La presenza della Chiesa nell'Italia moderna si è fatta sentire non solo, com'è ovvio, in termini di potere politico ma anche in termini di conquista delle coscienze. Spettò ai missionari collegare persuasione e repressione, dando così una base di massa all'egemonia cattolica.
La benda sugli occhi, un attributo dell'immagine simbolica della giustizia come donna, è al centro del percorso disegnato nelle pagine di questo libro. Di questo attributo viene qui ricostruito l'atto di nascita nel 1494, la rapida diffusione nel contesto dell'età della Riforma protestante e la fortuna successiva. Indagando le ragioni di tanta e così rapida fortuna (che non toccò però l'Italia) se ne è individuata quella fondamentale nella potente suggestione religiosa della narrazione evangelica di Gesù bendato e deriso: un modello di sofferenza e di perdono che dette nuovo impulso alla figura della dea Giustizia trasmessa dal paganesimo antico alla cultura dell'Europa occidentale. Dopo l'attesa medievale del Giudizio universale, l'esigenza della giustizia imparziale dominata dallo sguardo di Dio trovò la sua incarnazione nell'asserita investitura divina dei poteri politici e religiosi. Per dare poi vita nel Settecento all'idea del tribunale della pubblica opinione come espressione sostitutiva dell'antico simbolo dell'occhio di Dio. Ma nel mondo contemporaneo la spettacolarizzazione di crimini e processi si accompagna a una crisi della giustizia che sembra destinata a rendere nuovamente attuale e problematico il simbolo della benda.
Bologna 1709. Un fosco caso di infanticidio come crocevia di un acceso dibattito in cui principi teologici, morali e scientifici si scontrano intorno all'essenza della vita e alla natura dell'anima. Ma che cosa è possibile conoscere di chi resta ai margini della società o vi si affaccia solo per il tempo brevissimo di una nascita subito seguita dalla morte? Questa domanda antica è qui riproposta alla luce della storia di una donna, processata per infanticidio, e di suo figlio. La vicenda di Lucia rimanda a quelle di moltissime donne dell'epoca sua, il suo caso si situa nel quadro delle concezioni dell'identità umana e dei rituali elaborati per fissare i confini tra i vivi e i morti.
Nell'età aperta dal Concilio Vaticano II e segnata dal bilancio epocale della sua storia e delle sue prospettive che la Chiesa cattolica ha avviato con il grande Giubileo dell'Anno 2000, il Concilio di Trento appare nello stesso tempo vicino e remoto. Da un lato, esso ricorda l'età delle guerre di religione, dall'altro, con la solenne riaffermazione dell'identità cattolica, appare come il punto di partenza di un consolidamento e di un rinnovamento della Chiesa, premessa essenziale degli sviluppi successivi. Il libro si propone di offrire una guida per introdurre alla conoscenza dei principali aspetti del concilio e della sua opera.
Nell'Italia del Cinquecento, lacerata dal dissenso protestante, un monaco benedettino, Giorgio Rioli detto Giorgio Siculo, annunciò rivelazioni straordinarie. Potenti e umili lo seguirono affascinati. Giorgio Siculo consigliava ai protestanti di adattarsi all'ortodossia cattolica, ma ai seguaci più stretti confidava una dottrina segreta, trasmessa clandestinamente, che si opponeva in maniera radicale sia al protestantesimo che al cattolicesimo. Denunciato dai protestanti all'Inquisizione cattolica, Giorgio Siculo venne condannato come eretico e morì impiccato, a Ferrara, nel 1551.
Pur mantenendo la divisione tradizionale tra storia moderna e contemporanea, segnata dalla cesura del 1815, questo Manuale si presenta profondamente innovativo sotto diversi aspetti. Non è una storia esclusivamente italiana o europea, è una storia narrata, caratterizzata da uno sforzo squisitamente letterario.
Pur mantenendo la divisione tradizionale tra storia moderna e contemporanea, segnata dalla cesura del 1815, questo Manuale si presenta profondamente innovativo sotto diversi aspetti. Non è una storia esclusivamente italiana o europea, è una storia narrata, caratterizzata da uno sforzo squisitamente letterario.