"L'unica cosa a essere chiara era il tipo di creatura che è l'uomo: saggio, intelligente e sensibile rispetto alle cose che riguardano gli altri, ma non verso se stesso". Viaggiando attraverso la campagna russa, Pavel Ivanovic Cicikov acquista "anime morte", ovvero servi della gleba deceduti dopo l'ultimo censimento e per i quali i proprietari continuano pagare le tasse fino alla registrazione di quello successivo. Il protagonista, usando quei nomi, vuole costituire un gran capitale e ottenere l'assegnazione delle terre concesse solo a chi possiede un certo numero di servi. Attraverso un'epica bizzarra serie di incontri con personaggi eccentrici, il romanzo rivela una satira pungente sulla corruzione, l'avidità e la vanità della società russa del XIX secolo.
Con uno stile narrativo sorprendente e profondo, Gogol' dipinge un affresco umano di inestimabile bellezza e ironia.
"Usiamo dunque questo discorso che ci si dischiude adesso come una guida, ché esso ci indica che questo è il modo migliore di vivere: sia vivere che morire esercitando la giustizia così come ogni altra virtù". Il Gorgia è un dialogo straordinariamente ricco, che intreccia in maniera filosoficamente originale temi fondamentali quali la retorica, la morale, la politica, la felicità e il destino dell'uomo. La profonda critica della retorica che Platone affida al personaggio di Socrate, anche una critica alla democrazia ateniese, nonché a a un modo di vivere, di comunicare e di stare insieme fondato sulla persuasione strumentale degli altri all'insegna di un'etica del successo, entro cui gli individui sono sedotti dalle apparenze e vivono una vita inautentica e immorale; a siffatto modello politico ed esistenziale, propugnato da retori come Gorgia Polo, e accolto in Città da ciniche e ambiziose figure come Callicle, che teorizza il diritto del più forte prevaricare sui più deboli, Socrate contrappone un modo di vivere "filosofico", all'insegna della ricerca della verità, dell'esercizio della giustizia e della comunicazione autentica, sincera sempre orientata al bene degli altri. Il confronto tra i due modi stare al mondo è rappresentato in modo drammaticamente efficace, entro conversazioni particolarmente violente fra Socrate e i suoi avversari, in un clima fosco e conflittuale e con una comunicazione aggressiva, densa di tensione, che ben restituisce la rilevanza della posta in gioco e rappresenta plasticamente la crisi sociale e morale della democrazia ateniese degenerata in demagogia.
"Individuare una forma di associazione che difensa e protegga tramite la forza comune la persona e i beni di ciascun associato e attraverso la quale ognuno, unendosi agli altri non obbedisca purtuttavia che a se stesso e rimanga libero come prima. Ecco il problema fondamentale cui il contratto sociale offre la soluzione". La lunga riflessione circa la corruzione della società, il cui progresso è secondo l'autore fonte di degrado della natura umana, sfocia nel Contratto come rimedio a quel male ingenerato dalla società medesima. Tale rimedio non consiste nel ritorno a uno stato di natura ormai perduto in cui gli uomini erano ugualmente liberi, bensì nella riforma dei principi che fondano e ispirano l'associazione etico-politica tra gli stessi. La carica innovativa de Il Contratto sociale è proprio da cercarsi in questa rottura netta rispetto al passato.
"Dammi mille baci, e poi ancora cento, e poi di nuovo altri mille, e poi altri cento ancora, e poi all'infinito altri mille, e di nuovo altri cento." Presentato dallo stesso autore come libellus lepidus e novus, l'eterogeneo corpus di poesie di Catullo, con suoi 116 componimenti, riflette i canoni di un nuovo comporre, erudito e raffinato, in grado di tradurre i linguaggio tutto umano dell'interiorità. Dalle nugae agli epigrammi, passando per i carmina docta: il poeta veronese scandaglia con attenta vivacità, non senza una dose di ironia, le sfumature molteplici dell'animo, tra amori, amicizie, pubbliche rivalità, privati impulsi.
Con la sua sorridente e viva callidità, il poeta attraversa la tradizione per giungere a esiti di straordinaria originalità: la sua raccolta, multiforme eppur coerente nei toni e nelle tematiche, ci giunge come attuale mosaico di autentici sentimenti umani.
E' nei racconti che possiamo ritrovare tutte le tematiche e gli stili di Pavese, nonché il cuore della sua visione del mondo più matura, che può essere così riassunta: "siamo tutti soli, ognuno è inchiodato al suo destino fin dal principio, e quale esso sia per ciascuno lo si può cogliere già nei primi anni di vita, a sei-sette anni, osservando il carattere e certi segni, anche nel corpo. Per di più un destino immutabile". I racconti si affiancano alle pagine autobiografiche di altre sue opere, rivelando il percorso di crescita dell'uomo e mostrando la coscienza e la maturità intellettuale dello scrittore.