Il volume è il frutto di un ciclo di esperienze messe in atto da un gruppo di studiosi di diverse discipline: in questo ambito, lo studio dei fenomeni di violenza all'interno della società si è unito alla riflessione teorica sui 'linguaggi della violenza'. L'atto che brutalmente interrompe ogni istanza di mediazione all'interno di un circuito comunicativo, o quello che stabilisce in modo coercitivo i rapporti di potere, hanno luogo seguendo codici, pratiche, tecniche del dominio spesso non facilmente decifrabili. L'idea è stata quella di far incontrare competenze diverse, spesso lontane e difficilmente comunicanti (dalla filologia classica agli studi filosofici e letterari, dalla sociologia alla psicologia), per un confronto su questi temi: in sostanza, una ricognizione del nesso tra violenza e dominio. In questo quadro di riferimento, sono stati affrontati anche i grandi temi della violenza di genere o della violenza specista. Il risultato dei lavori e di una intera stagione di appassionati dibattiti ed esperienze sul campo è condensato in questo libro. Con esso si vuole innanzitutto proporre uno strumento a coloro che sentono come ineludibile una riflessione sulle forme della violenza nella società contemporanea; al contempo, la res publica delle idee e le varie cittadelle della scienza potrebbero trovarvi un modello virtuoso di dialogo tra le discipline e di interazione sociale da riproporre e perfezionare, auspicabilmente, in nuovi contesti culturali.
Scritto per il convegno su "Stendhal e Milano" (Milano, 19-23 marzo 1980), questo, a quanto pare, è l'ultimo testo di Roland Barthes (Cherbourg, 12 novembre 1915 - Parigi, 26 marzo 1980). La prima pagina era stata dattiloscritta. La seconda pagina risulta inserita nella macchina per scrivere il 25 febbraio 1980, il giorno in cui Barthes fu investito da un camioncino (ricoverato in ospedale, morì dopo circa un mese). Si tratta di un testo terminato, stando al modo in cui esso si presenta, anche se, forse, come era solito fare, Roland Barthes vi avrebbe apportato qualche modifica, come risulta che abbia fatto sulla prima pagina.
"Rosminianesimo filosofico" costituisce un autentico osservatorio di natura storico-teoretica, grazie al quale vengono mappate tutte le interpretazioni che nel corso del tempo sono state date del pensiero rosminiano. "Rosminianesimo filosofico", inoltre, pone in dialogo teoretico Rosmini con i più diversi pensatori di ogni tempo, ubbidendo a criteri ermeneutici di analisi critica, miranti a verificare, di volta in volta, il valore imprescindibile degli asserti di ciascun filosofo nel contesto specifico del loro porsi. In tal senso il background di ciascun pensatore e l'area tematica di appartenenza divengono, nel loro insieme, un luogo privilegiato di osservazione. I contributi presenti nel volume sono suddivisi in tre sezioni, dedicate rispettivamente alla storia del rosminianesimo filosofico, al confronto del pensiero rosminiano con i pensatori d'ogni tempo, e alle recensioni inerenti i volumi di area rosminiana, i quali, nel corso del tempo, hanno contribuito a generare filoni teoretici diversificati alla luce di un comune riferimento alla teoresi rosminiana.
Questo primo volume della collana «L'opera comune. Pubblicazioni del Centro Studi Antonio Balletto», nato da un corso della scuola di alta formazione «Etica e società» di Albenga, affronta il tema della solidarietà come logica portante della vita morale e sociale. Roberto Mancini presenta una via meditata e originale di descrizione e fondazione fenomenologica, che parte dall'analisi della solidarietà come emozione, come sentimento, come affetto e come modo di essere contrassegnato dall'apertura alla relazione e dall'impegno per la comunione con gli altri. Emerge così come centrale l'assunzione della responsabilità comune per la cura reciproca, che, dando concretezza alla coscienza della dignità di ogni essere umano, permette di superare l'ottica della beneficenza e di delineare una progettualità critica alternativa rispetto alle ideologie e agli assetti tuttora dominanti. Gli interventi di giovani studiosi accolti nel volume approfondiscono aspetti e formulazioni particolari di questi nessi tra etica e solidarietà. La postfazione di Gerardo Cunico ricorda la storia del termine e del concetto di solidarietà, per ricollegare entrambi alla tradizione etica da cui provengono e insieme per mettere meglio in luce alcune rilevanti peculiarità portate dal vocabolo con la sua origine dalla sfera della reciprocità giuridica. L'esigenza di un ripensamento radicale di tutta questa tematica emerge anche e soprattutto dalla consapevolezza della crisi dell'atteggiamento solidale che si avverte proprio oggi, quando più è in voga il vocabolo e quando più ci sarebbe bisogno della messa in opera dell'idea che veicola, e quando dunque si tratta di restituire spessore e mordente alla prospettiva della solidarietà come compito e come prassi coerente.
Dal 2016 il mondo non è più lo stesso. La Brexit, la vittoria di Trump negli USA, il No al referendum in Italia hanno inviato ai poteri occidentali un forte segnale di protesta. Se per i media e i vertici politici questi eventi sono stati del tutto imprevisti, per chi aveva compreso gli errori commessi dalla classe dirigente degli ultimi 40 anni il destino era già scritto. Dopo aver anticipato il successo di Donald Trump con il libro Perché vince Trump (quasi seimila copie vendute in sei mesi), l’analista americano Andrew Spannaus volge lo sguardo al 2017, con le elezioni nei più influenti Paesi europei.
Ancora inedita in Italia, questa opera costituisce il quarto di una serie di testi attraverso i quali Luhmann tematizzò uno per uno i sistemi funzionali della nostra società applicando loro la sua teoria più famosa: quella dei Sistemi sociali (1984). "L'arte della società" sviluppa e documenta sulla base di testi storici i temi della differenziazione e dell'organizzazione del sistema dell'arte all'interno della società. Particolare attenzione viene rivolta al salto evolutivo compiuto a cavallo tra il Quindicesimo e il Sedicesimo secolo, momento nel corso del quale, secondo Luhmann, avvenne una cruciale trasformazione per ciò che il sistema arte rappresenta oggi. Il testo si chiude con un'illustrazione storica e una discussione dell'autodescrizione nell'arte.
"Elogio delle matematiche" rappresenta una succinta ma chiara introduzione al complesso e articolato pensiero di Alain Badiou riguardo l'ontologia matematica. Nello scarno panorama in lingua italiana su tale argomento, costituisce anche un'irriverente ma stimolante lettura in aperta critica a un accademismo filosofico oramai negligente verso le nobili origini della propria disciplina.
Succede, in circostanze fortunate, che una tensione positiva della società, l'affacciarsi di nuove tecnologie, la voglia di un mondo migliore e l'entusiasmo della gioventù diventino ingredienti per generare magie. È esattamente ciò che accade nel 1977 con George Lucas e il suo Star Wars, l'opera che inizia la saga destinata a cambiare la storia del cinema. Qual è il segreto del suo successo planetario? Perché Lucas crea Luke Skywalkerl Cos'è l'Expanded Universe? Come si realizza la spada laser? Cosa c'entrano i disegni animati con Star Wars? Quando nascono la computer animation e gli attori digitali? Per rispondere a queste e a tante altre domande Giorgio E. S. Ghisolfi analizza il complesso universo di Star Wars - costituito originalmente dall'esalogia e dall'Expanded Universe - e l'eclettica figura di George Lucas nei loro stretti legami con la società e la cultura del Novecento, con il cinema d'animazione, gli effetti speciali, l'arte e i significati simbolici. L'Epoca Lucas individua un momento fondamentale nella storia del cinema: quello che vede nell'incontro fra mitologia e informatica l'esordio del cinema postmoderno e del cinema digitale. Numerose immagini, una cronologia generale comparata, un esauriente glossario tecnico cinematografico e un'appendice sui primi due film prodotti sotto la gestione Disney completano il volume.
In un contesto culturale in cui il «discorso» sull'uomo e sulla sua «verità» diventa sempre più difficoltoso e quanto mai altamente problematico, il «paradigma evolutivo» sembra costituire una chiave «euristica» ed «ermeneutica» idonea per esplicitare il senso dell'uomo come totalità bio-psico-spirituale e per identificare la sua singolarità e unicità nell'ordine dei viventi. I tentativi di «ri-pensare» l'uomo tra evidenze scientifiche e prospettive filosofiche, presenti in questo lavoro, risiedono nella volontà di ricercare e porre le premesse per uno sviluppo antropologico più rispondente all'umanità dell'uomo al fine di ri-articolare le strutture fondamentali dell'antropologico, sulla base di una prospettiva evolutiva. Il presente lavoro si colloca in continuità con i volumi Ri-pensare il mondo. Spazio-tempo, cosmovisioni e conoscenze, del 2001, e Ri-pensare Dio. Tra mutamenti di paradigmi e rimodulazioni teologiche, del 2016, dei quali costituisce la naturale contestualizzazione, esplicitazione e prosecuzione.
Quando nel 1929 Janusz Korczak pubblica "Le regole della vita" ha uno scopo ben preciso: costruire "una pedagogia per i giovani e per gli adulti", come indica il sottotitolo; mettere a disposizione di tutti gli adulti e di tutti i giovani - insieme - un saggio, un libro scientifico che permetta di meglio comprendere quel che si gioca effettivamente nelle relazioni interumane e nello spirito dei bambini. Per oltre ottant'anni questo libro ha conservato la sua verità e il suo segreto: accompagnare piccoli e grandi nella giungla dei loro desideri, e soprattutto delle attese spesso contraddittorie degli adulti, per meglio comprendere la complessità delle regole, quasi sempre implicite e mai davvero esplicitate, che reggono le relazioni nella società, in famiglia, così come nella vita scolastica, nel mondo dei giochi, nelle compagnie. Solo ponendo innanzi punti di chiarezza assoluta nei sentimenti e negli ideali che animano tutte queste realtà della vita, diviene possibile aiutare i bambini e i giovani a costruire il proprio progetto di vita e a migliorarsi nella prospettiva di un mondo più giusto, più umano, più solidale, a misura delle proprie aspirazioni. Proprio questo concerne anche gli adulti.