L’Autore presenta una figura di Paolo lontana dalle agiografie o mitizzazioni di uomo senz’altro eccezionale, fuori dal comune, ma prima di tutto «uomo». Uomo in una società di uomini, Paolo è intimamente intriso della cultura del proprio tempo di cui è autenticamente figlio:è ebreo,è greco,è cittadino romano. Qui l’Autore fa un passo in più e riconosce i tempi di Paolo come straordinariamente somiglianti ai nostri: entrambi tratteggiano una società multiculturale,globalizzata,a più voci,dove il pluralismo religioso genera relativismo o il suo contrario,l’estremismo. Due le strade percorribili allora:il fanatismo o l’incontro,e Paolo le vivrà entrambe per scegliere infine di dedicarsi totalmente all’universalità, alla «comunicazione vitale delle differenze». L’Autore lascia parlare Paolo stesso, e agli scritti dell’Apostolo si intrecciano numerosi contributi di studiosi, biblisti e Padri della Chiesa che vengono qui raccolti con uno stile fresco e di godibile lettura.
AUTORE
Andrea Riccardi è docente ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università di Roma. Studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea, ha pubblicato numerose opere riprendendo i temi del difficile rapporto tra Cristianesimo, Cultura e Modernità nel secolo XX.Ha riservato inoltre un particolare interesse ai rapporti tra i mondi religiosi dell’area mediterranea.È noto in ambito internazionale per aver fondato nel 1968 la Comunità di Sant’Egidio.Tra i suoi scritti ricordiamo:Il «partito romano».Politica italiana,Chiesa cattolica e Curia romana da Pio XII a Paolo VI (Brescia 2007); Convivere(Bari 2006); La pace preventiva.Speranze e ragioni in un mondo di conflitti (Cinisello Balsamo 2004);Dio non ha paura. La forza del vangelo in un mondo che cambia (Cinisello Balsamo 2003); Il secolo del martirio.I cristiani nel Novecento(Milano 2000).
Il "partito romano" ha una storia a cavallo tra la politica italiana, la Chiesa e la Curia romana. Per Alcide De Gasperi si tratta di una lobby ecclesiastica con cui fare i conti per la creazione e la conservazione del sistema politico da lui realizzato. La visione del "partito romano" è fortemente bipolare, critica verso il centrismo e il parlamentarismo degasperiano. In sostanza corrisponde a quella che è la geopolitica di una parte consistente della Curia romana, ben espressa dal card. Ottaviani: lo scontro epocale tra la Chiesa e l'"antichiesa", tra cristianità e comunismo. La storia del "partito romano" è la vicenda dell'opposizione alla politica degasperiana, ma anche dell'antagonismo con Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato con Pio XI e Pio XII e, dal 1954, arcivescovo di Milano, considerato il maggior sostegno in Vaticano del leader democristiano. Questo prelato rappresenta una visione riformista della Chiesa e milita per un rapporto meno conflittuale con il mondo contemporaneo. Non è l'avversario dei "romani" solo da un punto di vista politico, ma lo è principalmente nella vita della Chiesa. La prima edizione di questo volume, apparsa nel 1983, ricostruiva questa vicenda dalla fine della guerra mondiale sino al 1954, anno della morte di De Gasperi e del trasferimento di Montini a Milano.
Siamo tutti diversi ma anche uniti da connessioni profonde. Nel conoscere e comporre contiguità e distanze, prossimità e meticciati, si esercita quell'arte del convivere frutto di realismo politico e di speranza. È il realismo di fronte a un mondo plurale. È l'augurio che non sì ripeta l'impazzimento della pluralità nel conflitto. È la realizzazione di una civiltà fatta di tante civiltà o di tanti universi culturali, religiosi e politici, senza svendita e senza paura delle identità. La coscienza di quanto sia necessaria la civiltà del convivere è l'inizio di una cultura condivisa. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, e storico del mondo contemporaneo e in particolare del Cristianesimo.
Due verbali, custoditi negli Archivi Vaticani, testimoniano due eccezionali conversazioni tra personaggi molto diversi. Si tratta della testimonianza di un momento particolare della storia della nostra democrazia e dello scontro tra due protagonisti della scena politica e religiosa.
Il Giubileo del Novecento sembrava aprire un futuro difficile per il cattolicesimo. Infatti l'età contemporanea è per la Chiesa una vicenda di emarginazione progressiva in una società che si secolarizza, fino a rendere legittima la domanda: il cattolicesimo sta per morire? Gli avvenimenti del secolo hanno dimostrato il contrario. Ad andare in tilt e scomparire sono stati in realtà il comunismo nell'Est e la fede nel progresso laico in Occidente. Nonostante la propria intransigenza, o forse proprio per essa, la Chiesa cattolica si è adattata ad una situazione di crisi fino a sopravvivere, affermare la sua forza e, con l'89, a vincere nell'Est europeo.