
Se è vero che le famiglie felici si somigliano tutte, quella dei Dharma non sembra fare eccezione. Almeno fino al mattino d'inverno in cui, nel cortile di casa, viene ritrovato un corpo senza vita. Il cadavere di Anu Krishnan, la scrittrice che affittava la dependance sul retro. Anu era rimasta incantata da quell'angolo di Canada sperduto tra le foreste, e da quella famiglia che conservava le tradizioni della nativa India, dalla cucina speziata di Suman, sposata con l'autoritario Vikram, alle storie di nonna Akka, che i bambini ascoltavano rapiti. Eppure, forse proprio la presenza di Anu in quel quadretto apparentemente idilliaco aveva increspato la superficie delle cose, facendo venire a galla mezzi segreti e mezze verità. E una sorta di ineffabile tensione che perfino i bambini sembravano avvertire. Ma ora è troppo tardi perché Anu possa indagare. Anzi: ora che il suo cadavere giace nella neve, è proprio il momento in cui la tensione raggiunge il suo culmine, e segreti e verità premono per uscire allo scoperto. Ognuno dei membri della famiglia Dharma racconterà la sua versione della storia. Per coprirsi a vicenda? 0 per raccontare come stanno realmente le cose? Davvero la morte di Anu è stata solo un incidente, come sostiene Vikram? L'unica cosa sicura è che in certe famiglie ci sono segreti che è meglio tacere. O forse, come si dice nelle favole, segreti che è meglio raccontare agli alberi.
Il romanzo di formazione di uno dei più grandi sceneggiatori del cinema mondiale. Il diario di quindici anni di vita trapanese fra ricordi, incontri ed emozioni. I giochi, la scuola, gli amici, la famiglia, le strade e le piazze, i primi amori, la guerra, la prima inconsapevole scrittura per il grande schermo. L'affresco epico di una città rimasta indelebile nelle suggestioni delle sue sceneggiature. Un luogo della memoria intrecciato dai fili della nostalgia e della commozione. Un giro di giostra contromano.
Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...
Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...
«Okay. Allora, sono il tuo papà. Sembra che tu abbia iniziato a rendertene conto. Finora si può dire che tu non abbia fatto altro che osservarmi mentre mi occupavo maldestramente di te, ma adesso che, a quanto pare, hai già la bellezza di un anno e mezzo, m'informano che si può cominciare a insegnarti delle cose. Piccoli trucchi, roba del genere. Non vedevo l'ora e, te lo dico sinceramente, farò del mio meglio. Perché devi capire che fare il genitore non è così semplice come potrebbe sembrare. Ci sono un sacco di cose da imparare, e nuove informazioni da gestire. Le borse per il cambio. Gli ovetti e i seggiolini. Le ninnenanne. Le tutine. La cacca. Soprattutto, la cacca. C'è una quantità immensa di cacca da gestire. Niente di personale, per carità. Si dice che sia compito dei padri insegnare ai propri figli cosa significa essere uomini. Ma io non ne sono tanto sicuro. Si dice anche che la stragrande maggioranza degli uomini, prima o poi, diventa come il proprio papà. Speriamo che, nel tuo caso, non sia così».
Un racconto inspirational in cui ogni frase è un insegnamento di vita. Protagonisti un ex matematico, che sta via via perdendo la memoria, e suo nipote Noah, spaventato ma al tempo stesso rapito dall'universo parallelo che la mente del nonno è in grado di creare. Nel mondo del nonno ci sono una piazza che ogni notte si rimpicciolisce sempre più, un drago volante, un pinguino che sonnecchia e un gufo con un occhio solo. Ma soprattutto c'è ancora la nonna, con tutto il suo amore e la dolcezza di una vita vissuta insieme... "Dove i pensieri non fanno rumore" è una storia su ciò che conta davvero sia quando si è piccoli sia quando si invecchia, una delicata lezione su come affrontare la malattia e una riflessione sulla vita che, se ben vissuta, altro non è che una meravigliosa storia d'amore.
"Malina" è la storia di un abnorme triangolo amoroso e di un abnorme assassinio. Leggibile sui più diversi piani, immediato e insieme carico di riferimenti nascosti, quasi temerario nel toccare anche l'attualità più intrattabile o la più proibita realtà dei sentimenti, questo romanzo narra una storia che ha la massima concretezza, facendola però coincidere con un delirio segreto che appartiene a un'altra realtà, con una favola nera che un mondo visibile potrebbe difficilmente ospitare.
Giunto al suo trentesimo anno, il protagonista del racconto che dà il titolo a questo libro avverte che sta entrando in una zona della vita dove i nomi si scollano dalle cose, le cose vagano sospese, la spinta a muoversi si arresta per un lungo momento. Qualcosa di simile è sottinteso nella nascita di questo libro: dopo aver sbalordito con la precoce perfezione e felicità delle sue liriche, Ingeborg Bachmann sembrò ritrarsi, dopo i trent'anni, in un suo nuovo regno della prosa, che qui si manifesta per la prima volta (1961). Ed è un mondo doloroso, ambiguo, investito da onde di delirio. Ma soprattutto è un mondo dove nulla viene lasciato nella cornice dei suoi significati prestabiliti. Qui sui fatti, sulle minuzie di un processo o su un grandioso sentimento, si posa uno sguardo ardente e lucido, come se tutto ciò che esiste venisse messo alla prova di un'altra possibilità, forse quella a cui Musil alludeva chiamandola "l'altro stato". Letti oggi, questi racconti rivelano con nettezza certi caratteri che sfuggivano ai primi lettori ammirati. Innanzitutto l'agilità e trasparenza della lingua, che rimanda a "una sorta di dolcezza austriaca", quel clima in cui la Bachmann stessa riconosceva la sua unica affinità con Rilke. Poi la sicurezza nello sfuggire alle innumerevoli stoltezze che donne e uomini si raccontano sui loro rapporti. Infine la capacità di lasciar trasparire, dietro ogni vicenda, l'ombra di una "partenza verso l'assoluto".
Il libro Franza «non è solo un viaggio attraverso una malattia. Cause di morte, tra queste rientrano anche i delitti. Questo è un libro che parla di un delitto... Esso tenta di far conoscere, di ricercare qualcosa che non è scomparso dal mondo. Perhé oggi è soltanto infinitamente più difficile commettere delitti, ed ecco perché questi delitti sono tanto raffinati che quasi non riusciamo ad accorgercene e a comprenderli, sebbene vengano commessi ogni giorno nel nostro ambiente, tra i nostri vicini di casa. Anzi io affermo - e tenterò soltanto di fornire una prima prova - che ancora oggi moltissime persone non muoiono ma vengono assassinate». Queste parole, che non potrebbero essere più chiare, leggiamo in una delle quattro prefazioni d'autore che figurano nella nuova - sin dal titolo - edizione del Libro Franza, dove i materiali radunati e pubblicati per la prima volta nel 1978 vengono sottoposti a un radicale riassetto filologico che fa riaffiorare, tra l'altro, importanti tasselli mancanti nella versione precedente e destinati ad agevolarne la comprensione. In queste pagine postume della grande scrittrice austriaca si mette a nudo, dolorosamente, e a tratti raggiungendo il calor bianco della furia e della lucidità, quello che era il presupposto dell'intero ciclo Cause di morte, avviato con Malina e rimasto incompiuto: una catena di delitti invisibili, di «sublimi» assassinii dell'anima, crimini che «avvengono senza spargimento di sangue» e spesso si presentano come atti innocui o addirittura altruistici e disinteressati. Crimini dove gli assassini possono essere rispettabili psicoterapeuti o giovani, promettenti scrittori, malati di quel singolare «genere di malattia che fa soffrire gli altri e il malato no».
"È l'estate più bella della mia vita, e anche se vivessi cent'anni, queste per me rimarranno la primavera e l'estate più belle. Di pace non se ne vede ancora granché, dicono tutti. Ma per me è pace, pace!". Così scrive una Ingeborg Bachmann diciottenne, alla capitolazione del Terzo Reich, nel suo diario del 1945, fortunatamente salvato dall'oblio. Un diario di stupefacente intensità, che testimonia la profonda ripugnanza etico-estetica nei confronti del nazismo, l'euforia per la caduta della tirannide. E che racconta un grande amore, di cui ci rendono partecipi anche le lettere che al monologo della Bachmann fanno qui da contrappunto, scritte dal misterioso Jack Hamesh, giovane soldato britannico ma in realtà ebreo viennese, fuggito nel 1938 in Inghilterra e tornato nell'ex patria da liberatore. Lui le bacia la mano, lei corre ad arrampicarsi in cima a un melo e decide di non lavarsela mai più. Poi ci saranno gli incontri assidui, l'amicizia impetuosa, le conversazioni sugli scrittori amati da entrambi - Mann, Zweig, Hofmannsthal -, le attese, la lontananza, i lunghi silenzi. E le lettere appassionate e dolenti di Jack che dall'età di diciotto anni vaga per il mondo, e solo nella divisa di un esercito straniero ha trovato, fugacemente, un simulacro d'identità - a colei che lo ha lasciato andare via, che non ha voluto chiedergli di restarle accanto. Che cosa gli è rimasto di quel breve ritorno a casa, di quella ragazza affascinante? A noi, di certo, molto...
In queste lettere d'amore scritte tra 1945 e il 1946 e mai spedite, Ingeborg Bachmann si rivolge a un "tu" imprecisato, all'"amato", a Felician. Costretta nella casa estiva dei genitori, trova in questo colloquio una via per sfuggire ai limiti di una cittadina di campagna. È un grande poeta che per la prima volta prova la sua voce o è il primo amore di un poeta di vent'anni? Se la personalità di Felician resta misteriosa, la Bachmann si rivela invece nella sua sottile e delicata potenza. Un libro intimo e prezioso, l'opera ritrovata di una grande scrittrice del nostro tempo.