Questo uomo, il padre Pierre Ceyrac, ha attraversato il XX secolo e il mondo. Nato in un villaggio rurale della Francia nel 1914, la lascia a ventitré anni pensando di non tornarvi più: va come missionario gesuita in India. Mentre i suoi fratelli divengono personalità pubbliche e politiche a livello regionale e nazionale, lui consacra la vita al servizio dei più poveri. Arrivato in un paese governato dagli Inglesi e dai maharaja, partecipa a tutte le tappe della storia dell'India: il raggiungimento dell'indipendenza, il primo periodo di "modernizzazione", le prime conquiste sociali di quelli che vengono chiamati "intoccabili", ecc. Per decenni ha attraversato il paese in moto, auto e treno e prosegue a farlo. Ora ha più di novant'anni. Ha conosciuto Gandhi, Nehru e Madre Teresa. Ha costruito strade, dispensari, centri sociali, villaggi di accoglienza per bambini... Più di 30.000 orfani sono cresciuti in centri che portano il suo nome, "Father Ceyrac". Ha passato quasi quindici anni nei campi profughi cambogiani, lungo la frontiera thailandese. Un uomo di preghiera che, per parlare senza enfasi, ha condotto un'opera gigantesca.
"La nuova vita di Agostino fra i moderni, da Descartes fino a Hegel, da Baader fino a Kierkegaard, passa attraverso gli sconvolgimenti del nostro presente per sfociare nel tempo escatologico della terza (ed ultima?) Europa: l'Europa dell"umanità". Se è vero che ogni nostra domanda, e ogni nostro scacco, derivano da quelle tensioni che Agostino ha esperito sigillandole in formule precise e ricche di futuro, le parole con cui - nel 1933 - Erich Przywara apre questo agile saggio, in cui si cimenta in un'ambiziosa "resa dei conti" tra Agostino e la tradizione filosofica dell'Occidente, rappresentano sia il punto di irradiazione di un'analisi serrata e implacabile, sia l'indicazione di un metodo di pensiero. Le opposizioni tra intellettualismo cartesiano ed hegeliano e tragicità dell'esistenza (come in Pascal e Kierkegaard) vengono articolate nelle incandescenti pagine di questo filosofo - ancora poco conosciuto in Italia - intorno a una concezione di tradizione che si scopre vivente, vale a dire sempre dentro l'uno provocato dall'incontro/scontro tra logos greco e linguaggio cristiano.
Nella tradizione dei libri catechetici di Inos Biffi, illustrati da Franco Vignazia, esce questa piccola novità che va a colmare un certo vuoto. Questo è il racconto della vita di Maria che, introdotta e organizzata nella sua scansione da Biffi, utilizza brevissimi testi del Nuovo Testamento e della liturgia. Un'opera che è un vero strumento catechetico per incontrare la grande figura mediatrice per l'umanità fin da piccoli. Età di lettura: da 7 anni.
Questo volume, riccamente illustrato, ci parla dei diversi incanti legati al nome di Bisanzio, e soprattutto alla sua pittura, che ha saputo trovare un linguaggio adatto per dare forma tangibile all'assoluto. Ma c'è anche, sulle rive del Bosforo, l'abbagliante Santa Sofia, ci sono i sogni e le emozioni degli uomini, i canti liturgici che ci sollevano al cielo, la magnificenza delle chiese e dei palazzi, e ancora le impareggiabili cerimonie civili, e gli imperatori onnipotenti, simili a icone nei loro paramenti. L'arte bizantina fiorisce per oltre mille anni (IV-XV secolo) in tutta l'Europa orientale, in gran parte dell'Italia e nella Russia settentrionale. La forza straordinaria di questa tradizione le garantisce una lunga sopravvivenza dopo la scomparsa dell'impero che l'ha generata e i nostri contemporanei si mostrano sensibili alla sua bellezza.
Ripercorrere la continuità storica delle arti in Cina e render conto della loro esemplare unicità: questi gli scopi del volume. Volutamente conciso, il testo chiaro e preciso espone le maggiori espressioni di tremila anni d'arte cinese; s'interessa delle arti funerarie rivelate dall'archeologia, ma anche delle arti sacre nelle loro prospettive spirituali e, infine, delle "arti della vita", come la pittura, il giardino o le arti decorative. Corredata da una ricca iconografia, con numerose illustrazioni a colori, schemi, ricostruzioni originali e da un glossario delle principali nozioni, l'opera è destinata a quanti vogliono capire e apprezzare le arti di un mondo, la Cina, che comprende un quinto dell'umanità del XXI secolo.
Attorno al II a. C. un gruppo di stranieri occupava il cuore del centro cerimoniale di Chavin de Huantar, nel centro nord del Perù, costruendo umili case e spazi destinati agli animali domestici: erano i Recuay. In pochi anni i i nuovi venuti costituirono una presenza fertile per tutta l'area che durò fino all'800 d. C. I Recuay introdussero innovazioni importanti nel campo della metallurgia e della ceramica, intessero rapporti commerciali su lunghe distanze; seppero sfruttare al meglio un territorio estremamente ostile attraverso l'agricoltura che ottimizzava al massino l'ambiente (mais a quote basse e tuberi a quote alte) e l'allevamento dei camelidi andini. Il libro racconta la storia dei Recuay che emerge dalla ricerca archeologica.
Missione cristiana e colonizzazione caratterizzano, a partire dal XVI secolo, il grande movimento d'espansione che spinge gli europei all'esplorazione di nuovi mondi, al dominio dei popoli e alla conquista delle anime. Dapprima l'associazione delle due imprese spinge i teologi spagnoli a interrogarsi sulla legittimità di condurre la colonizzazione in nome dell'evangelizzazione. Ma la costruzione di imperi immensi fa accettare la colonizzazione come una necessità e un'occasione provvidenziale per ampliare il regno di Dio. La questione si sposta sulla modalità adeguata a realizzare una colonizzazione cristiana e a salvaguardare l'indipendenza della missione. Neanche la seconda espansione coloniale del XIX secolo, nel periodo della rivoluzione industriale e della mondializzazione del capitallsmo, chiama in causa la volontà di collaborazione, anche se scatena critiche e suscita rivalità tra missionari e colonizzatori. La convergenza degli interessi si trasforma più spesso in connivenza e prende la forma di una collaborazione strumentalizzata dalla propaganda coloniale. Un esame più attento delle strategie, degli obiettivi e delle realizzazioni fa emergere l'incompatibilità delle due logiche; si evidenzia che la missione si è associata alla colonizzazione senza legarsi alla sua sorte. Il conflitto dei nazionalismi impone, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la separazione tra i due movimenti. La posizione del cristianesimo e la sua visione del mondo restano segnati da questa ambigua avventura.
L'autore ha sempre alternato poesia e teatro, e ora ritorna con un dramma in prosa: un'opera tesa, con l'andamento di un thriller, un avventuroso giallo barocco, dove in un'Italia centro-meridionale del Seicento un uomo fugge inseguito da oscuri sicari. Il fuggiasco è il celebre pittore Caravaggio.