Fin dagli albori del tempo, l'uomo e la donna sono stati tormentati da una "fame" acuta e inestinguibile. Questa lucida intuizione dell'inquietudine umana è stata il leit motiv di tutta la partitura poetico-narrativa del grande Gibran. Per l'autore de "l Profeta", la "fame" ancestrale di ogni individuo trova spiegazione nella relazione fra Dio e l'uomo: l'umanità non può capire l'opera del Creatore dall'inizio alla fine, ma neppure cancellare l'attesa di conoscere il "senso" di tutte le cose. La felicità, tuttavia, non è una chimera irraggiungibile: è una conquista dell'essere, che si raggiunge attraverso un "risveglio spirituale" capace di fondere gli infiniti "frammenti di senso" in un'unica sorprendente visione, proprio come accade nella percezione dei vetrini colorati di un caleidoscopio. I brani di questo percorso antologico - che contiene molti inediti - rappresentano le note migliori dello spartito gibraniano e suggeriscono una melodia a cui ogni lettore potrà ispirarsi per creare la propria musica del cuore, una sinfonia di pace e di felicità da reinventare giorno per giorno.
Questa antologia presenta una ricca selezione di materiali in larga parte inediti in Italia - testimonianze, aneddoti, poesie e prose liriche - raccolti anche attingendo a fonti epistolari e diari. Si svelano i lati meno conosciuti della personalità di uno degli autori più amati al mondo: il suo senso dell'umorismo, lo spirito ludico, la vivace curiosità, ma anche la vulnerabilità emotiva e l'intima fragilità. Il testo contiene anche una preziosa traduzione e riscrittura gibraniana di canti folcloristici libanesi e una serie di tributi resi a Gibran da poeti di tutto il mondo, fra i quali Lawrence Ferlinghetti. Completa il volume una serie di rare immagini che ricostruisce le tappe del percorso esistenziale di Gibran: l'infanzia nel Libano oppresso dall'Impero ottomano, l'emigrazione negli Stati Uniti, il soggiorno parigino, il ritorno a New York, la tomba-museo nella sua città natale, Bsharri.
Dopo alcuni anni trascorsi in terra straniera, Almustafa (ovvero l'eletto di Dio), sente che è giunto il momento di fare ritorno all'isola nativa. In procinto di salpare egli affida al popolo della città di Orphalese un prezioso testamento spirituale: una serie di riposte intorno ai grandi temi della vita e della morte, dell'amore e della fede, del bene e del male. Pubblicato a New York nel 1923, "Il Profeta" viene subito accolto con grande favore di pubblico soprattutto presso i giovani, i quali vedono in Gibran un maestro di saggezza. A distanza di tanti anni l'interesse è rimasto immutato: silloge che abbraccia i problemi fondamentali dell'esistenza, il capolavoro del poeta libanese è anche libro di notevole fascino. Il clima sospeso e rarefatto, il ritmo incantatorio di una scrittura lirica di presa immediata, incisiva e visionaria, l'incontro tra due opposte culture, l'orientale e l'occidentale, sono la cifra di uno stile inconfondibile.
Il Profeta di Kahlil Gibran fu pubblicato per la prima volta a New York nel 1923. Nelle intenzioni dell'autore doveva essere la prima parte di una trilogia, rimasta incompiuta, sui rapporti dell'uomo con se stesso, con la natura e con Dio. I versi, che scandagliano l'animo umano con sensibilità poetica e forza visionaria, richiamano alla mente Blake, Nietzsche, i mistici dell'India, gli asceti del mondo islamico. Tutti gli aspetti della vita quotidiana - tra gli altri, il matrimonio e i figli, la gioia e il dolore, la colpa e il castigo, le leggi e la libertà, la ragione e l'amore - nelle parole immortali di Gibran vivono una nuova vita, sono illuminati da una nuova luce.
Preziose massime sull'esistenza.
La vicenda particolare, quella autobiografica di un amore tragicamente deluso, è punto di partenza di una sublime riflessione sull’amore. C’è un’insolita lucidità nei due giovani che si incontrano sotto le stelle del Libano nei giardini di Ali spezzate, una capacità di delineare con chiarezza la propria situazione interiore e gli sconvolgimenti che l’amore provoca in loro. L’immediata frustrazione del desiderio li rende maturi, li obbliga a compiere delle scelte anche radicali e, in tutto questo, a illustrare agli occhi del lettore le altezze più vertiginose che un legame tra spiriti assonanti dischiude agli esseri umani. Le ali degli amanti, seppur spezzate, definiscono la perfetta traiettoria di un volo verso vette raggiungibili solo in una parabola d’amore.
Kahlil Gibran nacque a Bsharre, in Libano, nel 1883. Ancora adolescente si trasferì con parte della sua famiglia negli Stati Uniti. Crocevia di culture – islamica e cristiana, orientale e occidentale – nel 1912 pubblicò il suo primo e unico romanzo, Ali spezzate. Fondò a New York un circolo letterario di immigrati dell’area siro-libanese che si ispirava alle tematiche dei romantici. Il folle (1918), una raccolta di parabole, fu il suo primo testo in inglese, mentre nel 1923 pubblicò, nella stessa lingua, il suo grande successo: il poema in prosa Il profeta, che costituisce una pietra miliare della letteratura araba. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1931, venne pubblicato postumo Il giardino del profeta, seguito ideale del fortunato poema, portato a termine dalla sua collaboratrice e compagna.
Seguito incompiuto de "Il Profeta", capolavoro riconosciuto di Gibran, "Il giardino del Profeta" fu pubblicato postumo nel 1932. Gibran vi lavorò fino al giorno precedente la sua morte, avvenuta a New York il 10 aprile 1931. "Il giardino del Profeta" ha come argomento il rapporto tra l'uomo e la natura, ed esprime in particolare il desiderio che Gibran aveva di dissolversi e congiungersi in essa. Almustafà, l'eletto e l'amato, in cui Gibran adombra se stesso, ritorna alla propria terra natale (il Libano) dopo dodici anni di esilio nella città di Orfalese (New York). E come alla partenza, esaudendo le richieste del popolo, aveva pronunciato i sermoni sugli aspetti principali della vita dell'uomo, così al ritorno in patria egli si rivolge alla propria gente e ai nove che si sono eletti suoi discepoli: nel medesimo ruolo di chirurgo d'anime e con lo stesso tono del dispensiere di saggezza sociale, Almustafà-Gibran sermona ancora sulla vita e sul desiderio, sulle cose inanimate e sul tempo, su Dio e sull'esistenza. Prefazione di Maurizio Clementi.
Settantasette chiavi per leggere l'infinita magnificenza di Gesù, settantasette monologhi, alcuni di personaggi del Vangelo come Maria Maddalena, gli apostoli Pietro, Luca, Matteo, Giovanni Battista, il sacerdote Caifa, Ponzio Pilato, Barabba, altri di figure create dallo stesso Gibran, come il poeta, il medico, il filosofo, il ricco, fino all'uomo del XX secolo, probabilmente l'autore medesimo, che descrivono il Nazareno ognuno dal proprio punto di vista, ognuno relativamente alla propria esperienza personale. Gesù, attraverso tante voci, emerge come la compiuta, felice, assoluta realizzazione delle singole potenzialità dell'uomo. Un ritratto intenso e commovente della figura di Gesù, disegnato cinque anni dopo "Il profeta" con la stessa solenne, profondissima convinzione spirituale.
Storie di donne comprate, vendute, ingannate dalla perfidia dell’uomo, ostentate e sfruttate come meri oggetti di piacere. Donne vittime di una legge che le vuole schiave, che le priva di ogni dignità, che sottrae loro l’inalienabile diritto all’amore. Donne calpestate, vilipese, tradite. Come fiori della polvere. Nei quattro racconti di Gibran, nelle sue poesie, riflessioni e lettere d’amore, alcune mai pubblicate in Italia, Gibran canta il suo amore per le donne, la sua dura condanna di leggi e tradizioni che privano questi fiori delicati della loro anima e della loro luce. In questi testi di Gibran, tutti tradotti direttamente dall’arabo da Hafez Haidar, risuona tutta la poesia, l’emozione e la forza che animano le pagine dell’immortale “Il profeta”.
"Se l'amore bussa, apri la porta del tuo cuore. Lascia che si manifesti nella passione di un'amante, nella perfezione del creato, nell'alito divino che eleva verso l'Eccelso." È questo il messaggio di Gibran, poeta che non impone all'amore alcuna regola, né costrizione, né limite... semplicemente lo riconosce, lo celebra, lo vive, in ogni manifestazione della vita. Questa raccolta, che presenta i suoi più toccanti brani d'amore, tutti tradotti direttamente dall'arabo, invita a navigare nello spazio dei sogni con le parole del grande profeta della pace, per ritrovare la vera essenza della vita: l'amore.