«L'autore tratta il delicato e doloroso argomento degli abusi sessuali sui minori con competenza professionale e saggezza spirituale. Ne delinea le sotterranee dinamiche psicologiche fino a raggiungere il suo nucleo profondo nei complessi meccanismi che generano l'abuso compiuto da sacerdoti. Analizza quindi l'inganno dell'abusatore come tradimento del significato più intimo della paternità, attraverso la rilettura della tragedia di Edipo e del mito di Narciso. Nella parabola del «figliol prodigo» giunge a considerare la genesi di una nuova forma di paternità, più profonda, che diventa costitutiva della identità del figlio e vero e ultimo limite preventivo ad ogni forma di abuso. Suggerisce quindi che, nei percorsi di formazione, prevenzione e guarigione, venga dato maggiore rilievo allo sviluppo di tale paternità interiore e considera la necessità e l'urgenza di operare un accurato screening psicologico e un adeguato discernimento spirituale, al fine di individuare i fattori di rischio che potrebbero ingenerare forme di abuso» (David Songy, St. Luke Institute, Maryland, USA). «Il testo di Salvatore Franco affronta un tema scomodo, la cui trattazione incontra ostacoli culturali, sistemici e individuali. Il mio augurio è che trovi ampia diffusione e contribuisca a una presa di coscienza e favorisca un atteggiamento pro-attivo nella creazione di un ambiente sicuro nella Chiesa e nella società» (Hans Zollner, Pontificia Università Gregoriana).
Nell’epoca moderna, e soprattutto a partire dall’Illuminismo, riscontriamo una serie di tentativi sistematici tesi a mettere in discussione l’esistenza del diavolo. Anche alcuni teologi, prima i protestanti e poi i cattolici, hanno contribuito alla negazione della sua esistenza.
Notevole per la dottrina cristiana sulla demonologia è stato l’intervento di Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972: «Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla [la terribile, misteriosa e paurosa realtà del demonio] esistente, ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni».
Nella Bibbia non si parla del diavolo se non per annunciare la vittoria di Gesù su di lui a favore dell’intera umanità. Con ciò si rivela che il discorso su Satana non è e non deve essere una sorta di informazione, in sé inutile e dannosa, sul diavolo medesimo, bensì un approfondimento, riguardante il mistero dell’uomo e di Gesù.
In questo testo, don Marcello Stanzione, angelologo di fama internazionale, ci offre i profili di 30 mistici che nella loro esperienza cristiana hanno incontrato il demoniaco e lo hanno descritto nei particolari, a volte superando l’abisso delle più tormentose possessioni.
«Figli miei, in momenti di confusione e rinunce dovete solo cercare il volto di mio Figlio». L'incontro con Gesù sconvolge la vita di una persona. Nessun altro incontro è più importante e più decisivo. È la vera sorpresa dell'esistenza umana, capace di imprimerle una svolta irreversibile. Prima dell'incontro con Gesù uno cammina da solo lungo la strada della vita. Solo Gesù diventa una compagnia stabile, che ti seguirà fino alla meta. Non ti sta semplicemente al fianco, ma diventa l'amico intimo del tuo cuore, sul quale puoi fare affidamento e che non ti abbandonerà mai. La fede è l'evento che ti fa incontrare Gesù e che ti permette di affrontare la difficile navigazione della vita contando sulla sua presenza e sul suo aiuto. Il cammino di fede non è una scalata che uno fa da solo, ma è un'amicizia reciproca che va coltivata e resa sempre più intima nello svolgimento della vita quotidiana. L'amicizia con Gesù va riscoperta nelle varie situazioni della vita, specialmente in quelle più buie, dove sembra che non ci sia una via di uscita. Imparare a fidarsi di Gesù comporta una fatica del cuore, grazie alla quale la fede si rafforza e si diventa capaci di vincere le grandi battaglie della vita. Gesù è l'amico fidato di ogni uomo che viene al mondo. È lui stesso ad andare alla ricerca dei suoi amici. Beati coloro che si fanno trovare e gli aprono la porta del cuore. (Padre Livio)
La collaudata collaborazione tra don Marcello Stanzione, parroco e massimo esperto italiano in Angelologia, e Bianca Bianchini, medico cardiologo con diploma di chef, prosegue con questo libro che, partendo dagli scritti di Ildegarda di Bingen, compara le osservazioni e intuizioni della mistica tedesca in tema di alimentazione con le attuali evidenze scientifiche. Il testo analizza i singoli alimenti conosciuti all'epoca della santa, con esclusione quindi dei cibi giunti in Europa dopo la scoperta dell'America, fornendo per ognuno storia, mitologia, tradizioni, utilizzo da parte delle medicine tradizionali, composizione nutrizionale, documentati effetti positivi sulla salute ed eventuali controindicazioni. La santa ha una visione della medicina olistica, in quanto i disturbi dei pazienti vengono esaminati in un contesto generale che include mente e anima, non trascurando l'influenza dell'ambiente. Fondamentale, anche grazie a una corretta alimentazione, conservare la viriditas, termine che ricorre spesso nei testi della santa, che fa pensare a qualcosa che germoglia e perciò capace di donare freschezza e vigore giovanile. Si tratta della forza vitale intesa nel senso più ampio del termine: ricchezza di sentimenti, fede, energia, vigore sessuale. Perché la badessa di Bingen, pur essendo monaca, con grande franchezza non ha esitato ad affrontare argomenti riguardanti sessualità, procreazione e l'universo dei rapporti uomo-donna.
Un uomo posseduto da uno spirito impuro cominciò a gridare: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto per rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». È il primo miracolo che troviamo nel vangelo secondo Marco: la guarigione di un indemoniato nella sinagoga di Cafarnao. Risanata l'interiorità turbata resta tra la folla, e in noi, lo stupore per quel gesto compiuto con autorità. Chi è Gesù? Chi è colui che comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono? L'evangelista Marco presenta Gesù come un Maestro che insegna con autorità, che viene non a rovinarci, ma a redimerci. A «guarire» la visione di un Dio in concorrenza con l'uomo, la supponenza dell'indemoniato, per vivere un cristianesimo di relazione e non di superficialità, dramma del nostro occidente. In un linguaggio semplice e accurato, con dovizia di riferimenti bibliografici, l'autore presenta il vangelo secondo Marco con fedeltà alla struttura del testo: portare il discepolo a scoprire la messianicità di Gesù; dimostrare la sua identità nella novità della sua persona che sceglie liberamente di sacrificarsi sulla croce dove verrà riconosciuto come Figlio di Dio. L'opera ci conduce nel mistero di Dio e ci sollecita a passare da una visione tiepida della fede a una evangelica, a meravigliarci davanti all'azione di Dio e, come dice Papa Francesco, a «svegliarci dal sonno dell'indifferenza e dalla vanità, dall'incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato».
Il quarantesimo anno delle apparizioni mariane a Medjugorje ha indubbiamente un significato particolare. Rievoca innanzitutto il periodo delle peregrinazioni del popolo di Israele nel deserto, prima di entrare nella terra promessa. Quaranta è anche il numero dei giorni durante i quali Gesù, con la preghiera e il digiuno, si è preparato ad affrontare e a vincere satana nel deserto. Ambedue questi eventi biblici sono una chiave di lettura per comprendere le più importanti apparizioni della Madonna nel corso della bimillenaria storia della Chiesa. Sono anche quelle conclusive, come in due occasioni la Madonna ha affermato, precisando che è venuta a chiamare il mondo alla conversione per l'ultima volta. Con la celebrazione del quarantesimo anno delle apparizioni, non possiamo certo ipotizzare cambiamenti improvvisi, tuttavia il cuore avverte che siamo giunti a un momento di svolta. La Madonna stessa ha avvertito che le prove sono in arrivo e lo scatenamento della pandemia ha costituito uno shock mondiale le cui conseguenze sono inimmaginabili. Questo libro ha lo scopo di presentare gli straordinari insegnamenti della Regina della pace, che sono luce per gli occhi e gioia per il cuore (Padre Livio).
Con «Quello che gli uomini non dicono. La crisi della virilità», lo psicologo Roberto Marchesini ci ha parlato della mancanza di senso della vita dell'uomo d'oggi. Tuttavia, dopo la presa di coscienza del problema, occorre individuare una soluzione. Qual è l'alternativa all'uomo in crisi proposta dalla società moderna? L'uomo edonista, materialista, superficiale. Un uomo che si accontenta dei simboli esteriori della vera forza: quella interiore, quella che la Chiesa chiama «fortezza». Ma l'uomo del terzo millennio non è costretto a scegliere tra l'uomo in crisi e il selvaggio con il telefonino, tra doverismo ed edonismo. C'è una terza possibilità: la via del cavaliere. È un modello affascinante che, tuttavia, richiede disciplina interiore e perseveranza. Richiede, in poche parole, un codice. Un codice non imposto dalla società, ma scelto liberamente. Perché, come scriveva Goethe, «Vivere secondo il proprio gusto è da plebeo; l'animo nobile aspira a un ordine e a una legge». Per tutti gli uomini che aspirano a un ordine e a una legge, Roberto Marchesini propone, in una nuova edizione completamente rivista, il suo «Codice cavalleresco per l'uomo del terzo millennio». Per pochi fortunati, per un manipolo di fratelli. «Il Codice cavalleresco per l'uomo del terzo millennio si presenta come una mappa per l'uomo contemporaneo per riscoprire se stesso e la grandezza del suo essere maschile attraverso l'arduo cammino delle virtù (da vir, uomo) che contraddistinguono il cavaliere, figura appropriatamente presa dall'autore a modello dell'uomo di ogni tempo. Già, perché, checché ne dica il relativismo storicista, non tutto scorre (facile ricordare il famoso «panta rei» eraclitiano): la natura dell'essere umano resta immutata e immutabile attraverso i tempi. Dunque, non è anacronistico prendere una figura, in questo caso il cavaliere, come riferimento virtuoso per l'uomo di oggi che ha smarrito se stesso sballottato tra modelli effeminati o machisti, non certo virili. Voi uomini sapete e potete compiere straordinarie imprese, a cominciare da quelle della quotidianità» (dalla Prefazione di Giorgia Brambilla).
Siamo in piena crisi ambientale, il mondo è a un bivio, la terra soffre e la natura è depredata e violentata. È giunto il tempo di ripensare un sistema economico sostenibile e più rispettoso dell'ambiente e delle persone. Il grande disordine che l'uomo ha creato nella nostra terra si ripercuote anche nelle nostre anime. Si può parlare di spiritualità della natura o del cosmo? Può la natura essere una guida per orientarci nella vita spirituale? Può indicarci un nuovo itinerario per l'evangelizzazione nel mondo moderno? Bene, in questo libro affronteremo un fantastico viaggio tra le rivelazioni profetiche di Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179) e le sue sempre attuali acquisizioni scientifiche: dalla fisica alla farmacologia, alla medicina. Santa Ildegarda ha rivelato per mezzo di visioni quale stupendo e affascinante mondo si trova ordinato al di là della nostra terra, nelle mille sfaccettature del cosmo. Il lettore sarà rapito come da magico stupore nel ripercorrere con lei le immense distese del cielo e le misteriose impronte divine nella natura. Sulle orme della Mistica anche noi saremo trasportati nel mondo soprannaturale, a partire dalla nostra madre terra.
San Giuseppe, l’uomo del nascondimento e dell’obbedienza a volte cieca a Dio, risveglia in noi l’immagine della Sacra Famiglia. Meditando le sue virtù troviamo un tesoro di vita quotidiana. Lo dichiarano i santi, le cui testimonianze su San Giuseppe ricorrono nel libro, lo affermano i Papi che indicano in San Giuseppe l’esempio che la Chiesa dovrebbe perseguire. Lo sottolinea Papa Francesco nella lettera apostolica Pater Cordis, incentrata proprio sull’eccezionalità di una vita apparentemente normale, ma ispirata dai suggerimenti dello Spirito Santo che indirizzano un uomo comune, ma profondamente onesto, a compiere grandi imprese e a realizzare il destino dell’umanità.
San Giuseppe è soprattutto il padre che con tenerezza accompagna il Figlio al suo destino, ma è anche l’uomo che, in ogni circostanza della vita, anche in quella difficoltosa dell’esilio, lavora per il sostentamento della propria famiglia. È colui a cui ricorriamo per chiedere che il nostro lavoro non venga mai meno, che la nostra dignità di uomini sia rispettata nell’esercizio dell’operosità attiva, è colui a cui ispirarsi per risolvere e superare con ingegno e laboriosità le difficoltà quotidiane che attanagliano la vita di tutti i giorni.
San Giuseppe è colui che ama Maria Santissima senza alcuna riserva e che, una volta accettato il suo «Ecco l’Ancella del Signore, avvenga di me secondo la tua parola», ne affronta le conseguenze con coraggio.
Angelo Figurelli vive a Milano. Opera d molti anni nel campo pubblicitario. Da 33 anni è anche conduttore di Radio Maria. La militanza all’interno della Radio cattolica ha plasmato e rafforzato la sua fede e l’impegno a divulgare il messaggio evangelico attraverso trasmissioni incentrate sulle virtù eroiche di uomini e donne di Dio canonizzati dalla Chiesa. Svolge un’intensa attività di volontariato.
Attualmente l’impegno maggiore è proprio all’interno di Radio Maria, dove non solo cura i rapporti con il volontariato, ma rivolge il suo intervento anche ad altre aree operative collegate alla stessa emittente.
Cos'è il liberalismo? Difesa della libertà personale, della libertà privata, anti-statalismo, concorrenza, bene comune, tolleranza, sussidiarietà? Niente di tutto questo. Il liberalismo è una ribellione nei confronti della legge naturale, in particolare delle sue declinazioni morali e religiose. Durante la Guerra Fredda l'ideologia liberale e il cattolicesimo hanno avviato un processo di avvicinamento in funzione anti-sovietica. Ora, a trent'anni dalla caduta del muro di Berlino, questa alleanza ha ancora senso? Cattolicesimo e liberalismo sono compatibili? È possibile essere contemporaneamente cattolici e liberali? Quali sono i punti di contatto, e quali le differenze tra queste due filosofie? L'ideologia che ha vinto il confronto con il comunismo e che, dopo la caduta della «cortina di ferro» sembrava destinata a governare il mondo, pare aver perso gran parte del suo fascino. Liberato da quello che sembrava essere il suo antagonista, il comunismo marxista, il liberalismo ha mostrato ai popoli un volto meno amichevole e invitante, sempre più simile a quello dell'antico avversario. Quale, quindi, può essere il giudizio della Chiesa sul liberalismo e sulla sua versione economica, il liberismo? Che rapporto può intercorrere tra i cattolici e il liberalismo? La risposta è nella definizione di liberalismo che lo psicologo Roberto Marchesini fornisce con questo suo lavoro approfondito e documentato, tuttavia semplice e accessibile a chiunque. Una Introduzione di Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio Internazionale Cardinale van Thuân, impreziosisce il volume.