: cioè un fine ben definito: forse questo fine sarà totalmente chiarito quando Lei - se il Signore così ha disposto! - salirà sulla cattedra di Pietro per servire la Chiesa di Roma e la Chiesa di tutto il mondo". Di lì a pochi giorni, il 21 giugno, questa profezia si sarebbe avverata con l'elezione di Montini a pontefice.