Seguendo la traccia del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, le adorazioni proposte dal volume fissano lo sguardo su Gesù, che ci educa ad accogliere, assimilare e testimoniare la vita che scaturisce dall'Eucaristia. Le meditazioni ci spingono a domandarci: qual è il volto del cristiano che si lascia plasmare dall'Eucaristia? E qual è il volto della Chiesa che deriva dall'Eucaristia stessa? Di quale vita ci facciamo carico dopo aver partecipato alla cena del Signore? Tutto è centrato sul valore del rito cristiano, in particolare quello della celebrazione eucaristica, e sull'esperienza autentica che di esso sono chiamati a fare i cristiani riuniti di domenica per fare memoria del Signore risorto.
Con questo libro l'Autore cerca di motivare i sacerdoti, responsabili di presiedere la celebrazione eucaristica, affinchè celebrino adeguatamente, compiano i gesti sacri e pronuncino le parole sante con devozione e rispetto.
Il volume che presentiamo, dal significativo titolo, non vuole essere un libro teorico, nè si tratta di una esposizione completa sull'Eucaristia. L'Autore cerca coraggiosamente di stimolare e motivare i sacerdoti, responsabili di presiedere la celebrazione eucaristica. Parla dell'Eucaristia "che il Signore ci ha comandato di celebrare". Essa è il suo testamento, la sua eredità, la sua memoria.
Nella Messa, o anche a distanza da essa, ma semprenella sua lunga ombra, si svolge la trama della vita cristiana. È questo il luogo di un incontro, sempre nuovo e diverso per ciascuno, con il Risorto. E fondamentalmente è la celebrazione di un banchetto in cui ognuno è compartecipe e insieme testimone. Questo libro ripercorre tutte le fasi dell'evento liturgico, dai riti iniziali fino al momento in cui il fedele, trasformatoo semplicemente rinnovato dal mistero della comunione sponsale, abbandona la Chiesa e continuaa camminare per la strada della vita, forse più buono ecresciuto nella fede, ma certamente più responsabile. Chi legge questo libro vi troverà momenti della propria biografia, pensieri e sentimenti che credeva perdutio verità che non ha mai affrontato, ma che gli permettono di entrare nel cuore dell'Eucaristia e assaporare il culmine dell'Alleanza d'amore tra Dio e il suo popolo, firmata nel sangue di Cristo: segno e sorgente di gioia cristiana, tappa per la Festa eterna.
In questi ultimi tempi si parla molto di Arte e Chiesa ma veramente pochi sono i testi, come quello di Antonio Farchione, che affrontano il tema in modo analitico e ben documentato, supportato da una vastissima bibliografia. Un testo fondamentale per comprendere perché la bellezza non “abita” più nelle chiese, nonostante moltissimi siano gli indizi che inducono a ritenere che la Chiesa e l’arte non possono fare a meno l’una dell’altra e l’Autore, con meticolosità, saprà scovarli e sottoporli all’attenzione del lettore.
L’opera si rivolge ai prelati, agli studiosi di arte contemporanea, ai critici d’arte, ai curatori, agli artisti e comunque a tutti coloro che condividono l’idea che “l‘arte, quella vera, la grande arte come la chiamava Ivanov, ha bisogno della possibilità di attingere ai contenuti assoluti, cioè quelli che non dipendono dall‘uomo o dall‘artista stesso” (dalla Presentazione di Padre Marko Rupnik).
Il libro Arte e Chiesa è impreziosito da un intervento di padre Marko Rupnik, gesuita e direttore del Pontificio Istituto Orientale (Centro Aletti) e da due interviste realizzate ad Ettore Spalletti, artista di fama internazionale, e a Giacinto Di Pietrantonio, curatore e direttore della GAMeC
L'Autore
Antonio Farchione, giornalista, consulente, formatore, si occupa da molti anni di tematiche riguardanti l’economia dell’arte. Più di recente ha iniziato ad approfondire il tema della Bellezza nell’arte contemporanea. È autore di numerosi articoli pubblicati su riviste a carattere nazionale.
Opus Dei, lavoro di Dio con noi, lavoro di Dio in noi, la liturgia è un mestiere che confina con il mistero. Questo saggio non vuole essere una storia dell’arte liturgica contemporanea né pretende legiferare in quest’ambito, piuttosto – con una riflessione sempre alle fondamenta stesse della realtà liturgica – tenta di ripensare teologicamente le arti in liturgia, ridefinendo quest’ultima quale principio che le suscita e le coordina in quanto arte per eccellenza. Pagine nelle quali l’autore si propone di risvegliare una riflessione e un’ammirazione nuove per la liturgia, seguendo un metodo sperimentale, intuitivo, meditativo, dunque omogeneo all’oggetto della sua indagine, ovvero di tipo artistico.
François Cassingena-Trévedy (Roma 1959) è monaco benedettino dell’abbazia di Saint-Martin di Ligugé in Francia. Dottore in teologia, insegna liturgia all’Institut catholique di Parigi. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato La bellezza della liturgia (2003).
L’opera d’arte
deve essere coerente con la liturgia
per partecipare alla concelebrazione
della terra e del cielo,
degli uomini e delle creature tutte.
“Se tutte le creature sono convocate nella liturgia cristiana, se l’assemblea si fa ‘voce di ogni creatura’, anche le arti che sono espressione della creatività dell’uomo devono essere presenti con le loro forze, la loro performance, la loro bellezza. Ma la bellezza è veramente tale se è a servizio della liturgia per rivelare anch’essa, con ciò che essa è, il mistero di Dio. La liturgia ha bisogno dell’arte perché ha bisogno che in essa sia coinvolto tutto l’uomo, anche l’uomo che crea, che trasfigura, che esprime” (Enzo Bianchi).
Dal concilio Vaticano II la chiesa ha riaperto il dialogo con l’arte e pone oggi agli artisti l’esigenza di lavorare in conformità alla liturgia, ma al contempo essa stessa deve lasciarsi porre delle esigenze da loro. Completata la pluriennale riflessione circa i principali elementi dello spazio liturgico, l’VIII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il rapporto tra liturgia e arte alla luce della sfida della contemporaneità, riflettendo in che modo sia necessario superare la separazione “tra tempio e museo”.
ontenuto
Il presente sussidio si propone come strumento per una celebrazione liturgica della Parola, «con» e «davanti» alle immagini sacre. L’immagine proposta è la Trinità di Rublev. Celebrare implica l’attivazione di una grande varietà di linguaggi: canto e musica, presidenza, movimenti processionali, sistemazione di uno spazio adatto per la preghiera, orientazione della preghiera e dello sguardo, gesto e preghiera. Celebrare con le icone, attivando tutti i linguaggi della sensibilità, costituisce pertanto un buon allenamento e una buona verifica della nostra capacità di celebrare.
Destinatari
Parroci. Gruppi di preghiera, movimenti, comunità religiose.
Autore
LUCA GAZZONI, insegnante di religione ed educatore professionale, è docente presso l’Istituto diocesano di musica e liturgia ed è collaboratore dell’Ufficio liturgico diocesano di Torino. PAOLO TOMATIS, sacerdote della diocesi di Torino, è docente di liturgia presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale sezione di Torino e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.
Un piccolo manuale per la preghiera quotidiana. Raccoglie le più belle preghiere della tradizione cristiana e altre preghiere tratte dalla Bibbia e da scritti di santi. Il libretto illustrato può essere un piccolo dono per mille occasioni, come ad esempio la benedizione della famiglia, gli incontri con i genitori dei bambini del catechismo.
Per una corretta ars celebrandi è importante essere attenti a tutte le forme di linguaggio previste dalla liturgia". (Benedetto XVI) "
In ogni tempo liturgico il Lezionario Meditato - opera in otto volumi - si propone di aiutare il lettore a trasformare la Parola di Dio in quotidiano dialogo di intensa preghiera. Ogni singolo brano del lezionario, festivo e feriale, è introdotto da una breve nota esegetica, al fine di agevolare la comprensione del testo ed evidenziarne il messaggio essenziale. Per ogni giorno vengono poi riportate integralmente le letture bibliche, secondo la nuova traduzione della CEI. Le riflessioni che seguono i testi della Scrittura sono proposte quale semplice "avvio" alla meditazione personale o comunitaria, più brevi nei giorni feriali, più diffuse la domenica, affinché possano essere di spunto anche per la preparazione dell?omelia.
Sono più di duecentomila i viaggiatori che a piedi percorrono ogni anno il millenario Cammino di Santiago, percorso di pellegrinaggio che nella seconda metà del Novecento ha conosciuto una vera e propria rinascita. Ancora più numerosi sono i "pellegrini" in senso lato che in automobile esplorano le mete d'arte e di storia disseminate per i paesaggi del nord della Spagna. La guida ne offre una minuziosa descrizione. Sette itinerari di visita automobilistici, oltre 150 foto a colori, 14 tra carte e mappe e una sezione con tutti i suggerimenti per organizzare il viaggio. Guida alle informazioni pratiche le 34 tappe del 'camino' a piedi con la cartografia di riferimento, 70 notizie utili, 240 indirizzi per dormire, 111 strutture ricettive per pellegrini, 190 ristoranti, 27 feste ed eventi.
Nel Medioevo molti pellegrini, dopo aver raggiunto Roma, proseguivano per la Terra Santa. Si andava così formando la Via Francigena del Sud, via gerosolomitana (verso Gerusalemme) oppure via romea per chi la percorreva in senso opposto. Oggi, grazie a un lavoro durato anni, è possibile rimettere i piedi sulle tracce degli antichi pellegrini, ripercorrere strade ricchissime di storia (l'Appia antica, l'Appia traiana...) e ritrovare ogni sera, il sapore e il senso dell'ospitalità di un tempo. Da Roma fino alle coste della Puglia: un cammino in 30 tappe attraverso una terra sospesa tra cielo e mare, passando gli Appennini proprio là dove sembrano scomparire. Inoltre, la descrizione dettagliata del percorso a piedi e le varianti per la bici, le carte per orientarsi e le altimetrie, le ospitalità e i luoghi da visitare. Una guida che ricongiunge le tre peregrinationes maiores dell'antichità: Santiago, Roma, Gerusalemme.