Questo libro offre una sintesi in lingua italiana dello studio storico e canonico delle fonti e dell'iter redazionale dei canoni 1065 e 1066 del Codice del 1917, che si occupano del cosiddetto matrimonio cum indignis (con quelli che notoriamente hanno abbandonato la fede, membri di associazioni condannate, persone incorse in censure e peccatori pubblici). Lo studio è integrato con l'analisi di tre pronunciamenti della Santa Sede sull'ammissione al matrimonio di coloro che ignorano la dottrina cristiana (1918), dei membri di sette ateistiche (1934) e dei comunisti (1949), arrivando così alla soglia del Concilio Vaticano II.
Il saggio consente di verificare e valutare, in modo documentato, le ragioni per cui la riflessione sul metodo in ecclesiologia è stata, e resta tuttora, un capitolo importante della storia della teologia contemporanea, a partire dalla svolta impressa dal Concilio Vaticano II. Per il suo carattere di bilancio storico-critico, l'opera offre una rassegna piuttosto esauriente delle proposte più significative, elaborate nel corso di alcuni decenni, per uno studio del mistero della Chiesa impostato secondo le esigenze emergenti dal rinnovamento del metodo teologico. Uno studio condotto in chiave misterica, teandrica e trinitaria; attento, quindi, al fondamento trinitario, cristologico ed eucaristico, come pure alla dimensione storico-salvifica ed escatologica dell'ecclesiologia post-conciliare.
Ha senso continuare a parlare di un tema tendenzialmente ostico quale quello dell'ascesi cristiana, nel XXI secolo, e in un contesto sociale che rigurgita di edonismo? Qualora la risposta fosse affermativa, sopra quale fondamento teoretico poggerebbe il discorso, che oggi si preferisce affrontare da una visione prospettica intrisa di spiritualità orientaleggiante, quale ad esempio quella New Age? Partendo da questi interrogativi di fondo, l'autore tenta una rilettura dell'argomento (oggetto di ricerca della tesi di Licenza in Teologia dogmatica) in una luce positiva, culminante nella divinizzazione del battezzato, e in risposta ai quesiti anzidetti, propone un approccio al tema alternativo rispetto ai trattati di ascetica e mistica, contemplante il fondamento immutabile del dogma a sostegno della necessità dell'impegno ascetico, sotto la guida sicura di San Tommaso d'Aquino.
Il volume qui presentato costituisce una ricerca filosofica, con aperture alla teologia e all'esegesi biblica, sul Prologo di Alberto Magno al Vangelo di Giovanni. A partire dall'esperienza che secondo Alberto Magno ha reso possibile la rivelazione giovannea, l'autore affronta l'ermeneutica del testo per individuare i limiti epistemologici nella conoscenza dell'assoluta trascendenza divina e tracciare il confine tra filosofia e teologia. Allo studio teoretico, segue l'edizione critica del Prologo e la traduzione italiana. Chiude il volume un'appendice dedicata alla storia dei commenti al Vangelo di Giovanni dall'antichità al secolo XIII.
Meister Eckhart, il predicatore filosofo domenicano, riveste senza dubbio un interesse attuale soprattutto se, per capire la sua speculazione, si assume come fondamentale il concetto di "distacco", inteso come lasciare la presa dal mondo materiale e dalle passioni, o di "abbandono", come "lasciar andare" in un sereno allontanamento; questi sono i termini chiave della mistica speculativa che vede, nella filosofia medioevale renana e in Meister Eckhart in particolare, la massima espressione. In questo lavoro si sono ricercati possibili nessi tra alcuni costrutti teorici relativi a diverse elaborazioni teologiche di stampo meditativo-speculativo e l'esistenza di una linea di continuità che ha attraversato il pensiero filosofico dal periodo ellenistico alla contemporaneità. Prende corpo un messaggio che ci giunge come un'esortazione. Un messaggio al cui interno si intravede la necessità di una filosofia, di una pratica filosofica, che si renda idonea a fronteggiare nuovi ambiti esistenziali e di pensiero che vediamo emergere tra le pieghe di una postmodernità e che, avendo segnato indelebilmente la storia recente, sembrano avviare l'uomo verso una nuova posizione nel mondo.
La giusta accoglienza della nuova edizione chiede di non perdere un’occasione preziosa, così è stata definita anche dai Vescovi italiani nella lettera con cui “riconsegnano” il Messale alla Chiesa italiana, per riscoprire la fecondità del celebrare l’Eucarestia e far riemergere tutta la bellezza di questo rito che forse, troppo spesso, rischia di sfiorire sotto il peso della routine pastorale. Cogliamo al volo la possibilità di far risplendere la celebrazione dell’Eucaristia in tutte le sue potenzialità, così come l’ha pensata il Concilio e come ci è stata consegnata nella Riforma liturgica. La liturgia è fatta per essere vissuta, per essere celebrata e sperimentata in modo che quello che celebriamo si faccia vita: le innovazioni introdotte hanno la funzione di rispondere al mutato linguaggio e alla mutata sensibilità dei fedeli del nostro tempo per aiutarli a comprendere più pienamente e consapevolmente la realtà dell’Eucaristia: la presenza e la centralità di Cristo, che celebra la propria morte e resurrezione per la nostra salvezza. La vera liturgia presuppone che Dio, parlandoci, ci mostri come possiamo adorarLo e testimoniarLo con la nostra vita. Un valore carismatico che possiamo riscoprire proprio a partire da don Bosco, ricordando l’importanza da lui attribuita a particolari espressioni della vita liturgica, quali la frequente Confessione, la frequente Comunione e la Messa quotidiana, ritenute le colonne del suo sistema educativo. Ciò si invera ancora di più pensando a tutto l’ardore che veniva vissuto a Valdocco nella preparazione delle celebrazioni dell’anno liturgico, soprattutto le più importanti.
Qual è la specificità della libertà cristiana? La libertà cristiana è la stessa libertà umana nel suo più corretto esercizio, elevata dalla grazia divina alla ricerca dei beni soprannaturali. La libertà non è solo scelta di contingenza, votata al nonsenso. La libertà è un dono, è una missione, è un compito da eseguire durante tutta la vita. La libertà è la possibilità che ha l'uomo di poter aderire al suo Creatore con un atto che è pienamente suo e, a sua volta, fondato sulla Libertà assoluta. Dio non è quindi una minaccia né un limite all'esercizio della libertà umana. Egli è il garante di questa stessa libertà. Lontano da Dio, non ci può essere che schiavitù e morte spirituale. La libertà interiore si costruisce nel sacrificio, nella lotta, nel dominio di sé, nel rifiuto della concupiscenza della carne, della concupiscenza degli occhi e della superbia della vita (cf. 1 Gv 2,16). Questo certamente costa fatica. Ma alla luce della libertà che ci viene promessa - e che già siamo in grado di sperimentare su questa terra - il giogo si fa dolce ed il carico leggero (cf. Mt 11, 30), nulla infatti è impossibile a Dio ed ogni sacrificio è piccolo per colui che ama.
San Giuseppe è certamente il più amato e il più famoso fra i santi, a causa della missione che Dio stesso gli affidò: essere padre putativo di Gesù e sposo della Vergine Maria. Fu una missione a cui Giuseppe si dedicò con tutto il suo essere, custodendo, amando e proteggendo la sacra famiglia. Per questo suo privilegiato "stare" con Gesù e Maria e per il ruolo che ha ricoperto, con valore salvifico, è stato nominato da Pio IX protettore della Chiesa universale. Questa raccolta di preghiere e pie pratiche di devozione vuole essere un aiuto per pregare San Giuseppe con fiducia e amore, perché possa esercitare ancora la sua intercessione per la Chiesa e per il mondo, aiutando ogni credente a conformarsi a Gesù e a superare ogni ostacolo, o vincere ogni tentazione, che lo blocca nel cammino, confortandolo nel dolore e facendogli sentire la stessa tenerezza paterna con cui ha accompagnato il Figlio di Dio su questa terra.
Il corso L'Antropologia cristiana di fronte alla scienza, qui presentato in forma di dispense per gli studenti, vuole confrontare l'antropologia teologica cristiana con i risultati della scienza in alcuni campi del sapere che, ad un superficiale sguardo, potrebbero negare la dimensione spirituale dell'uomo. Così si passano in rassegna temi di particolare rilievo, come la relazione tra mente e cervello, le scienze cognitive, lo statuto dell'embrione umano, la teoria scientifica dell'evoluzione, la morte e l'immortalità, inquadrandoli in una dimensione armonica tra ragione e fede. Un approccio scientista alla realtà nega l'esistenza dell'anima spirituale, perché non si accetta l'uso della ragione al di là dell'ambito meramente empirico.